VERSO IL NATALE DEL SIGNORE 2016 – RIFLESSIONI SULLE SETTE ANTIFONE MAGGIORI – O REX GENTIUM

O Rex Gentium, et desideratus earum, lapisque angularis, qui facis utraque unum: veni, et salva hominem, quem de limo formasti.

O Re delle Genti, da esse desiderato, e pietra angolare, che riunisci tutti nell’unità: vieni, e salva l’uomo, che hai plasmato dal fango.

O RE DELLE GENTI: Chi viene è il re delle genti, il re dei popoli, il Re dei re e il Signore dei signori. Vi è però infinita differenza tra un re delle genti che ottiene il titolo per conquista, sottomissione, uccisione, devastazione, distruzione, strage e Gesù, che lo ottiene per dono dal Padre. Come il Padre è il Signore di tutte le genti, perché esse da Lui sono state create, così Cristo Signore è Re delle genti, perché per mezzo di Lui esse sono state create e per mezzo di Lui dovranno essere redente. Per creazione e per redenzione Gesù è il Re delle genti.

Gesù è il Re delle genti nella sua umanità, perché da Lui conquistate per il mistero della sua croce. Gesù ha offerto al Padre la vita per la redenzione di ogni uomo, ogni nazione, ogni popolo, ogni lingua, ogni tribù. Il Padre ha accolto questo suo dono e gli ha consegnato tutti i popoli perché fossero da Lui redenti, giustificati, santificati, condotti nel suo regno eterno. Questa missione di redenzione e santificazione dura per tutti i secoli e non soltanto per il momento in cui Gesù è stato sulla croce.

Come oggi Gesù esercita la sua regalità universale? Come converte e attrae le genti nel suo regno? Attraverso la mediazione del suo corpo che è la Chiesa. È il corpo di Cristo, la Chiesa, in ogni suo figlio, dal battezzato, al cresimato, al consacrato presbitero o vescovo, a Colui che è posto a capo di essa, che deve impegnare ogni sua energia spirituale e fisica, se è necessario anche attraverso il suo corpo consegnato alla croce, perché ogni uomo diventi regno di Dio, in Cristo, per opera dello Spirito Santo.

Una verità, che la Chiesa mai deve dimenticare, esige che sempre si pensi che non c’è regno di Dio se non nel corpo di Cristo, anzi che è il corpo di Cristo il regno di Dio, perché è nel corpo di Cristo che si diviene figli adottivi del Padre e partecipi della sua natura divina. Cristo è la via del regno ed è il regno. Anche se molti sono regno di Dio per desiderio, devono divenire regno di Dio per conoscenza, volontà, scelta, adesione a Cristo, conversione a Lui, facendo parte di Lui, divenendo con Lui una cosa sola. Va per questo condannata la teorie del cristianesimo anonimo. Esso vale per il mondo, non vale per la Chiesa.

Spieghiamo il concetto. La coscienza, il desiderio di bene, la volontà di rettitudine valgono come salvezza per coloro che mai hanno conosciuto Cristo. Coscienza, desiderio di bene, volontà di rettitudine, per volontà di Cristo Gesù, devono divenire coscienza evangelica, desiderio secondo purissima fede, rettitudine secondo perfetta conoscenza e professione della verità di Cristo Gesù, non fuori di Cristo Gesù, ma in Cristo, per Cristo, con Cristo. Ciò che è implicito vale per chi rimane nell’implicito. Non vale per la Chiesa, la quale ha l’obbligo di coscienza obbligo morale, responsabilità grave sulla sue spalle, pena la condanna eterna per omissione, di rendere realtà cristica ciò che è anonimo e solo desiderio del cuore.

La Chiesa, per mandato divino, deve dare a tutte le genti il loro Re, perché lo onorino, lo ascoltino, ne compiano la volontà non in modo invisibile, immaginario, ma visibile, reale. Visibilmente e realmente esse devono attestare che Gesù è il solo loro Re e questa attestazione deve avvenire nel suo corpo, dal suo corpo, per il suo Corpo, divenendo anch’esse testimoni e missionari di Gesù, perché ogni altro uomo giunga alla conoscenza di Cristo Signore e diventi suo corpo, nel suo corpo, per il suo corpo. Gesù non solo è il Re delle genti per volontà del Padre, deve essere Re delle genti per conoscenza e per appartenenza, per scelta e per conversione e questo ministero oggi appartiene alla Chiesa.

Così muore anche l’altro principio, altamente diabolico, dell’adorazione del Dio unico. Senza Cristo non c’è regno di Dio, perché il regno di Dio si può costruire solo in Cristo Gesù. È il suo corpo il principio dell’unità di tutti i figli di Dio, anche perché da figli per creazione si deve divenire figli per adozione e questa figliolanza è opera dello Spirito Santo e si realizza solo in Gesù Signore. Veramente, realmente, essenzialmente tutto deve avvenire nel corpo di Cristo. Senza il corpo di Cristo non c’è rigenerazione, figliolanza adottiva, dono dello Spirito Santo. Cristo è Re delle genti, come loro vero capo, capo del corpo. O la Chiesa si riappropria della sua verità e della purezza della fede, o non ha ragion d’esistere sulla nostra terra.

