vangelo del giorno

E troverete ristoro per la vostra vita

Es 3,13-20; Sal 104; Mt 11,28-30
18 LUGLIO

Ogni Parola proferita da Gesù va letta, interpretata, compresa nella luce della Parola della profezia che annunzia e rivela quanto il Signore si accinge a fare per il suo popolo. Il ristoro offerto da Dio, che è ristoro offerto in Cristo Gesù, per Lui, da Lui, con Lui, è il ritorno dell’uomo nella sua verità di origine, anzi in una verità ancora più grande. In Cristo l’uomo è fatto figlio di Dio e partecipe della sua divina natura. In Cristo il ristoro si fa pace vera con Dio, con se stessi, con i fratelli, con la creazione. È la pace di Dio, in Cristo, per lo Spirito Santo, il vero ristoro del cuore e della mente.

In quel tempo – oracolo del Signore – io sarò Dio per tutte le famiglie d’Israele ed esse saranno il mio popolo. Così dice il Signore: Ha trovato grazia nel deserto un popolo scampato alla spada; Israele si avvia a una dimora di pace». Da lontano mi è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. i edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa. Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno. Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno sulla montagna di Èfraim: “Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore, nostro Dio”. Poiché dice il Signore: Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla. Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Quando avrò cambiato la loro sorte, nella terra di Giuda e nelle sue città si dirà ancora questa parola: “Il Signore ti benedica, sede di giustizia, monte santo”. Vi abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, gli agricoltori e coloro che conducono le greggi. Poiché ristorerò chi è stanco e sazierò coloro che languono». «Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali renderò la casa d’Israele e la casa di Giuda feconde di uomini e bestiame. Allora, come ho vegliato su di loro per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di loro per edificare e per piantare. Oracolo del Signore. Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato» (Cfr. Ger 31,1-34).

Il ristoro è il frutto della mitezza e dell’umiltà di Cristo fatta nostra mitezza e umiltà. Con l’umiltà accogliamo tutta la volontà di Dio per la nostra vita rispondendo ad essa con perfetta, continua, ininterrotta obbedienza. Con la mitezza accogliamo su di noi tutto il male del mondo, tutte le sue croci, i suoi disprezzi, le sue angherie e ne facciamo un sacrificio e un olocausto per la redenzione dei nostri fratelli, bisogno di Cristo e della sua salvezza. Come Gesù ha obbedito a Dio e agli uomini, così farà il cristiano.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Il ristoro non è nella liberazione dalle croci che il mondo pone sulle spalle di chi è divenuto imitatore di Cristo, mite e umile di cuore, ma è nella grazia che ci fa vivere ogni croce, aiutandoci a trasformarla in un sacrificio di redenzione per il mondo. Il ristoro è vedere con gli occhi di Cristo, nella potente luce dello Spirito Santo, ogni sofferenza che colpisce la nostra vita. Senza la luce di Cristo la sofferenza è rifiutata dall’uomo. Senza la sua grazia diviene impossibile viverla. È la disperazione.

Madre di Dio, Angeli, Santi, colmateci di luce e di grazia in Cristo, per Lui, con Lui.