Prendete il mio giogo sopra di voi

La rivelazione di Gesù non consentono nessun’altra interpretazione, se non quella che è data dal suono stesso delle sue parole: “Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”. A questa rivelazione del Vangelo secondo Matteo, fanno eco le altre rivelazioni di Gesù del Vangelo secondo Giovanni: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete (Gv 6, 35). Io sono il pane disceso dal cielo (Gv 6, 41). Io sono il pane della vita (Gv 6, 48). Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo (Gv 6, 51). Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (Gv 8, 12). Io sono la porta delle pecore (Gv 10, 7). Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo (Gv 10, 9). Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (Gv 10, 10). Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore (Gv 10, 11). Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me (Gv 10, 14). Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà (Gv 11, 25). Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14, 6). Io sono nel Padre e il Padre è in me (Gv 14, 10). Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo (Gv 15, 1). Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv 15, 5). La verità di Gesù è questa. Altre non sono verità di Gesù. Sono pensieri della terra su Gesù, ma non sono la verità di Gesù.

La mediazione di Gesù è universale nella creazione, nella redenzione, nella giustificazione, nella santificazione, in ogni relazione dell’uomo con il suo Dio, Creatore, Signore. La rivelazione del Vangelo secondo Giovanni esclude ogni interpretazione che dovesse osare andare oltre il tenore letterale delle parole del suo Vangelo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato” (Cfr Gv 1,1-18). Si toglie Cristo, è la non esistenza di nessuna cosa. È la non redenzione di nessuna cosa. È la rottura di ogni vera relazione tra l’umanità e il suo Signore. Si toglie Cristo e il mondo rimane senza alcuna salvezza, alcuna vita, alcuna verità, alcuna via, alcuna santità, alcuna nuova umanità.

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11.25-30).

A chi spetta l’obbligo di difendere, diffonde, annunziare, predicare la verità di Cristo Gesù, nella quale è la verità di ogni altra realtà esistente nella creazione di Dio? Questo obbligo è del cristiano. Ma quale cristiano potrà essere annunziatore del mistero di Gesù Signore? Solo quel cristiano che ogni giorno diviene verità di Cristo in Cristo, verità dello Spirito Santo nello Spirito Santo, verità del Padre nel seno del Padre, nel seno di Cristo, nel seno dello Spirito Santo. Chi si separa da Cristo, mai potrà parlare di Cristo secondo verità. La verità di Cristo il cristiano sempre dovrà attingerla nel cuore di Cristo e la potrà attingere solo chi abita nel cuore di Cristo. Chi è fori del cuore di Cristo, non è verità di Cristo, non potrà attingere la Parola di Cristo, mai potrà testimoniare Cristo. Anche se fosse capace per scienza umana di dire la verità di Cristo, mai potrebbe testimoniarla perché non lui è verità di Cristo in Cristo, nello Spirito Santo, nel seno del Padre. La sua sarebbe solo una parola di dottrina che lascia i cuori freddi. In essa manca il fuoco dello Spirito Santo, il solo che può incendiare ogni cuore di amore per Gesù Signore. La povertà cristiana oggi è proprio questa: incapacità di parlare secondo verità di Gesù Signore. Essendo incapaci di parlare secondo verità, necessariamente sempre parliamo dalla nostra falsità. Ed è questa falsità che aggrava la condizione spirituale del mondo. Non si dona Cristo Gesù secondo verità. Se ne dona uno secondo falsità. Si dona un Cristo della terra per la terra, non si dona il Cristo del Cielo per il Cielo, il Cristo che converte un cuore e lo salva.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Gesù Signore.