La Chiesa muore, è morta, con la teoria del cristianesimo anonimo. La Chiesa muore, è morte, con l’altra diabolica teoria del Dio unico. Questo Dio unico esclude Cristo e lo Spirito Santo, esclude la Chiesa e i suoi segni sacramentali di grazia, esclude la visibilità al regno nel corpo di Cristo, esclude il Vangelo come via di salvezza, esclude l’appartenenza alla Chiesa quale via necessario per giungere a Cristo, giungere al Padre. Dio ha dato tutto a Cristo. Cristo si è messo tutto nelle mani della Chiesa. Ora è la Chiesa che deve portare tutta l’umanità a Cristo, perché Cristo la doni al Padre. Se la Chiesa non compie la sua opera, perché anch’essa si è lasciata confondere dalla falsità del mondo, Cristo rimane senza regno e Dio rimane senza veri figli di adozione. Ma la responsabilità è tutta della Chiesa.

È giusto che vi sia coerenza tra ciò che si “prega” e ciò che si confessa e ciò che si vive. Non si può pregare in un modo e poi agire in un altro. La regola del pregare è regola del credere, la regola del credere è regola dell’agire. Se noi preghiamo Cristo come Re delle genti, Lui deve essere Re visibile e non solo invisibile, deve essere Re con la sua Legge e non secondo i desideri del cuore, deve essere Re nel suo corpo visibile e non solo per immaginazione, fantasia. Se però la Chiesa, il cristiano perdono la loro verità, Cristo perde la sua verità, lo Spirito Santo perde la sua verità, il Padre perde la sua verità, l’umanità intera perde la sua verità. Tutto è dalla verità della Chiesa. Poiché oggi la Chiesa sta perdendo la sua verità, tutto l’universo visibile e invisibile, creato ed eterno, sta perdendo la sua verità.

È verità eterna, per volontà di Dio, per conquista di Cristo dalla croce, per dono del Padre che Gesù sia realmente, visibilmente, essenzialmente, nel suo corpo, Re delle genti. Questa verità è stata consegnata alla Chiesa. Spetta oggi ad essa darle compimento storico, facendo sì che tutte le genti conoscano Cristo e lo accolgano come loro vero Re, divenendo con Lui un solo corpo, una sola vita. Questa responsabilità obbliga ogni figlio della Chiesa in “solidum”. Se manca uno, deve supplire l’altro. Essa va vissuta senza alcuna interruzione.

DA ESSE DESIDERATO: Esaminando la Scrittura, vi sono pochi riferimenti a questo desiderio delle Genti di accogliere Cristo Gesù come loro Re e Salvatore. In Isaia si parta di un’attesa delle isole. Esse attendono che il Messia venga a salvarle. Vi è un desiderio nascosto nel cuore di salvezza e di redenzione. San Paolo afferma che anche la creazione attende di essere liberata dalla caducità alla quale il peccato l’ha sottomessa.

Come intendere allora questo desiderio delle Genti? Anche se dalla Scrittura non è direttamente, esplicitamente, rivelato, noi sappiamo che la natura dell’uomo, corpo, anima, spirito, tende verso il suo Creatore naturalmente. Essa desidera, aspira, brama la sua verità. La verità le è stata tolta dalla volontà dell’uomo. Questa verità le deve essere donata, altrimenti essa rimane nella perenne sofferenza. Di nessuna cosa la natura ha bisogno se non di ritornare nella sua verità. È questo desiderio della natura che viene manifestato in questa preghiera.

La tentazione afferra la volontà e la spinge a voler essere come Dio, senza Dio. Resta però la natura, che sente prepotentemente se stessa come essere da Dio, che trova in Lui la sorgente della sua verità e della sua vita. La volontà spinge l’uomo, vinto dalla tentazione, a ricevere la vita dalla cose. La natura invece lo spinge perché attinga la vita dalla vita eterna che è il suo Signore, Creatore, Dio. Questo desiderio è inconscio. È dell’anima, dello spirito, del cuore, che è perennemente vuoto, perché privo dell’Autore di esso.

Questo desiderio inconscio della natura deve divenire desiderio cosciente della volontà, della razionalità, dello spirito, dell’anima. Questo può avvenire in un solo modo. Attraverso il dono di Cristo, che si compie per l’annunzio del suo Vangelo. Si annunzia Cristo, si dona Cristo, si diviene corpo di Cristo, si è resi partecipi della natura divina, il cuore trova la sua quiete, a condizione che sempre viva in Cristo, con Cristo, per Cristo.

