E l’angelo si allontanò da lei – Maria si alzò e andò in fretta

08 Maggio
E l’angelo si allontanò da lei

L’Angelo si reca nella casa di Maria in Nazaret, annuncia la volontà di Dio, spiega alla Vergine promessa sposa che la Parola del Signore si compirà in Lei per opera dello Spirito Santo e che Lei dovrà solo dare il suo assenso. Ricevuto il sì di Maria si dice di lui: “E l’angelo si allontanò da lei”. È giusto che ci chiediamo: perché questa notizia, mentre nel caso del suo annunzio del Tempio nulla si dice? Quella visita finisce con la punizione di Zaccaria per non aver creduto.

Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo» (Lc 1,18-20).

Nel Cielo tutti erano in attesa di quella notizia. Adamo ed Eva attendevano questo giorno, il giorno in cui vi sarebbe stata inimicizia tra la donna e il serpente, il giorno in cui la stirpe della donna e la donna che è la prima stirpe della Nuova Creazione avrebbe schiacciato la testa al loro tentatore. Dio ha adempiuto la sua promessa. Loro devono gioire per questo.

Deve gioire Abramo. A Lui il Signore ha promesso che tutte le tribù della terra sarebbero state benedette nella sua discendenza. È il Figlio della Vergine di Nazaret la sua discendenza. L’ora della benedizione è venuta per tutti i popoli. Anche per lui la Parola di Dio non è stata vana.

Deve rallegrarsi Davide. A lui il Signore aveva promesso un regno eterno, dal re eterno. È il Figlio di Maria il suo erede, il Re dal regno eterno. Veramente nessuna Parola di Dio è mai stata inefficace. La sua onnipotenza guida la storia perché tutto si compia.

La Storia Sacra ci dice che nella dinastia di Davide non tutti furono santi. Solo per l’Onnipotenza del Signore la Parola si è potuta realizzare. Se fosse stato per gli uomini, ancora il mondo attenderebbe e una eternità di attesa non sarebbe sufficiente. L’uomo distrugge non la realizza.

E poi c’è Isaia, il grande profeta del Servo del Signore. Tutta la sua profezia è un canto al Servo del Signore. Isaia non solo ci dice che lui verrà, ci dona la più alta verità sulla sua missione. Lui è il Servo Sofferente, il Servo che prende su di sé tutti i peccati del mondo per espiarli.

Nel Figlio di Maria ogni profezia da Lui proferita si compie, si realizza, avviene. Lui deve lodare il Signore. Benedirlo. Ringraziarlo perché tutte le parole da lui proferite sono verissime. Dio non lo ha ingannato. Non gli ha fatto proferire parole inattuabili, irrealizzabili, inefficaci.

Lui deve esultare più di ogni altro. Deve magnificare il suo Dio. Sul futuro da lui prospettato, annunziato, descritto, si può ora costruire la vera speranza degli uomini. Prima erano solo parole. Ora le sue sono purissima verità, anzi purissima storia, purissimi eventi.

C’è anche Geremia, il profeta della Nuova Alleanza. Ezechiele, il profeta del cuore nuovo, della risurrezione, del nuovo tempio, dell’acqua che sgorga dal lato destro. C’è Zaccaria che ci rivela che il Messia sarà trafitto. Michea, il profeta che annunzia che il Re promesso nascerà a Betlemme. Ci sono i Salmi, nei quali è contenuta tutta la passione del Servo Trafitto.

Ebbene, tutti i profeti, i giusti, i patriarchi, ognuno ha una ragione per gioire ed è ben giusto che l’Angelo Gabriele subito lasci la casa di Nazaret, si rechi nel cielo e porti questa lieta notizia: “La Vergine Maria ha accolto nel suo cuore, nella sua volontà, nei suoi desideri, nel suo corpo la Parola del suo Signore. Ha detto: Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua Parola”. Tutti devono sapere che è per questo sì della Vergine che le loro parole, speranze, attese, profezie, desideri si compiono. Essi non sono stati ministri vani del Regno di Dio.

Una notizia basta per creare un modo nuovo di essere. Un solo “sì” è sufficiente per capovolgere il Cielo e la terra, il tempo e l’eternità. Accogliere una missione che Dio ti affida, modifica tutta la storia dell’umanità e anche cambia il futuro del Paradiso e dell’inferno. Il sì a Dio della Vergine di Nazaret porta un cambiamento sostanziale nello stesso Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dire il nostro sì a Cristo Signore.

