Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”

2Cor 5,4-21; Sal 102; Mt 5,33-37
15 GIUGNO

La Parola rivela il cuore. Uomo pio, parola pia. Uomo buono, parola buona. Uomo, santo, parola santa. Uomo malvagio, parola malvagia. San Giacomo rivela che la lingua dell’uomo cattivo ha le sue radici nell’inferno ed è da esso che trae fuori la parola. Il Libro del Siracide ci esorta ad essere prudentissimi in ogni parola proferita.

Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che riceveremo un giudizio più severo: tutti infatti pecchiamo in molte cose. Se uno non pecca nel parlare, costui è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Se mettiamo il morso in bocca ai cavalli perché ci obbediscano, possiamo dirigere anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e spinte da venti gagliardi, con un piccolissimo timone vengono guidate là dove vuole il pilota. Così anche la lingua: è un membro piccolo ma può vantarsi di grandi cose. Ecco: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, il mondo del male! La lingua è inserita nelle nostre membra, contagia tutto il corpo e incendia tutta la nostra vita, traendo la sua fiamma dalla Geènna. Infatti ogni sorta di bestie e di uccelli, di rettili e di esseri marini sono domati e sono stati domati dall’uomo, ma la lingua nessuno la può domare: è un male ribelle, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini fatti a somiglianza di Dio. Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione. Non dev’essere così, fratelli miei! La sorgente può forse far sgorgare dallo stesso getto acqua dolce e amara? Può forse, miei fratelli, un albero di fichi produrre olive o una vite produrre fichi? Così una sorgente salata non può produrre acqua dolce (Gc 3,1-12).

Maledici il calunniatore e l’uomo che è bugiardo, perché hanno rovinato molti che stavano in pace. Le dicerie di una terza persona hanno sconvolto molti, li hanno scacciati di nazione in nazione; hanno demolito città fortificate e rovinato casati potenti. Le dicerie di una terza persona hanno fatto ripudiare donne forti, privandole del frutto delle loro fatiche. Chi a esse presta attenzione certo non troverà pace, non vivrà tranquillo nella sua dimora. Un colpo di frusta produce lividure, ma un colpo di lingua rompe le ossa. Molti sono caduti a fil di spada, ma non quanti sono periti per colpa della lingua. Beato chi è al riparo da essa, chi non è esposto al suo furore, chi non ha trascinato il suo giogo e non è stato legato con le sue catene. Il suo giogo è un giogo di ferro; le sue catene sono catene di bronzo. Spaventosa è la morte che la lingua procura, al confronto è preferibile il regno dei morti. Essa non ha potere sugli uomini pii, questi non bruceranno alla sua fiamma. Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno, fra costoro divamperà senza spegnersi mai. Si avventerà contro di loro come un leone e come una pantera ne farà scempio. Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa, e sulla tua bocca fa’ porta e catenaccio. Metti sotto chiave l’argento e l’oro, ma per le tue parole fa’ bilancia e peso. Sta’ attento a non scivolare a causa della lingua, per non cadere di fronte a chi ti insidia (Sir 28,13-26).

In Cristo Gesù, il cristiano è divenuto amore nel Padre. La sua parola deve essere il frutto del suo amore, deve essere frutto che nasce dall’amore per condurre all’amore. Deve essere pertanto parola di verità, giustizia, carità. È divenuto grazia in Gesù Signore. La sua parola deve sempre produrre grazia di salvezza e di redenzione. È divenuto comunione nello Spirito Santo. La sua parola deve sempre creare pace, riconciliazione, comunione grande tra gli uomini. Per questo il suo sì deve essere sì, nella verità. Il suo no deve essere no nella giustizia, nella carità, nella misericordia.

Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

Quelli del cristiano non sono dei “sì” o dei “no” arbitrari. Sono “sì” e “no” generati in lui dall’amore e dalla giustizia. Al giusto e all’amore si dice sempre sì. All’ingiusto e al falso si dice sempre no. Gesù ha detto sì alla croce. Ha detto no al rinnegamento del Padre. Ha detto sì alla carità sempre. Ha detto no all’egoismo e ai pensieri del mondo.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che diciamo i nostri “sì” e “no” secondo verità e amore.