VERSO IL NATALE DEL SIGNORE 2016 – RIFLESSIONI SULLE SETTE ANTIFONE MAGGIORI – O EMMANUEL
O Emmanuel, Rex et legifer noster, expectatio gentium, et Salvator earum: veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster
O Emmanuel, nostro re e legislatore, atteso dalle genti, e loro Salvatore: vieni a salvarci, Signore, nostro Dio.
O EMMANUEL: Emmanuele è il nome che Isaia diede al figlio della vergine. Acaz non credeva che Dio fosse con il suo popolo. Dio gli attesta che Lui è con il suo popolo. Questo nome di Dio, Emmanuele, è vero, grande, carico di rivelazione quanto vero, grande, carico di rivelazione era il nome con il quale Dio si è rivelato a Mosè: “Io sarò con te”, “Io sono colui che sono”.
Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Ittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ecco, il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto come gli Egiziani li opprimono. Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e far uscire gli Israeliti dall’Egitto?». Rispose: «Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte».
Mosè disse a Dio: «Ecco, io vado dagli Israeliti e dico loro: “Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi”. Mi diranno: “Qual è il suo nome?”. E io che cosa risponderò loro?». Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». E aggiunse: «Così dirai agli Israeliti: “Io-Sono mi ha mandato a voi”». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai agli Israeliti: “Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, mi ha mandato a voi”. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione (Es 3,7-15).
In questa rivelazione presso il Sinai, prima il Signore dice a Mosè: “Io sarò con te”. Poi rivela io suo nome: “Io sono colui che sono”. Colui che “è, Io sono, sarà con te”. Ad un faraone che non è, non può, non ha alcuna forza, alcuna potenza, alcuna resistenza dinanzi al suo Signore, che è “Io sono colui che sono”, Mosè può chiedere nel nome del suo Dio la liberazione del suo popolo. Dio garantisce Mosè, rivelandosi come il solo Essere dal quale ogni altro essere riceve vita, forza, esistenza, presente e futuro. È sufficiente che Dio interrompa il flusso dell’essere e il faraone sarà negli inferi in un istante. Nel nome della verità del suo Dio Mosè potrà andare dal faraone. Motivi umani non esistono. Un uomo nulla può dinanzi ad un re che pensa di essere un Dio, anzi il più forte Dio della terra, almeno in quel tempo e in quell’ora storica.
Ora cosa dice Isaia ad Acaz? Il Signore ti dona un segno facendo nasce un figlio dalla vergine. È un segno per rivelare all’empio re che nulla, veramente nulla, è impossibile a Dio. Il nome del figlio della vergine: “Emmanuele”, rivela ancora una volta l’essenza di Dio. Lui è il Dio con noi, il Dio con l’uomo, il Dio con il suo popolo, il Dio per il suo popolo. Non è un Dio lontano, estraneo, forestiero di cui non si conosce il nome. Il Dio “Emmanuele” è il Dio “Io sono”. Come “Io sono” ha sconfitto una volta il faraone d’Egitto, travolgendo il suo esercito, anche oggi lo potrà sconfiggere e Acaz, privo di fede, traditore dell’alleanza con Dio, rimarrà senza Dio e senza il faraone. L’Onnipotente dichiara così di essere sempre con il suo popolo, per il suo popolo.
In Gesù è avvenuta una cosa sostanzialmente diversa. Il Figlio della Vergine non è il Dio con noi. Non è il Dio con l’uomo. Non è il Dio con il suo popolo. È il Dio che si è fatto carne. È il Dio nella carne, che agisce dalla carne, che abita nella carne. Che è carne. È Dio ed è carne. È Dio ed è uomo. È il Dio con noi, che si è fatto “noi”. Altissima realtà sostanzialmente diversa. Il Dio con noi di Isaia era il Dio che chiama l’uomo ad abitare nella sua Legge, nella sua Parola, nella sua volontà. L’Emmanuele è colui che è venuto per far sì che ogni uomo abiti in Lui, dimori in Lui, non spiritualmente, ma “fisicamente”, “realmente” formando e divenendo con Lui un solo corpo, una dola vita. L’Emmanuele è il Dio che si è fatto noi, carne, uomo, perché noi ci facessimo suo corpo, sua vita. È in Lui, con Lui, per Lui che ogni uomo diviene popolo di Dio, il nuovo popolo di Dio. Il mistero nell’Emmanuele raggiunge il sommo, oltre il quale mai si potrà pervenire. No è altra modalità possibile di Dio per essere con l’uom.
Noi siamo chiamati a celebrare questo ministero, vivendo questo mistero, divenendo con Cristo un solo corpo, un solo spirito, un solo strumento di salvezza, redenzione, santificazione. Lui è il Dio con noi, perché con noi, per mezzo di noi, Lui vuole oggi e sempre redime e salvare il mondo. Anche in questo vi è differenza sostanziale con il “Dio con noi” di Isaia. Lì, il “Dio con noi”, si attestava e si rivelava come presenza salvatrice del suo popolo. Ora il “Dio con noi” non opera la salvezza senza di noi, la opera prima in noi e poi per noi e con noi, noi con Lui e per Lui, per ogni altro uomo. Cristo non potrà fare alcuna alleanza fuori del suo corpo. Il suo corpo è il solo strumento, il solo sacramento di redenzione e di salvezza. Si diviene corpo di Cristo, per essere noi nel Dio con noi per salvare noi, cioè tutti gli uomini, nessuno escluso.
È giusto allora che io mi interroghi, mi chieda: “Sono io oggi Dio con noi, nel Dio con noi, sacramento della salvezza dell’umanità? Sono io manifestazione reale, visibile della presenza e dell’abitazione del Dio con noi in mezzo a noi?”. Se il mondo non mi vede come il “Dio con noi”, che abita “in mezzo a noi”, per dare la “grazia e la verità”, è segno che la mia appartenenza al Dio con noi è morta. Sono suo tralcio secco. Mai produrrò un solo acino di buona uva per dissetare di Spirito Santo il mondo. Oggi il mondo attende l’Emmanuele, ma l’Emmanuele è il suo corpo, la sua Chiesa, il suo discepolo, ogni credente in Lui.
