Allora vollero prenderlo sulla barca
At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21
4 MAGGIO
Per comprendere quanto è detto degli Apostoli dopo aver visto Gesù camminare sul mare – Allora vollero prenderlo sulla barca – dobbiamo lasciarci aiutare dallo stesso Vangelo secondo Giovanni. Prima però chiediamoci: quanto è essenziale la volontà nella relazione tra Gesù e il Padre, non solo in ragione della sua umanità, ma anche in relazione alla sua Figliolanza eterna? Nel tempo e nell’eternità tutto è dalla volontà.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica» (Gv 4,31-38).
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,35-40).
Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50).
Nell’eternità e nel tempo Gesù è sempre dalla volontà del Padre. Lui vive per ascoltare il Padre. Lui vuole in ogni istante fare solo la volontà del Padre. Non c’è un solo attimo dell’eternità e del tempo in cui Gesù non debba volere la volontà del Padre. Anche al fiume Giordano, Lui fece dono per intero della sua volontà al Padre, ogni attimo della sua esistenza e della sua missione doveva ripetere questo dono. Tutte le tentazioni di Gesù a questo miravano: separarlo dalla volontà del Padre. Fargli ritirare il dono fatto. Far sì che Gesù non volesse dal Padre per il Padre. Lui si fece obbedienza fino alla morte di croce. Il dono fu pieno, sempre, in ogni momento, dinanzi ad ogni persona.
Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Anche il discepolo di Gesù deve inserirsi in questa verità del dono della volontà. Invece noi non diamo la volontà a Cristo neanche nel momento in cui celebriamo i sacramenti. Battesimo, cresima, eucaristia, penitenza, unzione degli infermi, ordine sacro, matrimonio spesso vengono celebrati senza pensare che in quel momento il dono della volontà è fatto una volta per sempre. Mancando questo dono iniziale, mancherà anche il dono successivo. Sempre si deve volere la volontà di Gesù. Se essa non è voluta, Lui non può salire sulla barca del sacramento ricevuto e non c’è vita.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate della nostra vita un dono della volontà a Gesù.