Riflessioni sulla giornata di formazione tenuta dal CIIS

 

Riflessioni sulla giornata di formazione tenuta dal CIIS
L’ISTITUTO SECOLARE “MARIA, MADRE DELLA REDENZIONE” 
PARTECIPA ALLA GIORNATA DI FORMAZIONE DEL CIIS-CONFERENZA ITALIANA ISTITUTI SECOLARI PER LA CALABRIA
Oasi Maranatha di Gasponi di Drapia (Tropea)
 
Cuore di Dio e modernità: spunti di riflessione
Una vocazione recente nella chiesa
Questa giornata ci ha consentito di approfondire alcuni aspetti della consacrazione laica, letta e compresa tramite i documenti del Magistero.
Si tratta di una vocazione relativamente recente nella storia della chiesa, visto che i primi germi di essa compaiono solo alla fine dell’Ottocento e vengono ratificati dal Decreto Ecclesia Cattolica con cui la chiesa inizia a riconoscere questa nuova via di impegno cristiano. Questo riconoscimento va di pari passo con la valorizzazione generale del ruolo dei laici nella chiesa, ruolo incisivo soprattutto nella dimensione sociale e culturale.
L’atto di nascita: 2 febbraio 1947
Un importante passo in avanti avviene con Pio XII che riprende il decreto Ecclesia Cattolica. Inoltre, nel maggio del 1938, con l’autorizzazione di Pio XI, si tiene a San Gallo, in Svizzera, un Convegno al quale intervengono fondatori e dirigenti di venti Sodalizi di laici consacrati a Dio, provenienti da diversi paesi. In questa circostanza viene redatta una Memoria Storico-giuridicocanonica sulle Associazioni di laici consacrati a Dio nel mondo, mandata, nel 1939, al Santo Padre Pio XII. Quest’ultimo continua sulla strada del riconoscimento di queste nuove realtà e, con il documento Provida Mater Ecclesia (2 febbraio 1947), firma l’atto ufficiale di nascita degli istituti secolari, rilevando una loro caratteristica essenziale: al laico consacrato non basta percorrere la via, sempre necessaria, della santità personale. Deve realizzare questa santità in comunione con gli altri laici consacrati.
Come sale evangelico che si ‘scioglie’ nel mondo
Nel 1948, Pio XII, nella Motu proprio Primo feliciter, chiarisce ancora di più il ruolo dei laici consacrati che, rimanendo nel mondo, cercano nuove forme di associazione per raggiungere la perfezione evangelica; l’immagine usata è quella evangelica della luce che va sempre alimentata alla scuola di Cristo e quella del sale che può dare a ogni realtà terrena il sapore della Parola di Dio solo se ‘si scioglie’ in questa realtà, non resta isolato, impacchettato, lontano. Con la parola e la vita, quindi, i laici consacrati sono chiamati a essere fermento di Cristo negli ambiti in cui operano, realizzando il loro apostolato non solo nel mondo, ma anche con i mezzi del mondo.
In continuo movimento e ascolto dello Spirito
Questa speciale vocazione viene approfondita durante il Concilio Vaticano II, in particolare con la Perfectae Caritatis (1965, n. 11) dove si parla esplicitamente della professione dei consigli evangelici di obbedienza, castità, povertà, mentre l’Ad gentes (n. 40) rileva come gli istituti secolari si sviluppino continuamente per azione dello Spirito Santo, offrendo alla chiesa il loro servizio per le missioni e l’evangelizzazione: «Poiché infine, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, si sviluppano sempre più nella Chiesa gli istituti secolari, la loro opera, guidata dall’autorità del vescovo, può riuscire sotto diversi aspetti utilissima nelle missioni, come segno di dedizione totale all’evangelizzazione del mondo».
I congressi internazionali e il bisogno di legare la modernità al cuore ricco di Dio
Ci sono, poi, i tre Congressi internazionali indetti da Giovanni Paolo II. Nel secondo, in particolare, del 1980, si sottolinea come gli istituti secolari siano un dono speciale dello Spirito Santo finalizzato a superare le discontinuità tra l’infinita ricchezza del cuore di Dio e le istanze della modernità. I congressi hanno ben evidenziato la profonda identità laicale dei consacrati, la necessità di non limitarsi all’impegno comune di ogni battezzato per diventare ‘pane spezzato’ per la salvezza dei fratelli; il bisogno di competenza nei vari ambiti professionali in cui il laico consacrato si impegna (con l’idea che egli deve ‘diventare’ tutto ciò che può ‘essere’, senza tralasciare nulla); la necessità di cambiare il mondo dall’interno,ascoltandone le esigenze, assumendolo, orientandolo alla Parola di Dio della quale il mondo stesso è ‘affamato’. Non a caso Giovanni Paolo II ha legato il documento Evangelii nuntiandi di Paolo VI proprio ai laici consacrati. Secolarità e beatitudini nella Vita consecrata di Giovanni Paolo II
Papa Wojtyla, inoltre, al n. 10 della esortazione post-sinodale, Vita consecrata, ha parlato con efficacia del ruolo degli istituti secolari, legandolo alle Beatitudini: «Attraverso la sintesi, che è loro specifica, di secolarità e consacrazione, essi intendono immettere nella società le energie nuove del Regno di Cristo, cercando di trasfigurare il mondo dal di dentro con la forza delle Beatitudini». Lo stile di comunione degli istituti secolari è quello della famiglia, più che della comunità. I laici consacrati, quindi, vivendo la comunione tra di loro, come parte di un’unica grande famiglia che guarda al Volto luminoso di Cristo, loro Maestro, sono chiamati a trasformare il mondo attraverso una più totale e perfetta conversione sì da suscitare una domanda di senso in quanti li incontrano per i sentieri del mondo. La spiritualità delle laiche consacrate a Maria, Madre della Redenzione e il Magistero
 
“Voi siete la luce del mondo”
 
Come laiche consacrate a Maria, Madre della Redenzione che vivono la spiritualità del Movimento Apostolico, con il carisma di ricordo e annuncio della Parola di Dio, siamo vicine alla via tracciata dai documenti ecclesiali e dalla riflessione teologica sugli istituti secolari:
1. essere Parola vivente di Dio in un mondo che ha fame e sete di Vangelo;
2. vivere nella concretezza del mondo una conversione radicale al Vangelo perché altri fratelli possano trovare la via, la verità, la vita che è solo Cristo;
3. essere luce e sale del mondo, diventando tutto ciò che possiamo essere, cioè tutto ciò che il Signore, nella sua infinita provvidenza e sapienza, desidera che diventiamo. Ogni vocazione, infatti, nasce dal cuore di Dio e richiede la risposta concreta e fedele della persona.
Che la Madre della Redenzione, invocata con il Santo Rosario, ci aiuti a dare una testimonianza gioiosa e credibile del Vangelo; ci aiuti a pregare con uno stile di comunione familiare e ci sostenga nell’offerta silenziosa della nostra vita a Dio.