Salutò Elisabetta – Il bambino sussultò nel suo grembo
09 Maggio
Salutò Elisabetta
È semplicemente straordinario. Se esaminiamo cosa Maria fa nella casa di Zaccaria, rimaniamo senza fiato. Il nostro cuore si ricolmerà di stupore infinito: “Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta”. Tutto il lavoro, la fatica missionaria di Maria consiste in un saluto. Nulla di più.
In tutta la Scrittura Antica, ma anche nel Vangelo e in tutto il Nuovo Testamento, non troviamo un evento simile, neanche in qualche modo paragonabile. Anche nei miracoli più semplici di Gesù, vi è una parola. Nel Vangelo di Giovanni si parla di Gesù che vede Natanaele sotto il fico, ma non lo saluta. Gli dirà una parola nei giorni seguenti. Il Vangelo secondo Luca parla di Gesù che vede Zaccheo sull’albero e lo chiama. Ma anche qui c’è una parola ben precisa.
Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo» (Gv 1,43-51).
Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,1-10).
Di Maria invece si parla di un semplice saluto. Un evento che è quotidiano tra gli uomini. Maria ci rivela invece, a noi che siamo tutti indaffarati, che non sappiamo quale opera inventare, che ogni giorno scriviamo montagne di libri per aggiornare la nostra missione, perché perennemente senza veri frutti di salvezza, che non è ciò che è fuori di noi che salva e realizza la Parola del Signore. È invece ciò che è dentro di noi che crea la redenzione, la salvezza, che porta la conversione e la benedizione di Dio tra gli uomini.
Il segreto di Maria è nella prima parola che l’Angelo le ha detto: “Piena di grazia”. “Piena di Dio”, “Piena di Spirito Santo”, “Piena di amore, verità, giustizia, santità”, “Piena di Cielo”. Maria è vera casa di Dio, vero suo tempio, vero Cielo vivente, vero Paradiso in mezzo agli uomini. Dove Lei va, porta tutto Dio. È Dio che realizza ogni sua Parola. Dio però vuole esse portato. Maria è il vero carro di Dio, della visione secondo Ezechiele, che porta Dio sulla nostra terra, nella nostra casa, nel nostro cuore, nella nostra vita. Questa verità mai va dimenticata.
Questa è la straordinaria potenza, anzi onnipotenza di Maria. Tutto è racchiuso in un saluto. Questa la sua grande opera: lasciare la sua casa, venire, salutare Elisabetta. Dio non le chiede altro, non vuole altro. Questo gli basta. Il soffio di Maria è in tutto come il soffio di Dio. È il soffio che fa uscire Dio dal cuore e lo versa nella casa. È un soffio di Spirito Santo. È come il soffio di Cristo Gesù Risorto. Questo soffio esce dal suo cuore, entra per l’orecchio nel cuore di chi sta dinanzi. Avviene lo stesso cambiamento che si è realizzato non appena la creta impastata ricevette il soffio di Dio. L’uomo divenne essere vivente. Cambia la sostanza stessa di una vita. Al discepolo di Gesù è chiesto questo soffio per la vita della missione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci di Spirito Santo.
Il bambino sussultò nel suo grembo
Il fiato di Maria è alito di Spirito Santo. Con il suo saluto, lo Spirito del Signore che è in Maria, si posa su Elisabetta, viene ricolmato il bambino che lei porta nel grembo: “Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Nell’Antica Scrittura mai lo Spirito del Signore era passato da una persona ad un’altra. Neanche a Mosè è stata concessa una grazia così alta. Quando il Signore volle affiancare a Mosè altre persone che lo aiutassero nella guida del popolo, è stato Lui a prendere lo Spirito che era su Mosè e a versarlo sui settantadue che erano stati scelti per questo ministero.
Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè. Mosè disse al Signore: «Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo? L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: “Portalo in grembo”, come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: “Dacci da mangiare carne!”. Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me. Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!». Il Signore disse a Mosè: «Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi, conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. Io scenderò e lì parlerò con te; toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro, e porteranno insieme a te il carico del popolo e tu non lo porterai più da solo.
Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole del Signore; radunò settanta uomini tra gli anziani del popolo e li fece stare intorno alla tenda. Allora il Signore scese nella nube e gli parlò: tolse parte dello spirito che era su di lui e lo pose sopra i settanta uomini anziani; quando lo spirito si fu posato su di loro, quelli profetizzarono, ma non lo fecero più in seguito. Ma erano rimasti due uomini nell’accampamento, uno chiamato Eldad e l’altro Medad. E lo spirito si posò su di loro; erano fra gli iscritti, ma non erano usciti per andare alla tenda. Si misero a profetizzare nell’accampamento. Un giovane corse ad annunciarlo a Mosè e disse: «Eldad e Medad profetizzano nell’accampamento». Giosuè, figlio di Nun, servitore di Mosè fin dalla sua adolescenza, prese la parola e disse: «Mosè, mio signore, impediscili!». Ma Mosè gli disse: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!». E Mosè si ritirò nell’accampamento, insieme con gli anziani d’Israele (Cfr. Num 11,1-30).
Mosè non è pieno di grazia e neanche Elia. Eliseo a quest’ultimo aveva chiesto due terzi del suo Spirito. Il profeta rispose che li avrebbe ottenuti se lo avesse visto mentre veniva rapito in cielo. Ma non era Elia a versarlo su di lui, ma il Signore. Maria è piena di grazia. È a perfetta immagine di Dio. È anche a perfetta immagine di Cristo Risorto, non per suo merito, ma per la grande misericordia con la quale il Signore l’ha avvolta. Essendo piena di Dio, piena di Cristo, piena dello Spirito Santo, il suo fiato è fiato che comunica Dio, come tutto il suo corpo è corpo che dona Dio. Non per nulla la sua carne è stata assunta da Dio per formare con essa il suo Figlio Unigenito nella sua natura umana.
La Chiesa è mandata nella casa del mondo per visitare ogni uomo. Se essa vi si reca e porta con sé lo Spirito Santo, il suo alito converte, il suo saluto salva, la sua parola redime, perché è veicolo, carro dello Spirito Santo. Ma per questo è necessario che come Maria ogni suo figlio sia pieno di grazia, verità, giustizia, pace. Sia pieno di Dio. Senza la pienezza in noi della grazia di Cristo Gesù, anche se conosciamo la Scrittura a memoria e tutta la dottrina della Chiesa in un modo infallibilmente vero, a nulla serve. Chi converte non sono le opere, le parole. È lo Spirito del Signore. Lo Spirito converte se trasformato in alito, in soffio. Ma perché questo avvenga è necessario che anche la nostra carne sia tutta spirituale, come la carne della Madre di Dio, impastata tutta di grazia. Nulla è più necessaria al cristiano della grazia di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci di grazia e verità.