NOSTRO RE E LEGISLATORE: Chi è l’Emmanuele che si invoca? È il nostro Re e Legislatore. È colui che è la nostra Legge, quella Legge scritta nei nostri cuori dallo Spirito Santo secondo la profezia di Geremia. Anche su questa verità dell’Emmanuele è giusto che facciamo qualche piccola riflessione. Ma prima è cosa opportuna leggere la profezia di Geremia.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova. Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato» (Ger 31.31-34).
Quando il Signore diede la Legge a Mosè sul Monte Sinai, la scrisse su tavole di Pietra. Ora si torna a prima del peccato delle origini. Si torna al momento stesso della creazione, quando il Signore scrisse se stesso nel cuore dell’uomo, facendolo a sua immagine e somiglianza. Cosa farà ora il Signore con Cristo Gesù? Scrive Cristo, il suo mistero per intero, nel cuore dei cristiano, perché sia il cristiano a dargli oggi, nella storia, perfetto compimento. Scrive il mistero dell’obbedienza, dell’abitazione in lui dello Spirito Santo. della sua croce e della sua risurrezione. Lo scrive secondo pienezza di verità. Dona lo Spirito Santo perché tutto il mistero possa essere portato a compimento.
La nostra Legge è Cristo scritto in noi dallo Spirito Santo. È la sapienza immediata dello Spirito Santo e la sua forza, che ci spinge a dare perfetto compimento al mistero di Cristo scritto nel nostro cuore. A cosa serve allora il Vangelo e tutta la Scrittura? Serve come mistero esterno, per essere certi che siamo sempre condotti dallo Spirito per realizzare il mistero di Cristo. Serve come specchio perché non cadiamo nelle tentazione di Satana, che ci fa pensare che stiamo realizzando il mistero di Cristo, mentre in realtà diamo compimento solo alla moltitudine delle sue – di Satana – falsità e menzogne. La Legge scritta sulla carta serve come confronto e verifica della Legge scritta nel cuore e realizzata con perenne mozione dello Spirito di Cristo.
È divinamente grande il mistero che si compie in noi. Tutto Cristo deve vivere in noi. Tutto il mistero di Cristo si deve compiere in noi, per noi. Solo Cristo in noi è la nostra Legge secondo la mozione dello Spirito Santo, che deve condurci alla piena realizzazione di Cristo nel nostro corpo. Oggi il cristiano ha distrutto, cancellato la Legge esterna perché prima ha cancellato la Legge interna. Avendo deciso di vivere per non dare compimento al mistero, si è anche privato della Legge esterna, del punto di verifica. Così potrà vivere come gli pare. Ma la cancellazione della Legge esterna è solo segno. È il segno che il cristiano si è già separato dal mistero di Cristo. Non lo vuole più realizzare. Non vuole essere il Dio con noi, perché vuole essere “Satana con noi”, “Diavolo con noi”, per condurre i suoi fratelli alla perdizione.
ATTESO DALLE GENTI: Atteso dalle genti significa che nel cuore dell’uomo vi è un desiderio di salvezza, di vera umanità, di ritorna dell’uomo nella sua verità di origine che nessuno potrà mai cancellare né dal cuore, né dalla mente, né dalle fibre dell’essere dell’uomo, tutte recanti in esse l’immagine e la somiglianza con il loro Dio, Signore, Creatore. Possiamo applicare a questa verità due aneliti o desideri che troviamo nei Salmi. In essi è l’umanità che prega, che chiede, che manifesta a Dio il bisogno di Dio. L’uomo è per natura un assetato di Dio.
Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio? Le lacrime sono il mio pane giorno e notte, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». Questo io ricordo e l’anima mia si strugge: avanzavo tra la folla, la precedevo fino alla casa di Dio, fra canti di gioia e di lode di una moltitudine in festa. Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio.
In me si rattrista l’anima mia; perciò di te mi ricordo dalla terra del Giordano e dell’Ermon, dal monte Misar. Un abisso chiama l’abisso al fragore delle tue cascate; tutti i tuoi flutti e le tue onde sopra di me sono passati. Di giorno il Signore mi dona il suo amore e di notte il suo canto è con me, preghiera al Dio della mia vita. Dirò a Dio: «Mia roccia! Perché mi hai dimenticato? Perché triste me ne vado, oppresso dal nemico?». Mi insultano i miei avversari quando rompono le mie ossa, mentre mi dicono sempre: «Dov’è il tuo Dio?». Perché ti rattristi, anima mia, perché ti agiti in me? Spera in Dio: ancora potrò lodarlo, lui, salvezza del mio volto e mio Dio (Sal 42 (41), 1-12).
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene. Ma quelli che cercano di rovinarmi sprofondino sotto terra, siano consegnati in mano alla spada, divengano preda di sciacalli. Il re troverà in Dio la sua gioia; si glorierà chi giura per lui, perché ai mentitori verrà chiusa la bocca (Sal 63 (62), 1-12).
Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola. L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. Più che le sentinelle l’aurora, Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe (Sal 130 (129), 1-8).
Se il mondo ha sete di Dio, attende il suo Signore, sorge una gravissima difficoltà. Il mondo oggi non può trovare il suo Dio se non nel “Dio con noi”, ma “il Dio con noi” è il cristiano nel “Dio con noi”. È nel cristiano che il mondo potrà trovare il suo Dio e Signore. O il cristiano si lascia fare dallo Spirito Santo mistero di Cristo nel suo corpo, nella sua anima, nel suo spirito, o il mondo sarà condannato ad una sete eterna. Non vi è alcuna possibilità per esso di trovare il Signore. anche se il Signore si manifestasse, si manifesterebbe per consegnarlo al “Dio con noi” che è la Chiesa, che è il cristiano. Ma se il cristiano non realizza il mistero di Cristo, la consegna è vana.
