vangelo del giorno

Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio

1 Tm 1,1-2.1 2-14; Sal 15; Lc 6,39-42
13 SETTEMBRE

Ipocrita è l’immorale che predica la morale. L’egoista che grida alla gente come si ama. L’idolatra che invita a frequentare il suo tempio, la sua chiesa, la sua religione. Lo stolto che insegna la saggezza. Colui che trasgredisce ogni comandamento e poi si scaglia contro coloro che non li osservano. L’impuro che si straccia le vesti vedendo gli altri fare cose non perfettamente sante. Ipocrita è il cristiano che si vanta del Vangelo e della sua religione, disobbedendo però ad ogni Parola di Gesù Signore. L’ipocrisia è lo strumento con il quale Satana inganna gli uomini perché così può condurli con più facilità e disinvoltura nelle sue fauci di fuoco e di perdizione eterna. Nulla è più deleterio per la religione quando essa viene guidata, condotta, insegnata dagli ipocriti.

Quando dunque fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa (Mt 6, 2). Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa (Mt 6, 5). E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa (Mt 6, 16). Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello (Mt 7, 5). Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo (Mt 15, 7). Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché mi tentate? (Mt 22, 18). Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci (Mt 23, 13). Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo proselito e, ottenutolo, lo rendete figlio della Geenna il doppio di voi (Mt 23, 15).

Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità (Mt 23, 28). Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse: “Perché mi tentate? Portatemi un denaro perché io lo veda” (Mc 12, 15). Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: “Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia (Lc 12, 1). E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia (Gal 2, 13). Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene (Fil 1, 18). Sedotti dall’ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza (1Tm 4, 2). La sapienza che viene dall’alto invece è anzitutto pura; poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia (Gc 3, 17). Deposta dunque ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza (1Pt 2, 1).

Gesù vuole che quanti sono suoi discepoli guidino gli altri verso la purezza della fede, della carità, della speranza, con la loro vita interamente posta nel Vangelo. Mentre vivono tutto il Vangelo, se nello Spirito Santo ritengono che sia fruttuoso dire una parola di correzione, fatta però con tanto amore, che essa sia fatta, altrimenti si continua con la perfetta esemplarità. Un esempio insegna più che mille parole.

Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.

Nessuno può essere maestro per gli altri, se non è prima maestro per se stesso. è maestro per se stesso se viene guidato e mosso, come Gesù, sempre dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo fa da Maestro al discepolo, il discepolo ammaestrato dal Maestro divino fa da maestro ai suoi fratelli, ma sempre dallo Spirito Santo. L’ipocrita è maestro degli altri, ma non di se stesso. Ma può un immorale insegnare la moralità?

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che nessun discepolo di Gesù viva di ipocrisia.