Gesù ha affidato ai suoi Apostoli, e in comunione di verità e di grazia con essi, ai loro collaboratori, i presbiteri, la missione di dare compimento al desiderio della natura umana. Si noti bene con somma attenzione. Agli Apostoli non è stato data la missione di conquistare e portare nel regno di Cristo, essendo Lui il loro Re, tutte le genti. Ha dato invece la missione di annunziare a tutte le genti che il compimento di ogni loro desiderio si sarebbe compiuto in pienezza di verità sono divenendo in Cristo, con Cristo, per Cristo, suo corpo, sua vita, sua Chiesa. Indipendentemente dalla risposta dell’uomo, se accoglie o non accoglie, se sceglie e non sceglie di dare compimento al desiderio del suo cuore in Cristo, è obbligo degli Apostoli e dei solo collaboratori, di tutto il corpo che è la Chiesa, in comunione con essi, annunziare il Vangelo ad ogni Creatura, ad ogni nazione, facendo l’offerta di Cristo Gesù. Chi accoglie, entra in Cristo, si lascia governare da Cristo, si colma di vita eterna. Chi non accoglie, rimane nella non vita, perché la vita e solo in Cristo e per Cristo.

Gli Apostoli, sono Apostoli, per obbedire a Cristo Gesù. Tutto il corpo di Cristo è corpo di Cristo per compiere la missione che Cristo gli ha affidato, La Chiesa deve realizzare la sua missione, sempre guidata, sorretta, illuminata, fortificata dallo Spirito Santo. Nello Spirito Santo, la Chiesa realizza la missione, manifestando, vivendo, testimoniando, annunziando Il Vangelo e generando i cuori facendoli divenire corpo di Cristo, da vero corpo di Cristo essa stessa. Solo quanti vivono da vero corpo di Cristo potranno annunziare secondo verità il Vangelo di Cristo e solo chi è vero corpo di Cristo potrà generare Cristo in quanti accolgono la Parola. Non basta l’annunzio del Vangelo, occorre mostrare al vivo Cristo Gesù e le novità di vita del suo regno.

La Chiesa ogni giorno deve dare compimento al desiderio inconscio di Cristo che è in ogni cuore. Spetta ad essa, solo ad essa, compierlo, realizzarlo, renderlo storia. Nessun altro al mondo lo potrà compiere. Se la Chiesa non lo compie, l’umanità rimarrà nella sua incompiutezza e cerca altrove la sua verità, ma sarà una ricerca che dona morte, mai potrà donare vita eterna. È grande la responsabilità della Chiesa. Per essa l’uomo compie il suo desiderio di natura. Per essa rimane per sempre terra arida, senz’acqua.

E PIETRA ANGOLARE: Gesù è pietra angolare, è la pietra che dona stabilità eterna alla casa di Dio, unendo mirabilmente Antico e Nuovo Testamento. È in Lui che la rivelazione trova la sua stabilità, definitività, completezza, perfezione. Dove Lui viene scartato, si costruisce solo con mota, neanche con pietre, perché le pietre, cioè le parole di Dio, sono vere, stabili, solo se attingono verità e stabilità Lui. Senza di Lui non ci sono pietre. Ogni pietra è stabile solo in Lui, mai senza di Lui. Anzi ogni pietra rimane pietra solo se abita in Lui. Se non abita in Lui, smette di essere pietra, diviene fragile argilla, senza alcuna consistenza.

Gesù è pietra angolare perché è in Lui che la “pietra umana”, cioè il cuore dell’uomo si unisce in modo stabile, duraturo, eterno, con la “pietra divina”, cioè con il cuore del Padre, dal quale riceve verità, stabilità, vita, eternità, compimento del suo vero essere. Senza Cristo Signore, questa unità tra le due “pietre”, mai potrà avvenire e l’uomo rimane in eterno fragile, inconsistente argilla. Oggi pietra angolare della pietra umana e della pietra divina è Cristo nel suo corpo che è la Chiesa. Senza la Chiesa, Cristo manca del suo corpo storico, senza il quale nessun vero incontro con Lui potrà avvenire. Senza la Chiesa, fuori di essa, si è fuori di Cristo e senza Cristo, il vero incontro con Dio non si compie. C’è il desiderio con Dio, mai l’unità con Dio, perché questa unità è possibile solo nel corpo di Cristo che è la sua Chiesa.

Gesù è pietra angolare perché è in Lui che i due popoli, i figli di Abramo e i figli delle Genti trovano vera, perfetta unità. È in Cristo che i due popoli divengono un solo popolo. Dove Cristo viene escluso, ogni popolo rimane nella sua singolarità, solitudine, isolamento dagli altri. Quando i popoli non si incontrano, non si amano, non diventano una cosa sola, è il segno che essi non sono stati inseriti in questa pietra angolare. Ma anche per i popoli vale quando è detto per l’uomo. Il nuovo popolo di Dio, il suo nuovo popolo, che è anche il solo popolo di Dio, è la sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. È il popolo che ha un solo Pastore e dimora in un solo ovile. Anche questa verità va gridata. Ma si è assai distanti dal comprendere, dal vivere, dall’accogliere, dal realizzare questa verità.

