AVVENTO DI SPERANZA – (I DOMENICA DI AVVENTO)
CAPISALDO FONDAMENTALE: L’UOMO ANNUNZIATORE DI SPERANZA
In questa prima domenica di Avvento, è posto il caposaldo di assoluta necessità, in assenza del quale nessuna speranza potrà essere creata. Questo caposaldo ha un nome: volontà dell’uomo, desiderio. Dio vuole creare la speranza nell’uomo. Non la può creare se non attraverso l’uomo. L’uomo deve volere la speranza del suo Dio. Altro caposaldo, anch’esso di assoluta necessità, indispensabile per la creazione della speranza nei cuori, è l’uomo che diviene banditore della speranza. L’uomo è lo strumento della speranza di Dio, ma anche l’uomo è chiamato ad accogliere la speranza che gli viene annunziata, predicata, insegnata. Senza questi due capisaldi, non c’è comunione di speranza tra Dio e l’uomo, ma anche vi è comunione di speranza tra uomo e uomo. Il giorno in cui un cristiano decide di non essere più banditore, annunciatore della vera speranza, tutta quella parte di umanità che viene a contatto con lui, rimane in una disperazione di tenebre e di morte.
PRIMA LETTURA: SPERANZA ANNUNCIATA, SPERANZA ACCOLTA
Ai popoli viene fatto conoscere il monte della speranza, che è il monte del tempio del Signore. Noi sappiamo che l’antico monte e l’antico tempio sono solo una pallida figura del nuovo monte e del nuovo tempio che è Cristo Gesù. Qual è la loro risposta? La manifestazione di una ferma volontà di salire sul monte del Signore. Perché si ha questo desiderio? Per ascoltare la Parola che il Signore rivolgerà loro. Pensiamo per un istante a tutte le folle che seguivano Cristo Signore per ascoltare la sua Parola. È dall’ascolto della Parola che nasce la vera speranza.
Messaggio che Isaia, figlio di Amoz, ricevette in visione su Giuda e su Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s’innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra. Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore (Is 2,1-5).
ESAME DI COSCIENZA: Annunzio ai miei fratelli che Cristo Gesù è il nuovo tempio, il nuovo monte, sul quale si deve recare chi vuole trovare la sua vera speranza? Quando sento un fratello che mi annunzia che se voglio trovare la vera speranza, mi devo recare nella Casa del Signore, perché è lì la vera sorgente della verità della speranza e della grazia che la fa maturare in noi, accolgo questa Parola corro verso Gesù? Oppure rimangono insensibile? Da quanto tempo non invito qualcuno nella casa del Signore? Credo in Cristo, nella sua Chiesa, nella sua grazia e verità? Una risposta onesta rivela il tuo stato di cristiano e di uomo.
SALMO RESPONSORIALE – LA GIOIA DI RECARSI ALLA CASA DEL SIGNORE
Quando il popolo di Dio intraprendeva il viaggio verso Gerusalemme, i cuori di tutti erano pieni di grande gioia. Si esultava. Ci si recava al tempio del Signore. Si entrava nella casa di Dio in terra. Oggi non siamo noi ad entrare nella casa di Dio. È Gesù stesso che entra nella nostra casa con tutto il suo mistero umano, divino, trinitario. Mostrare questa gioia è annunzio di speranza. È annunzio efficace che produce sempre grande desiderio di speranza.
Andiamo con gioia incontro al Signore. Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore!». Già sono fermi i nostri piedi alle tue porte, Gerusalemme! Gerusalemme è costruita come città unita e compatta. È là che salgono le tribù, le tribù del Signore, secondo la legge d’Israele, per lodare il nome del Signore. Là sono posti i troni del giudizio, i troni della casa di Davide. Chiedete pace per Gerusalemme: vivano sicuri quelli che ti amano; sia pace nelle tue mura, sicurezza nei tuoi palazzi. Per i miei fratelli e i miei amici io dirò: «Su te sia pace!». Per la casa del Signore nostro Dio, chiederò per te il bene (Sal 122 (121), 1-9).
