Sento compassione per la folla
Il Padre è ricco di misericordia, compassione, pietà, perdono verso l’uomo fatto da Lui a sua immagine e somiglianza. Gesù è il Portatore sulla nostra terra di tutta la misericordia del Padre. Lui è però Portatore speciale, perché sempre perfetto, sempre vigile, sempre attento non verso l’uomo, ma verso il Padre. Potremmo dire che Gesù non guarda l’uomo, guarda solo il Padre, il Padre guarda verso l’uomo e comanda a Cristo Gesù quale forma di misericordia usare: dono della verità, del perdono, della ricerca della pecorella smarrita, del nutrimento spirituale, del miracolo per il corpo, per l’anima, per lo spirito. Il Padre gli dice se deve nutrire il corpo oppure l’anima o anche lo spirito. Il Padre guarda, osserva, vede. Il Figlio obbedisce, porta, dona. In questa comunione si inserisce mirabilmente lo Spirito Santo, che mette il Padre in perfetta comunione con l’intera umanità, Cristo Gesù con il Padre, Cristo Gesù con l’umanità, essendo il solo ed unico Mediatore tra Dio e l’uomo. Senza lo Spirito che opera questa comunione, mai nessuna vera misericordia sarebbe possibile da parte del Padre per gli uomini.
Gli Apostoli ancora non hanno lo Spirito Santo, non guardano verso il Padre, mancano della vera visione del Padre che può essere solo nel suo Santo Spirito. Non conoscendo ancora il Padre e non possedendo lo Spirito di Dio non possono conoscere quale misericordia il Padre vuole oggi manifestare a tutti coloro che stanno seguendo Gesù Signore. Hanno difficoltà a pensare una qualche soluzione. Mancano della visione del Padre, sono privi dello Spirito Santo, non hanno alcuna scienza, sono anche carenti dell’onnipotenza del Padre. Esprimono a Cristo Gesù le loro titubanze e perplessità. In un deserto non si può sfamare tanta gente. Essi si sono dimenticati che il Padre ha sfamato il loro popolo per ben quarant’anni in un deserto, facendo piovere il pane dal cielo. Le verità di Dio mai si devono dimenticare, altrimenti è la confusione del cuore e della mente. Gesù invece sa che a Dio tutto è possibile.
Quanto oggi avviene in questo luogo, che è un vero deserto, deve insegnare a noi due grandi verità. Noi non dobbiamo all’uomo nessuna compassione che parte dal nostro cuore. Anche noi come Gesù, dobbiamo essere portatori della misericordia del Padre. Sempre dobbiamo essere dalla sua volontà, dal suo cuore, dai suoi desideri. Se siamo da noi ameremo sempre poco o in modo errato. Daremo il pane per il corpo, ma non la verità per l’anima, oppure daremo la verità dell’anima, ma non quella del corpo. Faremo del bene ad una persona, mentre il Padre vuole che siano altre persone ad essere travolte dalla sua misericordia. Questo vale anche per il luogo dove esercitare il nostro ministero sacro. Essere ministri di Cristo in un luogo anziché in un altro, non deve dipendere dalla nostra volontà, né da accordi “politici”, “diplomatici” tra chi comanda e chi obbedisce. Deve essere purissima obbedienza alla volontà di Dio che ci chiede di manifestare in quel luogo, per quel tempo la sua compassione. È Lui sempre che deve scegliere per noi tempi, persone, luoghi, momenti. Senza questa visione soprannaturale della vita tutto diventa ateismo. Siamo senza il cuore di Dio dal quale sempre partire.
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà (Mc 8,1-10).
Da Gesù questo dobbiamo sempre apprendere: essere perennemente dal Padre. Oggi si chiede a tutti di uscire, ma per andare dove? Dove vuole il Signore o vuole l’uomo, chiunque esso sia? Per fare cosa? Ciò che vuole l’uomo o ciò che vuole il Signore? Come ognuno potrà entrare in perfetta conoscenza e scienza della volontà di Dio? Mettendosi in comunione con lo Spirito Santo. È lo Spirito del Signore che deve fornisci la volontà del Padre e la sua scienza della misericordia e della compassione. È sempre lo Spirito di Dio che ci deve muore, perché ci rechiamo dove il Padre ha stabilito per noi. È sempre lo Spirito Santo che deve indicarci a chi concretamente dare tutta la misericordia del Padre e secondo quali forme attualizzarla. Se non viviamo in comunione con lo Spirito Santo, faremo cose umane, ma non divine. Possiamo anche trasformare la terra in un granaio per saziare tutti i poveri, ma forse non è questa l’opera che Lui ci chiede e che vuole che noi facciamo. Tutto è dallo Spirito Santo, tutto dalla sua comunione, tutto dalla comunicazione della scienza del Padre che Lui porta nei nostri cuori. Con Lui tutto diviene e si fa opera soprannaturale, opera della Beata Trinità in noi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, metteteci in comunione con lo Spirito.