La Chiesa è la verità dell’uomo, delle nazioni, dei popoli. Ogni uomo, nazione, popolo che vuole trovare la sua verità, necessariamente deve divenire corpo di Cristo, Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. Non vi sono altre vie per la riunificazione del genere umano. È Cristo il Re delle genti, il Re dei popoli, il Re delle nazioni, il Re dell’uomo. O ci si lascia governare da questo unico e solo Re dato a noi dal Signore, oppure la divisione consumerà popoli e nazioni, lingue e tribù. L’uomo può anche non credere nel suo Re, può anche distruggerlo, cancellarlo, distruggerà se stesso, si cancellerà dalla storia. L’unità è solo Cristo, solo in Cristo, solo per Cristo. Non c’è altra legge di unità per l’uomo se non quella di Cristo Gesù. Tutte le altre leggi sono leggi di peccato e di morte. L’uomo è da Dio per Cristo. L’uomo è se stesso per gli altri, solo se è nella sua verità. La sua verità è da Dio in Cristo. Anzi la verità dell’uomo è Cristo, è il suo essere in Cristo. Altre vie il Signore non le ha donate, perché semplicemente non esistono.

CHE RIUNISCI TUTTI NELL’UNITÀ: Come Cristo Signore riunisce tutti in unità? Chiamandoli a divenire suo corpo, suo sangue, sua vita, cellule del suo corpo. Gesù non riunisce tutti, attraendo tutti a sé e chiedendo a ciascuno che si lasci governare da Lui, come il pastore governa il suo gregge. L’unità dei popoli non è morale, è ontologica. Non è solo di volontà. è di essenza. È unità per nuova creazione o rigenerazione, per lavacro nell’acqua e nello Spirito Santo. È per inserimento nel corpo di Cristo. per vivere da vero corpo di Cristo.

Uniti si può essere allora per conversione e per sacramento. Per conversione si sceglie Cristo. Per sacramento si diviene corpo di Cristo. Come Cristo divenne una cosa sola con noi per incarnazione, o assunzione della natura umana, così l’uomo diviene una cosa sola con Cristo tramite sacramento, cioè per nuova rigenerazione in Lui ad opera dello Spirito Santo. La nostra unità con Lui non è di volontà, di mente, di cuore, di scelta, di accoglienza, di sequela. È unità di natura, essenza, di solo corpo, sola vita, sola realtà. Questa unità va conservata nutrendoci di Lui, grazia di Parola e grazia di vita eterna, nel sacramento dell’Eucaristia.

L’unità è possibile solo in Cristo, con Cristo, per Cristo, divenendo corpo di Cristo, sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica, venendo nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa. L’unità invisibile con Cristo sempre si deve manifestare nella sua visibilità. Realtà invisibile e realtà visibile devono essere una cosa sola. Mai se ne possono fare due. Senza la realtà invisibile la realtà visibile è solo apparenza inutile. Senza la realtà visibile la realtà invisibile non produce alcun frutto di salvezza. Invisibilità del nostro essere in Cristo e visibilità del nostro essere Chiesa devono essere una cosa sola.

Si comprende quanto fortemente sia errato quel principio che oggi è in voga: “Dio sì, Cristo no”. “Cristo si, Chiesa no”. “Chiesa invisibile sì, Chiesa visibile no”. Sono queste aberrazioni diaboliche che distruggono tutte l’unità con Cristo sia dell’uomo che dei popoli. Dio senza Cristo non esiste. È Cristo la verità, la grazia, la vita del Padre, di Dio. Cristo senza la Chiesa non esiste. È la Chiesa la grazia, la verità, la vita di Cristo. La Chiesa invisibile senza la Chiesa visibile non esiste, perché la luce, la verità, la vita viene a noi dalla Chiesa visibile.

Una è la verità dell’uomo: nella Chiesa, per la Chiesa, con la Chiesa, a Cristo. Per Cristo, con Cristo, in Cristo, a Dio Padre. Tutto questo percorso in Cristo e nella Chiesa deve compiersi sempre nello Spirito Santo. Altre vie di unità mai sono esistite e mai esisteranno. Possono essere anche costruite, ma esse hanno in sé il tarlo della dissoluzione, della discordia, della divisione, di ogni separazione, discordia, dissenso, divisone.

VIENI, E SALVA L’UOMO, CHE HAI PLASMATO DAL FANGO: L’uomo, da Dio Padre, per Cristo, nello Spirito Santo, è stato plasmato dal fango, secondo il racconto biblico della creazione. Quest’uomo era stato colmato dell’alito della vita ed era divenuto essere per la vita. Lasciatosi colmare da Satana dell’alito della morte, è divenuto alito per la morte, e non più per la vita. Da quell’istante l’uomo sempre si è attestato essere verso la morte, e non invece essere verso la vita. Ha sempre rivelato nella storia che cammina di morte in morte.

Si chiede al Re delle genti che venga perché salvi l’uomo. Cosa è allora la vera salvezza? Togliere l’alito della morte di Satana e rimettere al suo posto l’alito della vita che è di Dio. La salvezza che il Re delle genti opera non è solamente il dono dell’alito della vita perduto. A quest’uomo Cristo Gesù dono il suo stesso Spirito. Lo Spirito Santo che ha fatto la sua carne alito di vita eterna, lo dona ad ogni uomo che accoglie Lui, perché anch’egli diventi alito di vita per la vita, alito che dona e crea vita.