È questa la grande responsabilità del discepolo di Gesù: o lui realizza tutto il mistero di Cristo nel corpo, nella sua anima, nel suo spirito, oppure rende vano tutto il mistero della salvezza, rendendo vano il desiderio di salvezza di ogni uomo. Grande è la vocazione del cristiano: Essere presenza del Dio con noi in mezzo al mondo per la redenzione e la salvezza del mondo.
E LORO SALVATORE: Cosa è la salvezza che il mondo attende e che Gesù oggi deve donare attraverso il suo corpo che è la Chiesa? La salvezza è dare all’uomo ciò che Dio ha scritto di sé nell’anima, nello spirito, nel corpo dell’uomo. Cosa ha scritto oggi Dio, anzi cosa vuole scrivere? Vuole scrivere Cristo in tutto il suo mistero. Vuole fare l’uomo mistero di Cristo in mezzo ai suoi fratelli. Lo vuole fare suo mediatore in Cristo di ogni uomo.
La salvezza non è nel battesimo. Nel battesimo avviene la scrittura di Cristo nel cuore dell’uomo. La salvezza, cioè l’uomo è salvato nella misura in cui compie il mistero scritto. Compiendo il mistero di Cristo, in Cristo diviene salvatore dell’uomo. La perfetta salvezza avviene solo quando l’uomo diviene salvatore in Cristo. Prima Cristo è solamente scritto nel suo cuore. Lui è salvato, quando diviene “scrivente” di Cristo nel cuore dell’uomo.
VIENI A SALVARCI, SIGNORE, NOSTRO DIO: Possiamo ora affermare che questo è il grido dell’uomo al suo “Emmanuele” che oggi, in questa storia, è l’uomo salvato in Cristo Gesù costituito in Cristo, salvatore dei suoi fratelli.
Proviamo per un istante a vederci come Paolo sulla sponda del Bosforo che senta dall’altra sponda il giro del Macedone. Sarebbe per noi aver compreso cosa significa essere “Emmanuele” nell’”Emmanuele”, “Dio con noi”, nel “Dio con noi”. Almeno proviamo.
Paolo si recò anche a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno. Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galazia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitìnia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade. Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo (At 16,1-19).
Ora proviamo a farci l’esame di coscienza che fece Paolo dinanzi ai vescovi dell’Asia prima di partire alla volta di Gerusalemme. È un esame che urge anche a noi.
Da Mileto mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa. Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù. Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.
E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio. Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti come custodi per essere pastori della Chiesa di Dio, che si è acquistata con il sangue del proprio Figlio. Io so che dopo la mia partenza verranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; perfino in mezzo a voi sorgeranno alcuni a parlare di cose perverse, per attirare i discepoli dietro di sé. Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato, tra le lacrime, di ammonire ciascuno di voi. E ora vi affido a Dio e alla parola della sua grazia, che ha la potenza di edificare e di concedere l’eredità fra tutti quelli che da lui sono santificati. Non ho desiderato né argento né oro né il vestito di nessuno. Voi sapete che alle necessità mie e di quelli che erano con me hanno provveduto queste mie mani. In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: “Si è più beati nel dare che nel ricevere!”» (At 20,17-35).
Paolo aveva la coscienza di essere in Cristo vero salvatore dei suoi fratelli. Lui era passato da generato a generante, da salvato a salvatore, da redento a redentore perché sempre impegnato a realizzare il mistero di Cristo Gesù scritto nel suo corpo, nella sua anima, nel suo spirito. Questa sua verità così mirabilmente la rivela nella Lettera ai Filippesi.
Per il resto, fratelli miei, siate lieti nel Signore. Scrivere a voi le stesse cose, a me non pesa e a voi dà sicurezza. Guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno mutilare! I veri circoncisi siamo noi, che celebriamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci vantiamo in Cristo Gesù senza porre fiducia nella carne, sebbene anche in essa io possa confidare. Se qualcuno ritiene di poter avere fiducia nella carne, io più di lui: circonciso all’età di otto giorni, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo figlio di Ebrei; quanto alla Legge, fariseo; quanto allo zelo, persecutore della Chiesa; quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge, irreprensibile.
Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3,1-14).
“Vieni a salvarci, cristiano!”. Se tu oggi il nostro Emmanuele, il Dio con noi, il Dio per noi.
APPARATO BIBLICO:
Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele. Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene. Poiché prima ancora che il bimbo impari a rigettare il male e a scegliere il bene, sarà abbandonata la terra di cui temi i due re. Il Signore manderà su di te, sul tuo popolo e sulla casa di tuo padre giorni quali non vennero da quando Èfraim si staccò da Giuda: manderà il re d’Assiria» (Is 7,10-17).
Il Signore mi disse: «Prenditi una grande tavoletta e scrivici con caratteri ordinari: “A Maher-salal-cas-baz”». Io mi presi testimoni fidati, il sacerdote Uria e Zaccaria, figlio di Ieberechìa. Poi mi unii alla profetessa, la quale concepì e partorì un figlio. Il Signore mi disse: «Chiamalo Maher-salal-cas-baz, poiché prima che il bambino sappia dire “papà” e “mamma” le ricchezze di Damasco e le spoglie di Samaria saranno portate davanti al re d’Assiria».
Il Signore mi disse di nuovo: «Poiché questo popolo ha rigettato le acque di Sìloe, che scorrono piano, e trema per Resin e per il figlio di Romelia, per questo, ecco, il Signore farà salire contro di loro le acque del fiume, impetuose e abbondanti: cioè il re d’Assiria con tutto il suo splendore, irromperà in tutti i suoi canali e strariperà da tutte le sue sponde.
