vangelo del giorno

In quel giorno chiederete nel mio nome

At 18,23-28; Sal 46; Gv 16,23b-28
1 GIUGNO

La prima preghiera elevata a Dio nel nome della fede di un altro è quella del servo di Abramo. È elevata a Dio nell’obbedienza e perché l’obbedienza raggiunga il suo fine. Preghiera, obbedienza, fine devono essere una cosa sola. Non si può pregare nel nome di Cristo, senza l’obbedienza a Cristo, senza raggiungere il fine di Cristo. Il fine di Eliezer era quello di trovare una sposa al figlio del suo padrone. Ma anche il nostro fine è quello di trovare una sposa a Cristo Gesù, divenendo anche noi però vera sposa di Cristo. Se preghiera, obbedienza, fine non sono una cosa sola, la preghiera è vana.

Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco». Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio». Il servo mise la mano sotto la coscia di Abramo, suo padrone, e gli prestò così il giuramento richiesto.

Il servo prese dieci cammelli del suo padrone e, portando ogni sorta di cose preziose del suo padrone, si mise in viaggio e andò in Aram Naharàim, alla città di Nacor. Fece inginocchiare i cammelli fuori della città, presso il pozzo d’acqua, nell’ora della sera, quando le donne escono ad attingere. E disse: «Signore, Dio del mio padrone Abramo, concedimi un felice incontro quest’oggi e usa bontà verso il mio padrone Abramo! Ecco, io sto presso la fonte dell’acqua, mentre le figlie degli abitanti della città escono per attingere acqua. Ebbene, la ragazza alla quale dirò: “Abbassa l’anfora e lasciami bere”, e che risponderà: “Bevi, anche ai tuoi cammelli darò da bere”, sia quella che tu hai destinato al tuo servo Isacco; da questo riconoscerò che tu hai usato bontà verso il mio padrone» (Gen 24,1-16).

Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Ma, certo, voi mi sopportate. Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. Temo però che, come il serpente con la sua malizia sedusse Eva, così i vostri pensieri vengano in qualche modo traviati dalla loro semplicità e purezza nei riguardi di Cristo (2Cor 11,1-3).

Il cristiano non solo deve chiedere al Padre nel nome di Cristo di poter portare tutto il mondo a Cristo, ma anche che Gesù sia creduto nella sua verità di Redentore, Salvatore, Mediatore unico tra Dio e ogni uomo. Ecco allora il fine della preghiera nel nome di Gesù: rendere credibile nel mondo il nome di Gesù Signore.

In verità, in verità io vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena. Queste cose ve le ho dette in modo velato, ma viene l’ora in cui non vi parlerò più in modo velato e apertamente vi parlerò del Padre. In quel giorno chiederete nel mio nome e non vi dico che pregherò il Padre per voi: il Padre stesso infatti vi ama, perché voi avete amato me e avete creduto che io sono uscito da Dio. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre».

Il fine della preghiera mai dovrà essere dimenticato dal discepolo di Gesù. Lui tutto deve operare, dire, pensare perché attraverso la sua vita sia resa a Cristo la più grande gloria. Cosa è la gloria di Cristo? La sua verità. Il cristiano opera perché la verità di Cristo Signore sia fatta sua verità da parte di ogni uomo. Pregando nel nome di Cristo e venendo esaudita la sua preghiera, lui attesterà al mondo intero che Gesù è vero in ogni sua Parola. Chi vuole può convertirsi a Lui per avere la vita eterna.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che preghiera, obbedienza, fine siano una cosa sola.