Quest’alito di vita non viene però dato direttamente da Cristo Gesù, ma dalla sua Chiesa una, santa, cattolica, apostolica. La Chiesa prima però deve darlo come alito di conversione, pentimento, accoglienza, volontà di divenire con Cristo una cosa sola. Deve darlo come alito di purissima Parola di Cristo Gesù. Accolto come alito di conversione, sempre su richiesta dell’uomo, glielo dona coma alito di rigenerazione, trasformazione, partecipazione della divina natura. Glielo dona come alito di incorporazione in Cristo, facendo vero corpo di Cristo, vero tempio dello Spirito Santo, vero Figlio del Padre, vera cellula della Chiesa.

Ora il vero “problema” non è più di Cristo, il vero “problema” è della Chiesa. Oggi è la Chiesa che deve riappropriarsi della sua missione. È la Chiesa che deve riprendersi l’alito della vera Parola, della vera vita, della vera grazia, per poterlo donare ad ogni uomo. La preghiera elevata a Cristo, deve essere elevata alla Chiesa. Se essa non diviene in ogni suo figlio vero alito di vita, celebrare il Natale è pura inutilità. Oggi chi deve nascere a se stessa è la Chiesa, nella Chiesa è ogni suo figlio. O nasciamo noi alla verità e alla grazia, oppure la nascita di Cristo sarà sempre senza vera salvezza, perché manca al mondo l’alito visibile che dona l’alito invisibile che è lo Spirito di Cristo, il solo che può chiamare i popoli all’unità.

APPARATO BIBLICO:

Al mattino ascolta la mia voce; fin dal mattino t’invoco e sto in attesa (Sal 5, 4). Sono sfinito dal gridare, riarse sono le mie fauci; i miei occhi si consumano nell’attesa del mio Dio (Sal 68, 4). Mi consumo nell’attesa della tua salvezza, spero nella tua parola (Sal 118, 81). I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza e della tua parola di giustizia (Sal 118, 123). Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa e tu provvedi loro il cibo a suo tempo (Sal 144, 15).

L’attesa dei giusti finirà in gioia, ma la speranza degli empi svanirà (Pr 10, 28). Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento, saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa (Sap 5, 2). Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole (Is 42, 4). Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo (Lc 3, 15).

Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui (Lc 8, 40). Mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte (Lc 21, 26). Prima però che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata (Gal 3, 23). Il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria (Ef 1, 14).

Secondo la mia ardente attesa e speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia (Fil 1, 20). Nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (Tt 2, 13). Ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli (Eb 10, 27). Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, cercate d’essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace (2Pt 3, 14).

Perciò attendiamo fiduciosi la salvezza che viene da lui, supplichiamolo che venga in nostro aiuto e ascolterà il nostro grido se a lui piacerà (Gdt 8, 17). Poiché il Signore non si propone di agire con noi come fa con gli altri popoli, attendendo pazientemente il tempo di punirli, quando siano giunti al colmo dei loro peccati (2Mac 6, 14). Ridotto in fin di vita, egli diceva: “E’ bello morire a causa degli uomini, per attendere da Dio l’adempimento delle speranze di essere da lui di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita” (2Mac 7, 14). L’anima nostra attende il Signore, egli è nostro aiuto e nostro scudo (Sal 32, 20).

Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza (Sal 38, 8). Se i peccatori germogliano come l’erba e fioriscono tutti i malfattori, li attende una rovina eterna (Sal 91, 8). L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora (Sal 129, 6). Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione (Sal 129, 7). Il tuo popolo si attendeva la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici (Sap 18, 7).

Guai a coloro che attendono il giorno del Signore! Che sarà per voi il giorno del Signore? Sarà tenebre e non luce (Am 5, 18). Il resto di Giacobbe sarà, in mezzo a molti popoli, come rugiada mandata dal Signore e come pioggia che cade sull’erba, che non attende nulla dall’uomo e nulla spera dai figli dell’uomo (Mi 5, 6).

E’ una visione che attesta un termine, parla di una scadenza e non mentisce; se indugia, attendila, perché certo verrà e non tarderà” (Ab 2, 3). “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?” (Mt 11, 3). Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre “quella, disse, che voi avete udito da me (At 1, 4). Pietro allora, rientrato in sé, disse: “Ora sono veramente certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei Giudei” (At 12, 11).

La creazione stessa attende con impazienza la rivelazione dei figli di Dio (Rm 8, 19). Ma se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza (Rm 8, 25). Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che speriamo (Gal 5, 5). Quindi, miei cari, obbedendo come sempre, non solo come quando ero presente, ma molto più ora che sono lontano, attendete alla vostra salvezza con timore e tremore (Fil 2, 12).