Invaderà Giuda, lo inonderà e lo attraverserà fino a giungere al collo. Le sue ali distese copriranno tutta l’estensione della tua terra, Emmanuele. Sappiatelo, popoli: sarete frantumati. Ascoltate voi tutte, nazioni lontane, cingete le armi e sarete frantumate, cingete le armi e sarete frantumate. Preparate un piano, sarà senza effetti; fate un proclama, non si realizzerà, perché Dio è con noi».
Poiché così il Signore mi disse, quando mi aveva preso per mano e mi aveva proibito di camminare per la via di questo popolo: «Non chiamate congiura ciò che questo popolo chiama congiura, non temete ciò che esso teme e non abbiate paura».
Il Signore degli eserciti, lui solo ritenete santo. Egli sia l’oggetto del vostro timore, della vostra paura. Egli sarà insidia e pietra di ostacolo e scoglio d’inciampo per le due case d’Israele, laccio e trabocchetto per gli abitanti di Gerusalemme. Tra di loro molti inciamperanno, cadranno e si sfracelleranno, saranno presi e catturati.
Rinchiudi questa testimonianza, e sigilla questo insegnamento nel cuore dei miei discepoli. Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il suo volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui. Ecco, io e i figli che il Signore mi ha dato siamo segni e presagi per Israele da parte del Signore degli eserciti, che abita sul monte Sion.
Quando vi diranno: «Interrogate i negromanti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dèi? Per i vivi consultare i morti?», attenetevi all’insegnamento, alla testimonianza. Se non faranno un discorso come questo, non ci sarà aurora per loro.
Egli si aggirerà oppresso e affamato, e, quando sarà affamato e preso dall’ira, maledirà il suo re e il suo dio. Guarderà in alto e rivolgerà lo sguardo sulla terra ed ecco angustia e tenebre e oscurità desolante. Ma la caligine sarà dissipata, poiché non ci sarà più oscurità dove ora è angoscia.
In passato umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti (Is 8,1-23).
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.
Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.
Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù (Mt 1,1-25).
Guai a te, che devasti e non sei stato devastato, che saccheggi e non sei stato saccheggiato: sarai devastato, quando avrai finito di devastare, ti saccheggeranno, quando avrai finito di saccheggiare. Pietà di noi, Signore, in te speriamo; sii il nostro braccio ogni mattina, nostra salvezza nel tempo dell’angoscia. Alla voce del tuo fragore fuggono i popoli, quando t’innalzi si disperdono le nazioni. Si ammucchia la preda come si ammucchiano le cavallette, ci si precipita sopra come si precipitano le locuste.
Eccelso è il Signore perché abita in alto; egli riempie Sion di diritto e di giustizia. C’è sicurezza nei tuoi giorni, sapienza e conoscenza sono ricchezze che salvano; il timore del Signore è il suo tesoro. Ecco, gli araldi gridano di fuori, piangono amaramente i messaggeri di pace. Sono deserte le strade, non c’è chi passi per la via. È stata infranta l’alleanza, sono stati respinti i testimoni, non si è avuto riguardo per nessuno. La terra è in lutto, è piena di squallore, si scolora il Libano e sfiorisce; la pianura di Saron è simile a una steppa, sono brulli i monti di Basan e il Carmelo.
«Ora mi alzerò – dice il Signore –, ora mi innalzerò, ora mi esalterò. Avete concepito fieno, partorirete paglia; il vostro soffio è un fuoco: vi divorerà. I popoli saranno fornaci per calce, spini tagliati da bruciare nel fuoco. Ascoltate, voi lontani, quanto ho fatto, riconoscete, voi vicini, qual è la mia forza». A Sion hanno paura i peccatori, uno spavento si è impadronito dei malvagi. Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante? Chi di noi può abitare tra fiamme perenni? Colui che cammina nella giustizia e parla con lealtà, che rifiuta un guadagno frutto di oppressione, scuote le mani per non prendere doni di corruzione, si tura le orecchie per non ascoltare proposte sanguinarie e chiude gli occhi per non essere attratto dal male: costui abiterà in alto, fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, gli sarà dato il pane, avrà l’acqua assicurata.
I tuoi occhi vedranno un re nel suo splendore, contempleranno una terra sconfinata. Il tuo cuore mediterà con terrore: «Dov’è colui che registra? Dov’è colui che pesa il denaro? Dov’è colui che ispeziona le torri?». Non vedrai più quel popolo insolente, popolo dal linguaggio oscuro, incomprensibile, dalla lingua barbara che non si capisce.
Guarda Sion, la città delle nostre feste! I tuoi occhi vedranno Gerusalemme, dimora tranquilla, tenda che non sarà più rimossa, i suoi paletti non saranno divelti, nessuna delle sue cordicelle sarà strappata. Ma è là che è potente il Signore per noi, regione di fiumi e larghi canali; non ci passerà nave a remi né l’attraverserà naviglio potente.
Poiché il Signore è nostro giudice, il Signore è nostro legislatore, il Signore è nostro re: egli ci salverà. Sono allentate le sue corde, non tengono più l’albero diritto, non spiegano più le vele. Allora sarà divisa in grande abbondanza la preda della rapina. Gli zoppi faranno un ricco bottino. Nessuno degli abitanti dirà: «Io sono malato». Il popolo che vi dimora è stato assolto dalle sue colpe (Is 33,1-24).
Da dove vengono le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere; combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; chiedete e non ottenete perché chiedete male, per soddisfare cioè le vostre passioni. Gente infedele! Non sapete che l’amore per il mondo è nemico di Dio?
Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. O forse pensate che invano la Scrittura dichiari: «Fino alla gelosia ci ama lo Spirito, che egli ha fatto abitare in noi»? Anzi, ci concede la grazia più grande; per questo dice: Dio resiste ai superbi, agli umili invece dà la sua grazia.
Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo, ed egli fuggirà lontano da voi. Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi. Peccatori, purificate le vostre mani; uomini dall’animo indeciso, santificate i vostri cuori. Riconoscete la vostra miseria, fate lutto e piangete; le vostre risa si cambino in lutto e la vostra allegria in tristezza. Umiliatevi davanti al Signore ed egli vi esalterà.
Non dite male gli uni degli altri, fratelli. Chi dice male del fratello, o giudica il suo fratello, parla contro la Legge e giudica la Legge. E se tu giudichi la Legge, non sei uno che osserva la Legge, ma uno che la giudica. Uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e mandare in rovina; ma chi sei tu, che giudichi il tuo prossimo?
E ora a voi, che dite: «Oggi o domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni», mentre non sapete quale sarà domani la vostra vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. Dovreste dire invece: «Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello». Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo genere è iniquo. Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato (Gc 4,1-17).
Perché per la vita del Signore salvatore d’Israele certamente costui morirà, anche se si tratta di Giònata mio figlio”. Ma nessuno del popolo gli rispose (1Sam 14, 39). Perché la tua forza non sta nel numero, né sugli armati si regge il tuo regno: tu sei invece il Dio degli umili, sei il soccorritore dei derelitti, il rifugio dei deboli, il protettore degli sfiduciati, il salvatore dei disperati (Gdt 9, 11). E con falsi e tortuosi argomenti richiese la pena di morte per il nostro salvatore e in ogni circostanza benefattore Mardocheo, per l’irreprensibile consorte del nostro regno Ester e per tutto il loro popolo (Est 8, 12n). Quando vide l’imponente accampamento, innalzò questa preghiera: “Benedetto sei tu, o salvatore d’Israele, tu che hai fiaccato l’impeto del potente per mezzo del tuo servo Davide e hai fatto cadere l’esercito degli stranieri nelle mani di Giònata, figlio di Saul e del suo scudiero (1Mac 4, 30).
Ma io sono povero e infelice, vieni presto, mio Dio; tu sei mio aiuto e mio salvatore; Signore, non tardare (Sal 69, 6). Ricordavano che Dio è loro rupe, e Dio, l’Altissimo, il loro salvatore (Sal 77, 35). Salvatore di vite è un testimone vero; chi spaccia menzogne è un impostore (Pr 14, 25). Infatti chi si volgeva a guardarlo era salvato non da quel che vedeva, ma solo da te, salvatore di tutti (Sap 16, 7). Ti glorificherò, Signore mio re, ti loderò, Dio mio salvatore; glorificherò il tuo nome (Sir 51, 1). Perché hai dimenticato Dio tuo salvatore e non ti sei ricordato della Roccia, tua fortezza. Tu pianti perciò piante amene e innesti tralci stranieri (Is 17, 10).
Sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nel paese d’Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà (Is 19, 20). Poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore. Io do l’Egitto come prezzo per il tuo riscatto, l’Etiopia e Seba al tuo posto (Is 43, 3). Io, io sono il Signore, fuori di me non v’è salvatore. (Is 43, 11). Veramente tu sei un Dio nascosto, Dio di Israele, salvatore (Is 45, 15).
Manifestate e portate le prove, consigliatevi pure insieme! Chi ha fatto sentire quelle cose da molto tempo e predetto ciò fin da allora? Non sono forse io, il Signore? Fuori di me non c’è altro Dio; Dio giusto e salvatore non c’è fuori di me (Is 45, 21). Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori, si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto. Allora ogni uomo saprà che io sono il Signore, tuo salvatore, io il tuo redentore e il Forte di Giacobbe” (Is 49, 26). Tu succhierai il latte dei popoli, succhierai le ricchezze dei re. Saprai che io sono il Signore tuo salvatore e tuo redentore, io il Forte di Giacobbe (Is 60, 16). Ecco ciò che il Signore fa sentire all’estremità della terra: “Dite alla figlia di Sion: Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, ha con sé la sua mercede, la sua ricompensa è davanti a lui (Is 62, 11). Disse: “Certo, essi sono il mio popolo, figli che non deluderanno” e fu per loro un salvatore (Is 63, 8).
O speranza di Israele, suo salvatore al tempo della sventura, perché vuoi essere come un forestiero nel paese e come un viandante che si ferma solo una notte? (Ger 14, 8). Io, infatti, spero dall’Eterno la vostra salvezza. Una grande gioia mi viene dal Santo, per la misericordia che presto vi giungerà dall’Eterno vostro salvatore (Bar 4, 22). Eppure io sono il Signore tuo Dio fin dal paese d’Egitto, non devi conoscere altro Dio fuori di me, non c’è salvatore fuori di me (Os 13, 4). Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio mio salvatore (Ab 3, 18).
Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia (Sof 3, 17). E il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore (Lc 1, 47). Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore (Lc 2, 11). E dicevano alla donna: “Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo” (Gv 4, 42). Dio lo ha innalzato con la sua destra facendolo capo e salvatore, per dare a Israele la grazia della conversione e il perdono dei peccati (At 5, 31). Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù (At 13, 23).
Il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo (Ef 5, 23). La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo (Fil 3, 20). Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza (1Tm 1, 1). Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore (1Tm 2, 3). Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono (1Tm 4, 10).
Ma è stata rivelata solo ora con l’apparizione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’immortalità per mezzo del Vangelo (2Tm 1, 10). E manifestata poi con la sua parola mediante la predicazione che è stata a me affidata per ordine di Dio, nostro salvatore (Tt 1, 3). A Tito, mio vero figlio nella fede comune: grazia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore (Tt 1, 4). Non rubino, ma dimostrino fedeltà assoluta, per fare onore in tutto alla dottrina di Dio, nostro salvatore (Tt 2, 10).
Nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo (Tt 2, 13). Quando però si sono manifestati la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini (Tt 3, 4). Effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro (Tt 3, 6).