ESAME DI COSCIENZA: mi reco all’incontro con Cristo con gioia, esultanza, grande attesa di riceverlo nella sua Parola e nella sua Eucaristia? La Santa Messa è vissuta da me come vero annunzio di speranza per i miei fratelli? La comunità parrocchiale mi trasmette gioia, esultanza? In cosa devo cambiare? Sono consapevole che il canto della mia speranza è necessario a Dio perché Lui possa attrarre a Cristo molti altri cuori? Voglio essere strumento della speranza?
SECONDA LETTURA: I MOMENTI CRITICI DELLA SPERANZA
Ci sono dei momenti fortemente critici. O si passa nella speranza piena, o si rimane in un limbo di tiepidezza, accidia, incoscienza, dal quale si rischia di mai più venire fuori. Siamo incamminati su una via che di sicuro conduce alla perdizione. In questi momenti critici il cristiano manifesta la verità della sua speranza, se lavora per scuotere gli accidiosi. I tiepidi, gli incoscienti, perché escano dal torpore e sonno di morte. L’irreversibilità è sempre in agguato.
E questo voi farete, consapevoli del momento: è ormai tempo di svegliarvi dal sonno, perché adesso la nostra salvezza è più vicina di quando diventammo credenti. La notte è avanzata, il giorno è vicino. Perciò gettiamo via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a orge e ubriachezze, non fra lussurie e impurità, non in litigi e gelosie. Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo (Rm 13,11-14a).
ESAME DI COSCIENZA: Sono io in questo stato di torpore, sonno, tiepidezza, accidia, insensibilità spirituale? Mi lascio aiutare dai miei fratelli? Se la mia speranza è ben fondata, quanto aiuto gli altri perché si sveglino dal loro sonno spirituale? So che la verità della mia speranza è tanto grande quanto è grande l’aiuto che dono agli altri? Sono di vero aiuto?
CANTO AL VANGELO: L’OBBLIGO DELLA PREGHIERA
Il rinnovamento della speranza va chiesto senza alcuna sosta. Va implorato per noi, per gli altri, per ogni discepolo di Gesù. Solo Dio può creare la vera speranza in un cuore. Un cuore senza speranza, non ha alcuna prospettiva di vera vita. Le speranze della terra sono effimere, vane, inefficaci, lasciano vuoto il cuore, lo spirito, l’anima. La speranza vera è solo di Dio, in Cristo.
Alleluia, alleluia. Mostraci, Signore, la tua misericordia e donaci la tua salvezza. Alleluia.
ESAME DI COSCIENZA: Quanto prego ogni giorno perché il Signore doni ai figli della Chiesa una speranza sempre più viva, creatrice di altra infinita speranza nei cuori? Sono convinto che spetta a me compiere questo altissimo ministero? Che ruolo ha la preghiera della mia vita? Credo che essa è la sola via perché per mio tramite tutto il Cielo discenda sulla terra?
VANGELO: QUANDO FINISCE IL TEMPO DELLA SPERANZA
Ad ogni uomo che vive sulla terra è stato assegnato un tempo per portare a termine l’edificio della sua speranza. Sappiamo quando siamo nati. Nessuno sa quante ore il Signore gli ha dato per compiere il suo percorso sulla nostra terra. Gesù lo dice con chiarezza: nessuno neanche può immaginare l’ora della fine. Un istante prima è sulla terra, nell’istante dopo è nell’eternità.
Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo (Mt 24,37-44).
ESAME DI COSCIENZA: Mi ostino a vivere come se non dovessi morire mai? Se in questa ora venisse sorella morte, mi consegnerebbe a Dio nell’eternità o a Satana? Andrei nella luce eterna, o nelle morte per sempre? Desidero andare in Paradiso? È giusto rispondere con grande onestà, esaminando i frutti della nostra speranza, confrontandoci con il Vangelo.
La Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ci diamo ogni luce per leggere il nostro stato spirituale e ogni sapienza e intelligenza, assieme al timore del Signore, perché nessuno si lasci ingannare dal proprio cuore, finendo così nelle tenebre eterne.