In vista della speranza che vi attende nei cieli. Di questa speranza voi avete già udito l’annunzio dalla parola di verità del Vangelo (Col 1, 5). E attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, che ci libera dall’ira ventura (1Ts 1, 10).

Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione (2Tm 4, 8). Conservatevi nell’amore di Dio, attendendo la misericordia del Signore nostro Gesù Cristo per la vita eterna (Gd 1, 21).

Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò (Gen 3, 6). In ogni parte della terra si desiderava di avvicinare Salomone per ascoltare la saggezza che Dio aveva messo nel suo cuore (1Re 10, 24). Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: “Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri” (1Re 19, 4). Tutti i re della terra desideravano avvicinare Salomone per ascoltare la sapienza che Dio gli aveva infusa (2Cr 9, 23).

Signore, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che desiderano temere il tuo nome; concedi oggi buon successo al tuo servo e fagli trovare benevolenza davanti a questo uomo”. Io allora ero coppiere del re (Ne 1, 11). In ogni circostanza benedici il Signore e domanda che ti sia guida nelle tue vie e che i tuoi sentieri e i tuoi desideri giungano a buon fine, poiché nessun popolo possiede la saggezza, ma è il Signore che elargisce ogni bene. Il Signore esalta o umilia chi vuole fino nella regione sotterranea. Infine, o figlio, conserva nella mente questi comandamenti, non lasciare che si cancellino dal tuo cuore (Tb 4, 19). Il re disse a Ester, mentre si beveva il vino: “Qual è la tua richiesta? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!” (Est 5, 6).

Il re anche questo secondo giorno disse a Ester, mentre si beveva il vino: “Qual è la tua richiesta, regina Ester? Ti sarà concessa. Che desideri? Fosse anche la metà del regno, sarà fatto!” (Est 7, 2). Allora la regina Ester rispose: “Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita e il mio desiderio è che sia risparmiato il mio popolo (Est 7, 3). Il re disse alla regina Ester: “Nella cittadella di Susa i Giudei hanno ucciso, hanno sterminato cinquecento uomini e i dieci figli di Amàn; che avranno mai fatto nelle altre province del re? Ora che chiedi di più? Ti sarà dato. Che altro desideri? Sarà fatto!” (Est 9, 12). Tu accogli, Signore, il desiderio dei miseri, rafforzi i loro cuori, porgi l’orecchio (Sal 9, 38).

Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, non hai respinto il voto delle sue labbra (Sal 20, 3). C’è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene? (Sal 33, 13). Cerca la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore (Sal 36, 4). Signore, davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito a te non è nascosto (Sal 37, 10). che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore” (Sal 39, 9).

Mangiarono e furono ben sazi, li soddisfece nel loro desiderio (Sal 77, 29). Poiché saziò il desiderio dell’assetato, e l’affamato ricolmò di beni (Sal 106, 9). L’empio vede e si adira, digrigna i denti e si consuma. Ma il desiderio degli empi fallisce (Sal 111, 10). Io mi consumo nel desiderio dei tuoi precetti in ogni tempo (Sal 118, 20). Ecco, desidero i tuoi comandamenti; per la tua giustizia fammi vivere (Sal 118, 40). Apro anelante la bocca, perché desidero i tuoi comandamenti (Sal 118, 131). Questo è il mio riposo per sempre; qui abiterò, perché l’ho desiderato (Sal 131, 14).

Signore, non soddisfare i desideri degli empi, non favorire le loro trame (Sal 139, 9). Appaga il desiderio di quelli che lo temono, ascolta il loro grido e li salva (Sal 144, 19). Non desiderare in cuor tuo la sua bellezza; non lasciarti adescare dai suoi sguardi (Pr 6, 25). Al malvagio sopraggiunge il male che teme, il desiderio dei giusti invece è soddisfatto (Pr 10, 24). L’anima del malvagio desidera far il male e ai suoi occhi il prossimo non trova pietà (Pr 21, 10). I desideri del pigro lo portano alla morte, perché le sue mani rifiutano di lavorare (Pr 21, 25).

Non desiderare le sue ghiottonerie, sono un cibo fallace (Pr 23, 3). Non mangiare il pane di chi ha l’occhio cattivo e non desiderare le sue ghiottonerie (Pr 23, 6). Non invidiare gli uomini malvagi, non desiderare di stare con loro (Pr 24, 1). Presente è imitata; assente è desiderata; nell’eternità trionfa, cinta di corona, per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia (Sap 4, 2). Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano (Sap 6, 13).

Suo principio assai sincero è il desiderio d’istruzione; la cura dell’istruzione è amore (Sap 6, 17). Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno (Sap 6, 20). Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita, quale ricchezza è più grande della sapienza, la quale tutto produce? (Sap 8, 5). Se uno desidera anche un’esperienza molteplice, essa conosce le cose passate e intravede le future, conosce le sottigliezze dei discorsi e le soluzioni degli enigmi, pronostica segni e portenti, come anche le vicende dei tempi e delle epoche (Sap 8, 8). Questa, infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni e fu costruita da una saggezza artigiana (Sap 14, 2).