Simon Pietro, servo e apostolo di Gesù Cristo, a coloro che hanno ricevuto in sorte con noi la stessa preziosa fede per la giustizia del nostro Dio e salvatore Gesù Cristo (2Pt 1, 1). Così infatti vi sarà ampiamente aperto l’ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo (2Pt 1, 11). Se infatti, dopo aver fuggito le corruzioni del mondo per mezzo della conoscenza del Signore e salvatore Gesù Cristo, ne rimangono di nuovo invischiati e vinti, la loro ultima condizione è divenuta peggiore della prima (2Pt 2, 20)). Perché teniate a mente le parole già dette dai santi profeti, e il precetto del Signore e salvatore, trasmessovi dagli apostoli (2Pt 3, 2). Ma crescete nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo. A lui la gloria, ora e nel giorno dell’eternità. Amen! (2Pt 3, 18).
E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo (1Gv 4, 14). All’unico Dio, nostro salvatore, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, gloria, maestà, forza e potenza prima di ogni tempo, ora e sempre. Amen! (Gd 1, 25).
Dio, che lo ha fatto uscire dall’Egitto, è per lui come le corna del bùfalo. Egli divora le genti che lo avversano, addenta le loro ossa e spezza le saette scagliate contro di lui (Nm 24, 8). Quando l’Altissimo divideva i popoli, quando disperdeva i figli dell’uomo, egli stabilì i confini delle genti secondo il numero degli Israeliti (Dt 32, 8). il re di Dor, sulla collina di Dor, uno; il re delle genti di Gàlgala, uno (Gs 12, 23). Allora sappiate che il Signore vostro Dio non scaccerà più queste genti dinanzi a voi, ma esse diventeranno per voi una rete, una trappola, un flagello ai vostri fianchi; diventeranno spine nei vostri occhi, finché non siate periti e scomparsi da questo buon paese che il Signore vostro Dio vi ha dato (Gs 23, 13).
Allora dissero al re d’Assiria: “Le genti che tu hai trasferite e insediate nelle città della Samaria non conoscono la religione del Dio del paese ed Egli ha mandato contro di loro dei leoni, i quali ne fanno strage, perché quelle non conoscono la religione del Dio del paese” (2Re 17, 26). Così quelle genti temevano il Signore e servivano i loro idoli; i loro figli e nipoti continuano a fare oggi come hanno fatto i loro padri (2Re 17, 41). Gli dei delle nazioni che i miei padri distrussero hanno forse salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e le genti di Eden in Telassar? (2Re 19, 12). Dite: “Salvaci, Dio della nostra salvezza; raccoglici, liberaci dalle genti sì che possiamo celebrare il tuo santo nome, gloriarci della tua lode (1Cr 16, 35).
Tutte le genti che si trovano su tutta la terra si convertiranno e temeranno Dio nella verità. Tutti abbandoneranno i loro idoli, che li hanno fatti errare nella menzogna, e benediranno il Dio dei secoli nella giustizia (Tb 14, 6). Ma si schierarono a fianco di costui tutti gli abitanti delle montagne e quelli della zona dell’Eufrate, del Tigri e dell’Idaspe e gli abitanti della pianura di Arioch, re degli Elamiti. Così molte genti si trovarono adunate in aiuto ai figli di Cheleud (Gdt 1, 6). Allora si sparse la paura e il terrore di lui fra tutte le popolazioni della costa, su quelle che si trovavano in Sidòne e in Tiro, fra gli abitanti di Sur e Okina, su tutte le genti di Iemnaan, e anche gli abitanti di Asdòd e Ascalon ne ebbero grande terrore (Gdt 2, 28).
Guai alle genti che insorgono contro il mio popolo: il Signore onnipotente li punirà nel giorno del giudizio, immettendo fuoco e vermi nelle loro carni, e piangeranno nel tormento per sempre” (Gdt 16, 17). Così cominciò a diffondersi il timore di Giuda e dei suoi fratelli e le genti intorno furon prese da terrore (1Mac 3, 25). Perché le genti congiurano perché invano cospirano i popoli? (Sal 2, 1). Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra (Sal 2, 8). Non temo la moltitudine di genti che contro di me si accampano (Sal 3, 7). Riempile di spavento, Signore, sappiano le genti che sono mortali (Sal 9, 21). Perché si conosca sulla terra la tua via, fra tutte le genti la tua salvezza (Sal 66, 3).
Esultino le genti e si rallegrino, perché giudichi i popoli con giustizia, governi le nazioni sulla terra (Sal 66, 5). Di disperdere i loro discendenti tra le genti e disseminarli per il paese (Sal 105, 27). Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell’uomo (Sal 114, 4). Se uno dice all’empio: “Tu sei innocente”, i popoli lo malediranno, le genti lo esecreranno (Pr 24, 24). Essa, quando le genti furono confuse, concordi soltanto nella malvagità, riconobbe il giusto e lo conservò davanti a Dio senza macchia e lo mantenne forte nonostante la sua tenerezza per il figlio (Sap 10, 5). E chi potrebbe domandarti: “Che hai fatto?”, o chi potrebbe opporsi a una tua sentenza? Chi oserebbe accusarti per l’eliminazione di genti da te create? Chi si potrebbe costituire contro di te come difensore di uomini ingiusti? (Sap 12, 12).
Ha mandato in esilio uomini potenti, costretti a errare fra genti straniere (Sir 29, 18). Svolge il suo compito fra i grandi, è presente alle riunioni dei capi, viaggia fra genti straniere, investigando il bene e il male in mezzo agli uomini (Sir 39, 4). Così le genti sperimenteranno la sua ira, come trasformò le acque in deserto salato (Sir 39, 23). Egli piombò sul popolo nemico e nella discesa distrusse gli avversari, perché le genti conoscessero la sua forza e che il loro avversario era il Signore (Sir 46, 6). Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra (Is 2, 4).
In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa (Is 11, 10). Di colui che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi senza fine, che dominava con furia le genti con una tirannia senza respiro (Is 14, 6). Per questo ti glorifica un popolo forte, la città di genti possenti ti venera (Is 25, 3). Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti di Tarsis, Put, Lud, Mesech, Ros, Tubal e di Grecia, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni (Is 66, 19).
