Ma Gesù conosceva i loro pensieri
Col 1,24-2,3; Sal 61; Lc 6,6-11
9 SETTEMBRE
Gesù è perennemente sotto la tenda di luce dello Spirito Santo. Conosce ciò che c’è in ogni cuore e secondo questa conoscenza lui dona sempre una parola piena di ogni saggezza, verità, luce, prudenza, santità. Il Vangelo attesta questa verità. È in ogni sua pagina. Se Gesù non avesse parlato dalla piena e perfetta conoscenza del cuore dell’uomo, sarebbe stato lapidato fin dal primo giorno della sua missione. Scribi e farisei lo vedevano come il grande distruttore della loro falsa, immorale, ingannevole religione. Lo consideravano un vero impostore. La loro religione era intoccabile, immodificabile, non criticabile. Ad essa tutti si dovevano conformare.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo (Gv 2,23-25). Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo (Gv 6,14-15). Gesù riprese: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: costui infatti stava per tradirlo, ed era uno dei Dodici (Gv 6,70-71). Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto (Gv 13,1-5).
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene» (Lc 7,39-43). Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni qual è la via di Dio secondo verità. È lecito, o no, che noi paghiamo la tassa a Cesare?». Rendendosi conto della loro malizia, disse: «Mostratemi un denaro: di chi porta l’immagine e l’iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». Ed egli disse: «Rendete dunque quello che è di Cesare a Cesare e quello che è di Dio a Dio». Così non riuscirono a coglierlo in fallo nelle sue parole di fronte al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero (Lc 20,21-26).
Oggi Gesù deve agire con somma prudenza, intelligenza, sapienza. Per questo attira dalla sua parte il popolo che è nella sinagoga. Fa capire ad esso che il bene può essere fatto sempre, anche di sabato. Non c’è giorno in cui il bene non si può fare. Attirato il popolo dalla sua parte, compie il grande miracolo, solo dicendo una parola.
Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.
A questi farisei si potrebbe anche obiettare: “Voi di sabato dite tante parole vane, inutili, sciocche, frivole, spesso anche peccaminose e non peccate. Vi ritenete giusti, anzi santi. Perché se io, Gesù, dico una Parola di verità, giustizia, guarigione dovrei peccare? Se è peccato la mia Parola, infinitamente più peccato è la vostra parola”.
Madre di Dio, Angeli, Santi, dateci il santo discernimento del bene e del male.