Questi infatti, desideroso di piacere al potente, si sforzò con l’arte di renderne più bella l’immagine (Sap 14, 19). La cui vista provoca negli stolti il desiderio, l’anelito per una forma inanimata di un’immagine morta (Sap 15, 5). Amanti del male e degni di simili speranze sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli (Sap 15, 6). Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i tuoi figli; esso si adattava al gusto di chi l’inghiottiva e si trasformava in ciò che ognuno desiderava (Sap 16, 21).

Per questo anche allora, adattandosi a tutto, serviva alla tua liberalità che tutti alimenta, secondo il desiderio di chi era nel bisogno (Sap 16, 25). Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti; allora il Signore te la concederà (Sir 1, 23). Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio (Sir 3, 28). Rifletti sui precetti del Signore, medita sempre sui suoi comandamenti; egli renderà saldo il tuo cuore, e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto (Sir 6, 37).

Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate, e saziatevi dei miei prodotti (Sir 24, 18). A lei rivolsi il mio desiderio, e la trovai nella purezza. In essa acquistai senno fin da principio; per questo non la abbandonerò (Sir 51, 20). Sì, nella via dei tuoi giudizi, Signore, noi speriamo in te; al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio (Is 26, 8). Io dico a Ciro: Mio pastore; ed egli soddisferà tutti i miei desideri, dicendo a Gerusalemme: Sarai riedificata; e al tempio: Sarai riedificato dalle fondamenta” (Is 44, 28). Così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata (Is 55, 11).

In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono! (Mt 13, 17). Gli fu annunziato: “Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti” (Lc 8, 20). Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l’udirono” (Lc 10, 24). Disse ancora ai discepoli: “Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete (Lc 17, 22).

E disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione (Lc 22, 15). Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui (Lc 23, 8). voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna (Gv 8, 44).

Al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Barnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio (At 13, 7). Fratelli, il desiderio del mio cuore e la mia preghiera sale a Dio per la loro salvezza (Rm 10, 1). Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri (Rm 13, 14). Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio (Fil 1, 23). Così, affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari (1Ts 2, 8). E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, erano ministri di quelle cose che ora vi sono state annunziate da coloro che vi hanno predicato il vangelo nello Spirito Santo mandato dal cielo; cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo (1Pt 1, 12).

Carissimi, avevo un gran desiderio di scrivervi riguardo alla nostra salvezza, ma sono stato costretto a farlo per esortarvi a combattere per la fede, che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte (Gd 1, 3).

Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre».

Nel pericolo ho gridato al Signore: mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. Il Signore è per me, non avrò timore: che cosa potrà farmi un uomo? Il Signore è per me, è il mio aiuto, e io guarderò dall’alto i miei nemici. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nell’uomo. È meglio rifugiarsi nel Signore che confidare nei potenti.

Tutte le nazioni mi hanno circondato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi hanno circondato come api, come fuoco che divampa tra i rovi, ma nel nome del Signore le ho distrutte. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza.

Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto prodezze, la destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. Il Signore mi ha castigato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte.

Apritemi le porte della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore. È questa la porta del Signore: per essa entrano i giusti. Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Ti preghiamo, Signore: dona la salvezza! Ti preghiamo, Signore: dona la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore. Il Signore è Dio, egli ci illumina. Formate il corteo con rami frondosi fino agli angoli dell’altare. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, sei il mio Dio e ti esalto.

Rendete grazie al Signore, perché è buono, perché il suo amore è per sempre (Sal 118 (117) 1-29).

Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare (Gb 38, 6). edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù (Ef 2, 20). Si legge infatti nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso (1Pt 2, 6). Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare (1Pt 2, 7). Ma è rimasto intatto il suo arco e le sue braccia si muovon veloci per le mani del Potente di Giacobbe, per il nome del Pastore, Pietra d’Israele (Gen 49, 24).

Il Signore disse a Mosè: “Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli” (Es 24, 12). Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio (Es 31, 18). Poi il Signore disse a Mosè: “Taglia due tavole di pietra come le prime. Io scriverò su queste tavole le parole che erano sulle tavole di prima, che hai spezzate (Es 34, 1). Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano (Es 34, 4). Egli vi annunciò la sua alleanza, che vi comandò di osservare, cioè i dieci comandamenti, e li scrisse su due tavole di pietra (Dt 4, 13).

Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall’oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede (Dt 5, 22). Quando io salii sul monte a prendere le tavole di pietra, le tavole dell’alleanza che il Signore aveva stabilita con voi, rimasi sul monte quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bere acqua (Dt 9, 9). Il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva dette sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell’assemblea (Dt 9, 10).

Alla fine dei quaranta giorni e delle quaranta notti, il Signore mi diede le due tavole di pietra, le tavole dell’alleanza (Dt 9, 11). In quel tempo il Signore mi disse: Tàgliati due tavole di pietra simili alle prime e sali da me sul monte e costruisci anche un’arca di legno (Dt 10, 1). Io feci dunque un’arca di legno d’acacia e tagliai due tavole di pietra simili alle prime; poi salii sul monte, con le due tavole in mano (Dt 10, 3). Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s’infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra (1Sam 17, 49).

Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada (1Sam 17, 50). Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposte Mosè sull’Oreb, cioè le tavole dell’alleanza conclusa dal Signore con gli Israeliti quando uscirono dal paese d’Egitto (1Re 8, 9). La pietra scartata dai costruttori è divenuta testata d’angolo (Sal 117, 22). Egli sarà laccio e pietra d’inciampo e scoglio che fa cadere per le due case di Israele, laccio e trabocchetto per chi abita in Gerusalemme (Is 8, 14).

Dice il Signore Dio: “Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede non vacillerà (Is 28, 16). Dicono a un pezzo di legno: Tu sei mio padre, e a una pietra: Tu mi hai generato. A me essi voltan le spalle e non la fronte; ma al tempo della sventura invocano: Alzati, salvaci! (Ger 2, 27). Mentre stavi guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e andò a battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, e li frantumò (Dn 2, 34).

Allora si frantumarono anche il ferro, l’argilla, il bronzo, l’argento e l’oro e divennero come la pula sulle aie d’estate; il vento li portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito la statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella regione (Dn 2, 35). Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio grande ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione” (Dn 2, 45). Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su quest’unica pietra; io stesso inciderò la sua iscrizione – oracolo del Signore degli eserciti – e rimuoverò in un sol giorno l’iniquità da questo paese (Zc 3, 9). Chi sei tu, o grande monte? Davanti a Zorobabele diventa pianura! Egli estrarrà la pietra, quella del vertice, fra le acclamazioni: Quanto è bella!” (Zc 4, 7).

Da lui uscirà la pietra d’angolo, da lui il chiodo, da lui l’arco di guerra, da lui tutti quanti i condottieri (Zc 10, 4). In quel giorno io farò di Gerusalemme come una pietra da carico per tutti i popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno sgraffiati; contro di essa si raduneranno tutte le genti della terra (Zc 12, 3). Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? (Mt 7, 9). E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa (Mt 16, 18).

E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri? (Mt 21, 42). Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà” (Mt 21, 44). Non avete forse letto questa Scrittura: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo (Mc 12, 10). Allora egli si volse verso di loro e disse: “Che cos’è dunque ciò che è scritto: La pietra che i costruttori hanno scartata, è diventata testata d’angolo? (Lc 20, 17). Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d’angolo (At 4, 11).

E perché mai? Perché non la ricercava dalla fede, ma come se derivasse dalle opere. Hanno urtato così contro la pietra d’inciampo (Rm 9, 32). Come sta scritto: Ecco che io pongo in Sion una pietra di scandalo e un sasso d’inciampo; ma chi crede in lui non sarà deluso (Rm 9, 33). Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù (Ef 2, 20). Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio (1Pt 2, 4). Si legge infatti nella Scrittura: Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso (1Pt 2, 6). Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato è divenuta la pietra angolare (1Pt 2, 7). Sasso d’inciampo e pietra di scandalo. Loro v’inciampano perché non credono alla parola; a questo sono stati destinati (1Pt 2, 8).

Gli inferi di sotto si agitano per te, per venirti incontro al tuo arrivo; per te essi svegliano le ombre, tutti i dominatori della terra, e fanno sorgere dai loro troni tutti i re delle nazioni (Is 14, 9). Chi non ti temerà, re delle nazioni? Questo ti conviene, poiché fra tutti i saggi delle nazioni e in tutti i loro regni nessuno è simile a te (Ger 10, 7). Cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell’Agnello: “Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! (Ap 15, 3).

Farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d’Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non saranno più due popoli, né più saranno divisi in due regni (Ez 37, 22). Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia (Ef 2, 14). annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace (Ef 2, 15).

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, ai santi che sono a Èfeso credenti in Cristo Gesù: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.

In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra.

In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà – a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Perciò anch’io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell’amore che avete verso tutti i santi, continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.

Egli la manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, al di sopra di ogni Principato e Potenza, al di sopra di ogni Forza e Dominazione e di ogni nome che viene nominato non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: essa è il corpo di lui, la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose (Ef 1,1-23).

Anche voi eravate morti per le vostre colpe e i vostri peccati, nei quali un tempo viveste, alla maniera di questo mondo, seguendo il principe delle Potenze dell’aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli. Anche tutti noi, come loro, un tempo siamo vissuti nelle nostre passioni carnali seguendo le voglie della carne e dei pensieri cattivi: eravamo per natura meritevoli d’ira, come gli altri. Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.

Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani nella carne, chiamati non circoncisi da quelli che si dicono circoncisi perché resi tali nella carne per mano d’uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.

Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.

Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito (Ef 2,1-22).

Io dunque, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini.

Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.

Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all’errore. Al contrario, agendo secondo verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a lui, che è il capo, Cristo. Da lui tutto il corpo, ben compaginato e connesso, con la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, cresce in modo da edificare se stesso nella carità (Ef 4,1-16).