Così dice il Signore: “Non imitate la condotta delle genti e non abbiate paura dei segni del cielo, perché le genti hanno paura di essi (Ger 10, 2). Molte genti passeranno su questa città e si diranno l’un l’altro: Perché il Signore ha trattato così questa grande città? (Ger 22, 8). Tutta questa regione sarà abbandonata alla distruzione e alla desolazione e queste genti resteranno schiave del re di Babilonia per settanta anni (Ger 25, 11). Allontana da noi lo sdegno, poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai dispersi (Bar 2, 13). Siete stati venduti alle genti non per essere annientati, ma perché avete provocato lo sdegno di Dio siete stati consegnati ai nemici (Bar 4, 6). Dopo tali fatti si riconoscerà che gli idoli di legno, indorati e argentati, sono una menzogna; a tutte le genti e ai re sarà evidente che essi non sono dei, ma lavoro delle mani d’uomo e che sono privi di ogni qualità divina (Bar 6, 50).
Non mostrano alle genti segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come la luna (Bar 6, 66). In tal maniera, mi disse il Signore, mangeranno gli Israeliti il loro pane impuro, in mezzo alle genti fra le quali li disperderò” (Ez 4, 13). Così dice il Signore Dio: Questa è Gerusalemme! Io l’avevo collocata in mezzo alle genti e circondata di paesi stranieri (Ez 5, 5). Essa si è ribellata con empietà alle mie leggi più delle genti e ai miei statuti più dei paesi che la circondano: hanno disprezzato i miei decreti e non han camminato secondo i miei comandamenti (Ez 5, 6). Perciò, dice il Signore Dio: Poiché voi siete più ribelli delle genti che vi circondano, non avete seguito i miei comandamenti, non avete osservato i miei decreti e neppure avete agito secondo i costumi delle genti che vi stanno intorno (Ez 5, 7).
Sarai un obbrobrio e un vituperio, un esempio e un orrore per le genti che ti circondano, quando in mezzo a te farò giustizia, con sdegno e furore, con terribile vendetta – io, il Signore, parlo (Ez 5, 15). I vostri scampati si ricorderanno di me fra le genti in mezzo alle quali saranno deportati; perché io avrò spezzato il loro cuore infedele che si è allontanato da me e i loro occhi che si sono prostituiti ai loro idoli; avranno orrore di se stessi per le iniquità commesse e per tutte le loro nefandezze (Ez 6, 9). Allora saprete che io sono il Signore, di cui non avete eseguito i comandi né osservate le leggi, mentre avete agito secondo i costumi delle genti vicine” (Ez 11, 12). Riferisci: Così dice il Signore Dio: Vi raccoglierò in mezzo alle genti e vi radunerò dalle terre in cui siete stati dispersi e a voi darò il paese d’Israele (Ez 11, 17).
Allora sapranno che io sono il Signore, quando li avrò dispersi fra le genti e li avrò disseminati in paesi stranieri (Ez 12, 15). Tuttavia ne risparmierò alcuni, superstiti alla spada, alla fame e alla peste, perché raccontino tutte le loro scelleratezze alle genti fra le quali andranno e anch’esse sappiano che io sono il Signore” (Ez 12, 16). La tua fama si diffuse fra le genti per la tua bellezza, che era perfetta, per la gloria che io avevo posta in te, parola del Signore Dio (Ez 16, 14). Ma contro di lui le genti fecero lega, restò preso nella loro fossa e in catene fu condotto in Egitto (Ez 19, 4). Ma feci diversamente per riguardo al mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle genti in mezzo alle quali si trovavano, poiché avevo dichiarato che li avrei fatti uscire dal paese d’Egitto sotto i loro occhi (Ez 20, 9).
Ma agii diversamente per il mio nome, perché non fosse profanato agli occhi delle genti di fronte alle quali io li avevo fatti uscire (Ez 20, 14). E nel deserto giurai loro, alzando la mia mano, che li avrei dispersi fra le genti e disseminati in paesi stranieri (Ez 20, 23). Ridurrò l’Egitto una terra desolata fra le terre assolate e le sue città saranno distrutte, rimarranno una desolazione per quarant’anni e disperderò gli Egiziani fra le genti e li disseminerò fra altre regioni” (Ez 29, 12). Farò seccare i fiumi e darò il paese in mano a genti barbare, devasterò il territorio e ciò che contiene, per mezzo di stranieri: io, il Signore, l’ho detto” (Ez 30, 12). Disperderò gli Egiziani fra le genti e li disperderò in altre regioni (Ez 30, 23).
Disperderò gli Egiziani fra le genti e li disperderò in altre regioni: si saprà che io sono il Signore” (Ez 30, 26). “Figlio dell’uomo, intona un lamento sul faraone re d’Egitto dicendo: Leone fra le genti eri considerato; ma eri come un coccodrillo nelle acque, erompevi nei tuoi fiumi e agitavi le acque con le tue zampe, intorbidandone i corsi” (Ez 32, 2). Ebbene, dice il Signore Dio, io alzo la mano e giuro: anche le genti che vi stanno d’intorno subiranno il loro vituperio (Ez 36, 7). Li ho dispersi fra le genti e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni (Ez 36, 19). Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che gli Israeliti avevano disonorato fra le genti presso le quali sono andati (Ez 36, 21).
Annunzia alla casa d’Israele: Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso le quali siete andati (Ez 36, 22). Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le genti, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono il Signore – parola del Signore Dio – quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi (Ez 36, 23). Dì loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò gli Israeliti dalle genti fra le quali sono andati e li radunerò da ogni parte e li ricondurrò nel loro paese (Ez 37, 21). Le genti sapranno che io sono il Signore che santifico Israele quando il mio santuario sarà in mezzo a loro per sempre” (Ez 37, 28).