Maria si alzò e andò in fretta

Essendosi la Vergine Maria dichiarata la Serva del Signore, Lei non è serva a metà, serva per lo spirito e non per il corpo, serva per l’anima e non serva per la volontà, serva per l’eternità e non per il tempo. Se Lei è la serva, lo è perché è tutta e sempre dalla volontà del suo Dio. Il Signore comanda e Lei obbedisce. Il Signore ordina e Lei esegue. Il Signore manda e Lei va: “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda”.

Possiamo affermare che la Vergine Maria è la prima missionaria dei tempi nuovi, o della economia della salvezza che inizia tutta con la morte e la risurrezione di Gesù Signore. Nella storia di Dio tutto deve svolgersi con rigorosa puntualità. Il Signore comanda, per mozione e ispirazione dello Spirito Santo, alla sua serva di alzarsi, partire, recarsi verso la regione montuosa, deve raggiungere una città di Giuda. Deve fare tutto questo senza andare né a destra e né a sinistra, senza fermarsi e perdere tempo in convenevoli umani.

La “fretta” è il segno che la missione viene da Dio. Quando si devono fare le cose del Signore, non si deve fare altro. Questa è la fretta. Comprendiamo questo se leggiamo un episodio che viene riportato nel Secondo Libro dei Re e che riguarda il profeta Eliseo.

Il bambino crebbe e un giorno uscì per andare dal padre presso i mietitori. Egli disse a suo padre: «La mia testa, la mia testa!». Il padre ordinò a un servo: «Portalo da sua madre». Questi lo prese e lo portò da sua madre. Il bambino sedette sulle ginocchia di lei fino a mezzogiorno, poi morì. Ella salì a coricarlo sul letto dell’uomo di Dio; chiuse la porta e uscì. Chiamò il marito e gli disse: «Mandami per favore uno dei servi e un’asina; voglio correre dall’uomo di Dio e tornerò subito». Quello domandò: «Perché vuoi andare da lui oggi? Non è il novilunio né sabato». Ma lei rispose: «Addio». Sellò l’asina e disse al proprio servo: «Conducimi, cammina, non trattenermi nel cavalcare, a meno che non te lo ordini io». Si incamminò; giunse dall’uomo di Dio sul monte Carmelo. Quando l’uomo di Dio la vide da lontano, disse a Giezi, suo servo: «Ecco la Sunammita! Su, corrile incontro e domandale: “Stai bene? Tuo marito sta bene? E tuo figlio sta bene?”». Quella rispose: «Bene!». Giunta presso l’uomo di Dio sul monte, gli afferrò i piedi. Giezi si avvicinò per tirarla indietro, ma l’uomo di Dio disse: «Lasciala stare, perché il suo animo è amareggiato e il Signore me ne ha nascosto il motivo; non me l’ha rivelato». Ella disse: «Avevo forse domandato io un figlio al mio signore? Non ti dissi forse: “Non mi ingannare”?».

Eliseo disse a Giezi: «Cingi i tuoi fianchi, prendi in mano il mio bastone e parti. Se incontrerai qualcuno, non salutarlo; se qualcuno ti saluta, non rispondergli. Metterai il mio bastone sulla faccia del ragazzo». La madre del ragazzo disse: «Per la vita del Signore e per la tua stessa vita, non ti lascerò». Allora egli si alzò e la seguì. Giezi li aveva preceduti; aveva posto il bastone sulla faccia del ragazzo, ma non c’era stata voce né reazione. Egli tornò incontro a Eliseo e gli riferì: «Il ragazzo non si è svegliato». Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, coricato sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì e si coricò sul bambino; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani sulle mani di lui, si curvò su di lui e il corpo del bambino riprese calore. Quindi desistette e si mise a camminare qua e là per la casa; poi salì e si curvò su di lui. Il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Giezi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando lei gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, si prostrò a terra, prese il figlio e uscì (2Re 4,18-37).

Maria deve compiere un’opera ancora più grande. Deve far sì che per mezzo di Lei, della sua presenza, la Parola di Dio si compia in ogni sua parte. È questa la vera missione di Maria, di Cristo Gesù, di ogni suo discepolo: rendere vero il Padre celeste. Come lo si rende vero? Facendo sì che per la nostra missione ogni sua Parola risulti vera. Risulterà vera donando noi ad essa perfetto compimento. La missione cristiana non è compiere opere. Al cristiano le opere non devono mai interessare. Le opere del cristiano sono solo quelle fruttificate dalla Parola vissuta, resa storia, mostrata nella sua concretezza di compimento. Oggi, Maria lascia la sua casa. Dio la manda nella casa di Elisabetta, perché per Lei la sua Parola trovi attualizzazione.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci realizzatori della Parola di Dio.