vangelo del giorno

Non sapeva che cosa pensare

Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9
26 SETTEMBRE

Il Libro del Siracide rivela in modo mirabile la struttura ontologica dell’uomo. Egli è insieme da Dio, da se stesso, dagli altri, dalla terra. È fatto di presente da fare, ma proteso verso il futuro. È fatto e deve farsi. Non possiede la scienza, deve acquisirla. Non conosce la verità, deve apprenderla. L’uomo è un mistero incompiuto la cui compiutezza eterna dipende dalla sua volontà. È come se l’uomo fosse Dio di se stesso, ma sempre dipendente dal suo Creatore, Signore, Dio. Mistero nel mistero.

Il Signore creò l’uomo dalla terra e ad essa di nuovo lo fece tornare. Egli assegnò loro giorni contati e un tempo definito, dando loro potere su quanto essa contiene. Li rivestì di una forza pari alla sua e a sua immagine li formò. In ogni vivente infuse il timore dell’uomo, perché dominasse sulle bestie e sugli uccelli. Ricevettero l’uso delle cinque opere del Signore, come sesta fu concessa loro in dono la ragione e come settima la parola, interprete delle sue opere. Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore diede loro per pensare. Li riempì di scienza e d’intelligenza e mostrò loro sia il bene che il male. Pose il timore di sé nei loro cuori, per mostrare loro la grandezza delle sue opere, e permise loro di gloriarsi nei secoli delle sue meraviglie. Loderanno il suo santo nome per narrare la grandezza delle sue opere. Pose davanti a loro la scienza e diede loro in eredità la legge della vita, affinché riconoscessero che sono mortali coloro che ora esistono. Stabilì con loro un’alleanza eterna e fece loro conoscere i suoi decreti. I loro occhi videro la grandezza della sua gloria, i loro orecchi sentirono la sua voce maestosa. Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!» e a ciascuno ordinò di prendersi cura del prossimo. Le loro vie sono sempre davanti a lui, non restano nascoste ai suoi occhi.

Fin dalla giovinezza le loro vie vanno verso il male, e non sanno cambiare i loro cuori di pietra in cuori di carne. Nel dividere i popoli di tutta la terra su ogni popolo mise un capo, ma porzione del Signore è Israele, che, come primogenito, egli nutre istruendolo e, dispensandogli la luce del suo amore, mai abbandona. Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole, e i suoi occhi scrutano sempre la loro condotta. A lui non sono nascoste le loro ingiustizie, tutti i loro peccati sono davanti al Signore. Ma il Signore è buono e conosce le sue creature, non le distrugge né le abbandona, ma le risparmia. La beneficenza di un uomo è per lui come un sigillo e il bene fatto lo custodisce come la pupilla, concedendo conversione ai suoi figli e alle sue figlie. Alla fine si leverà e renderà loro la ricompensa, riverserà sul loro capo il contraccambio. Ma a chi si pente egli offre il ritorno, conforta quelli che hanno perduto la speranza.

Ritorna al Signore e abbandona il peccato, prega davanti a lui e riduci gli ostacoli. Volgiti all’Altissimo e allontanati dall’ingiustizia; egli infatti ti condurrà dalle tenebre alla luce della salvezza. Devi odiare fortemente ciò che lui detesta. Negl’inferi infatti chi loderà l’Altissimo, al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode? Da un morto, che non è più, non ci può essere lode, chi è vivo e sano loda il Signore. Quanto è grande la misericordia del Signore, il suo perdono per quanti si convertono a lui! Non vi può essere tutto negli uomini, poiché un figlio dell’uomo non è immortale. Che cosa c’è di più luminoso del sole? Anch’esso scompare. Così l’uomo, che è carne e sangue, volge la mente al male. Egli passa in rassegna l’esercito nel più alto dei cieli, ma gli uomini sono tutti terra e cenere (Sir 17,1-32).

Il re Erode non sa cosa pensare di Cristo Gesù. Non sa perché lui non si è formato nella conoscenza delle Scritture. Neanche si lascia illuminare dallo Spirito Santo. Vive nel peccato di adulterio. Quale scienza dell’Altissimo potrà avere? Nessuna. Il peccato chiude le porte della sapienza e della scienza secondo Dio. Priva l’uomo di ogni intelligenza soprannaturale. Anche questa è struttura ontologica dell’uomo. Chi vuole conoscere Dio e le sue opere deve smettere di peccare. Chi pecca non conosce.

Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo.

Erode potrà anche vedere Gesù, mai però lo potrà conoscere nella sua verità. Infatti quando lo vide non ebbe la scienza della verità di Cristo Signore. Lui lo vedeva nella veste di un mago. Poiché non fu esaudito nelle sue richieste, lo rimandò a Pilato.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci puri di cuore. Vedremo Dio e la sua eterna verità.