Quanto volete darmi perché io ve lo   consegni?

Is 50,4-9a; Sal 68; Mt 26,14-25
17 APRILE

La storia è il risultato di molteplici responsabilità. Ogni persona, quando la storia passa dinanzi alla sua particolare responsabilità, è obbligata a darle la giusta direzione verso il bene, collaborando perché ci si incammini sulla via della verità e si abbandoni la strada della falsità e del peccato, della trasgressione e della disobbedienza alla volontà di Dio, ma soprattutto, se non può orientarla verso il bene, deve assolutamente evitare di prestarle il suo contributo di male. Questo può avvenire solo vincendo ogni tentazione e rimanendo nella più pura obbedienza alla volontà del Signore nostro Dio e Creatore. La tentazione può essere diretta e indiretta, palese o nascosta, evidente e meno evidente. È dovere di ogni uomo non lasciarsi trascinare nella tentazione, ma anche è suo obbligo non tentare i suoi fratelli. La donna si lascia tentare dal serpente. Trascina la sua storia nella disobbedienza. Si ferma a se stessa? No. Tenta l’uomo, il quale, lasciandosi da lei sedurre, trascina tutta l’umanità futura nella morte nel quale lui ha portato la natura umana. Se Adamo non avesse ceduto alla tentazione, l’umanità di sicuro avrebbe avuto tutt’altro futuro. Questa verità deve insegnarci che dalla nostra persona può nascere il bene oppure il male, la vita o la morte per l’intera umanità. Nessuno pensa che è sufficiente una sola sua decisione per orientare la storia verso una direzione anziché verso un’altra. Tutti sono convinti che la storia è fatta da altri. Ogni uomo è simile ad una goccia d’acqua. Da solo nulla può fare. Nel momento in cui due gocce d’acqua si mettono assieme, allora iniziano i grandi disastri. Urge interrompere ogni unione di male, urge costruire ogni comunione nel bene. Come la forza del male è l’unione di più persone che si consegnano ad esso, così la forza del bene è la comunione e la perseveranza nell’obbedienza di quanti si consacrano alla Parola. Gesù è venuto per creare una potentissima comunione nella verità e nella luce, nella bontà e nella grazia, nella giustizia e nella santità. Alla comunione si è obbligati.

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

Caifa e il sinedrio hanno deciso di uccidere Gesù. Chiediamo aiuto alla popolazione di Gerusalemme. Non lo chiedono in modo nascosto, ma palese, pubblico. Chi sa dove si nasconde Gesù, venga, lo dica. Così potrà essere arrestato, processato, condannato, ucciso. Non si parla di alcuna ricompensa in denaro. Giuda non è stato tentato da nessuna persona. Nessuno lo ha circuito perché tradisse il Maestro. È stato lui che si è lasciato tentare, così come è stato lui che liberamente si è presentato dai capi dei sacerdoti, volendo consegnare Gesù. È stato lui che ha chiesto del denaro come prezzo o mercede per la sua azione di tradimento. Chi ha tentato Gesù è la sua concupiscenza, il suo amore per il denaro, la sua sete insaziabile. Lui non ha permesso allo Spirito Santo di entrare con la sua fortezza, sapienza, scienza nel suo cuore. La carne ha avuto il sopravvento in lui. Giuda deve a tutti insegnare, specie agli uomini di religione, che, se noi non cresciamo in grazia, al momento della tentazione di sicuro cadremo. Non ci sono giustificazioni per noi. C’è un peccato a monte che ci rende responsabili dinanzi a Dio e agli uomini. Evitare il primo peccato è necessario.

Madre di Dio, Angeli, Santi, aiutateci ad evitare sempre il primo peccato.