I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose
Gesù è mistero divino e umano. In Lui si compie ogni Parola del Padre precedentemente annunziata, profetizzata, rivelata, giurata. I discepoli ancora sono impastati di carne con tutta la sua corruzione di falsità, inganno, tenebra. Mai potranno comprendere il mistero di Cristo Signore. Come Gesù lo vive nello Spirito Santo, così essi solo nello Spirito Santo lo potranno conoscere. Per questa ragione sempre è detto nei Vangeli che i discepolo non comprendevano quanto avveniva attorno ad essi. Mancava in loro la luce soprannaturale, senza la quale vi è un abisso incolmabile tra il mistero di Cristo vero Dio e vero uomo e ogni mente fatta di carne.
Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato persone senza colpa (Mt 12, 7). Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono (Mt 13, 13). E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete (Mt 13, 14). Tutte le volte che uno ascolta la parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada (Mt 13, 19). Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dá frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta” (Mt 13, 23). Allora essi compresero che egli non aveva detto che si guardassero dal lievito del pane, ma dalla dottrina dei farisei e dei sadducei (Mt 16, 12). Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista /Mt 17, 13). Quando dunque vedrete l’abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo – chi legge comprenda – (Mt 24, 15). Continuò dicendo loro: “Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? (/Mc 4, 13). Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni (Mc 9, 32). Ma essi non compresero le sue parole (Lc 2, 50).
Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento (Lc 9, 45). Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto (Lc 18, 34). “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi (Lc 19, 42). Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole (Gv 8, 43). Sul momento i suoi discepoli non compresero queste cose; ma quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che questo era stato scritto di lui e questo gli avevano fatto /Gv 12, 16). Ha reso ciechi i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi e non comprendano con il cuore, e si convertano e io li guarisca! (Gv 12, 40). Dicevano perciò: “Che cos’è mai questo “un poco” di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire” (Gv 16, 18). Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti (Gv 20, 9).
Quando poi si cammina di peccato in peccato, allora il mistero di Gesù non solo non è compreso, diviene mistero che infastidisce, disturba, rovina. Chi è nel peccato rivolge a Cristo Gesù la stessa accusa che gli rivolgeva Satana: “Sei venuto a rovinarci”. Nel peccato Cristo Signore è visto come la rovina dell’umanità. Rovina è il suo Vangelo, la sua Parola, la sua morale, la sua Legge. Oggi sono tanti i cristiani che vedono il Vangelo come disturbo, impedimento al vero amore che è senza legge e senza morale. Quando Cristo dona fastidio e lo si vuole cancellare è il segno che il peccato ci sta consumando. Siamo intessuti di male, allo stesso modo che la natura di Satana è fatta di male che si manifesta sotto forma di odio.
Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme, prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele!». Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto: Non temere, figlia di Sion! Ecco, il tuo re viene, seduto su un puledro d’asina. I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che di lui erano state scritte queste cose e che a lui essi le avevano fatte. Intanto la folla, che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli dava testimonianza. Anche per questo la folla gli era andata incontro, perché aveva udito che egli aveva compiuto questo segno. I farisei allora dissero tra loro: «Vedete che non ottenete nulla? Ecco: il mondo è andato dietro a lui!» (Gv 12,1-12-19).
Se vogliamo entrare nella comprensione del mistero di Cristo Gesù dobbiamo abbandonare il peccato, che è trasgressione della Legge del Signore, spogliarci da ogni vizio che oscura la luce dalla nostra mente e rende il cuore di pietra. Dobbiamo altresì comporre l’unità dello Spirito Santo, accogliendo il carisma, il ministero, la grazia di ogni altro fratello. Occorre infine trasformare la nostra vita in carità perenne. Facendo questo, a poco a poco la nostra mente comincia ad illuminarsi e lo Spirito di Dio può riversare in essa tutta la sua sapienza, intelligenza, verità. Con la sua presenza in noi, tutto si rischiara. Ma questo è un dono purissimo dello Spirito. Anche un corpo capace di accogliere lo Spirito è opera dello Spirito.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che anima, corpo, mente, cuore siano pieni di Spirito Santo.