Due livelli. Immanenza e fede

 

Don Alessandro Carioti

Credo di aver compreso che molti, oggi, che si dichiarano non praticanti, agnostici o non credenti, non hanno sempre dei reali pregiudizi sulla fede e la “chiesa” o la “religione”.

Penso che la verità sia una sola: tali persone pur approvando, in cuor loro, tante cose riguardanti la fede, non accettano sostanzialmente che vi sia Qualcuno (Dio-Cristo-Chiesa) che governi la loro vita e dica loro cosa sia giusto fare e cosa non lo sia. Si vuole essere autonomi, liberi, indipendenti, vivere in modo indisturbato, senza regole morali e senza “binari di verità”.


non accettano sostanzialmente
che vi sia Qualcuno (Dio-Cristo-
Chiesa) che governi la loro vita e
dica loro cosa sia giusto fare e
cosa non lo sia


Hanno questo timore che, accettando Dio, non saranno mai più liberi. Ecco, probabilmente, la ragione per cui l’unico modo per mascherare questo loro timore è quello di creare un falso ideale, che assume diversi appellativi: “anticonformismo”, “libertà”, “cultura alternativa”, “trasgressione”, ecc.
Siffatta posizione, fondata per la maggior parte dei casi, su motivazioni molto friabili, non è che un illusorio tentativo di interpretare la vita e il mondo a partire da una prospettiva terrena, un livello immanente dove tutto ciò che è legato alle possibilità della ragione, diventa normativo, universale e immodificabile.
Una logica umana del genere, esclude ogni riferimento al trascendente e diventa l’ostentazione della superbia umana, la quale preclude ogni possibilità che vi sia un ulteriore livello di conoscenza, cioè quello soprannaturale.

Il livello soprannaturale della fede, invece, rende possibile guardare e interpretare le cose con occhi diversi, potremmo dire con “occhi evangelici”.
La condizione per entrare in questo livello di conoscenza è anzitutto la fede, come desiderio di abbracciare il vangelo e la conversione della vita.
In questo nuovo livello, quando i sentimenti iniziano a conformarsi alla parola di Cristo, lo sguardo del credente diventa capace di vedere le cose e il mondo in modo completamente diverso di prima. Egli non cerca più le risposte o le ragioni delle cose in se stesso, ma ogni cosa la comprende, nella sua verità, con l’aiuto della grazia divina.


Lo sguardo del credente diventa
capace di vedere le cose e il
mondo in modo completamente
diverso di prima


Due livelli dunque: uno immanente e uno soprannaturale.
Cristo, incarnandosi, ha vissuto il livello terreno, nella sua piena esperienza umana, pur senza mai lasciarsi condizionare da quanto era contrario alla volontà del Padre suo.
Gesù ci ha insegnato che è possibile, anzi è necessario innalzare lo sguardo al livello della fede, perché solo così si può comprendere la vita umana alla luce dello Spirito Santo, dentro una prospettiva di vita eterna.
Non sono dunque due livelli contrapposti, anche se il nostro rischio è sempre quello di renderli incompatibili.


è necessario innalzare lo sguardo
al livello della fede, perché solo
così si può comprendere la vita
umana alla luce dello Spirito
Santo