Dopo molto tempo ti sarà dato l’ordine: sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che è sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui monti d’Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e tutti abitano tranquilli (Ez 38, 8). Tu dirai: Andrò contro una terra indifesa, assalirò genti tranquille che si tengono sicure, che abitano tutte in luoghi senza mura, che non hanno né sbarre né porte (Ez 38, 11). Verrai contro il mio popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni io ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano quando per mezzo tuo, o Gog, manifesterò la mia santità davanti ai loro occhi (Ez 38, 16). Io mostrerò la mia potenza e la mia santità e mi rivelerò davanti a genti numerose e sapranno che io sono il Signore” (Ez 38, 23). Farò conoscere il mio nome santo in mezzo al mio popolo Israele, e non permetterò che il mio santo nome sia profanato; le genti sapranno che io sono il Signore, santo in Israele (Ez 39, 7).
Fra le genti manifesterò la mia gloria e tutte le genti vedranno la giustizia che avrò fatta e la mano che avrò posta su di voi (Ez 39, 21). Le genti sapranno che la casa d’Israele per la sua iniquità era stata condotta in schiavitù, perché si era ribellata a me e io avevo nascosto loro il mio volto e li avevo dati in mano ai loro nemici, perché tutti cadessero di spada (Ez 39, 23). Quando io li avrò ricondotti dalle genti e li avrò radunati dalle terre dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a numerosi popoli (Ez 39, 27). Riunirò tutte le nazioni e le farò scendere nella valle di Giòsafat, e là verrò a giudizio con loro per il mio popolo Israele, mia eredità, che essi hanno disperso fra le genti dividendosi poi la mia terra (Gl 4, 2).
Svelte, venite, o genti tutte, dai dintorni e radunatevi là! Signore, fa’ scendere i tuoi prodi! (Gl 4, 11). Si affrettino e salgano le genti alla valle di Giòsafat, poiché lì siederò per giudicare tutte le genti all’intorno (Gl 4, 12). Poiché come avete bevuto sul mio monte santo così berranno tutte le genti senza fine, berranno e tracanneranno: e saranno come se non fossero mai stati (Abd 1, 16). Verranno molte genti e diranno: “Venite, saliamo al monte del Signore e al tempio del Dio di Giacobbe; egli ci indicherà le sue vie e noi cammineremo sui suoi sentieri”, poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore (Mi 4, 2).
Vedranno le genti e resteranno deluse di tutta la loro potenza. Si porranno la mano sulla bocca, i loro orecchi ne resteranno assorditi (Mi 7, 16). Eccomi a te, oracolo del Signore degli eserciti. Alzerò le tue vesti fin sulla faccia e mostrerò alle genti la tua nudità, ai regni le tue vergogne (Na 3, 5). Continuerà dunque a vuotare il giacchio e a massacrare le genti senza pietà? (Ab 1, 17). Scuoterò tutte le nazioni e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti (Ag 2, 7). Dice il Signore degli eserciti: “In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi” (Zc 8, 23). In quel giorno io farò di Gerusalemme come una pietra da carico per tutti i popoli: quanti vorranno sollevarla ne resteranno sgraffiati; contro di essa si raduneranno tutte le genti della terra (Zc 12, 3). In quel giorno io m’impegnerò a distruggere tutte le genti che verranno contro Gerusalemme (Zc 12, 9). Il Signore radunerà tutte le genti contro Gerusalemme per la battaglia; la città sarà presa, le case saccheggiate, le donne violate, una metà della cittadinanza partirà per l’esilio, ma il resto del popolo non sarà strappato dalla città (Zc 14, 2).
Allora fra tutte le genti che avranno combattuto contro Gerusalemme, i superstiti andranno ogni anno per adorare il re, il Signore degli eserciti, e per celebrare la solennità delle capanne (Zc 14, 16). Se la stirpe d’Egitto non salirà e non vorrà venire, sarà colpita dalla stessa pena che il Signore ha inflitta alle genti che non sono salite a celebrare la festa delle capanne (Zc 14, 18). Questo sarà il castigo per l’Egitto e per tutte le genti che non saliranno a celebrare la festa delle capanne (Zc 14, 19). Poiché dall’oriente all’occidente grande è il mio nome fra le genti e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome e una oblazione pura, perché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli Eserciti (Ml 1, 11). Luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele” (Lc 2, 32). E nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme (Lc 24, 47).
Tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo Davide: Perché si agitarono le genti e i popoli tramarono cose vane? (At 4, 25). Davvero in questa città si radunarono insieme contro il tuo santo servo Gesù, che hai unto come Cristo, Erode e Ponzio Pilato con le genti e i popoli d’Israele (At 4, 27). Perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tutte le genti sulle quali è stato invocato il mio nome (At 15, 17). Ma rivelato ora e annunziato mediante le scritture profetiche, per ordine dell’eterno Dio, a tutte le genti perché obbediscano alla fede (Rm 16, 26). Perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede (Gal 3, 14).
Le genti fremettero, ma è giunta l’ora della tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra” (Ap 11, 18). Un secondo angelo lo seguì gridando: “E’ caduta, è caduta Babilonia la grande, quella che ha abbeverato tutte le genti col vino del furore della sua fornicazione” (Ap 14, 8). Chi non temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo. Tutte le genti verranno e si prostreranno davanti a te, perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati” (Ap 15, 4). Poi l’angelo mi disse: “Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue (Ap 17, 15).Che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo (Ef 3, 6). Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone (2Tm 4, 17). Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi – ma finora ne sono stato impedito – per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili (Rm 1, 13). Pertanto, ecco che cosa dico a voi, Gentili: come apostolo dei Gentili, io faccio onore al mio ministero (Rm 11, 13). E ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili (Rm 16, 4). Per questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi Gentili (Ef 3, 1). A me, che sono l’infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo (Ef 3, 8).