Venne però il giorno propizio
Eb 13,1-8; Sal 26; Mc 6,14-29
8 FEBBRAIO
Quando Satana governa un cuore, sa come sfruttare ogni momento della storia per riuscire nella sua opera di morte. Lui sa come governare i pensieri, orientandoli tutti al compimento della sua volontà. Chi vuole non essere manovrato e sfruttato dal principe delle tenebre, deve porre ogni attenzione perché rimanda interamente sotto il governo e la mozione dello Spirito Santo. Questo avviene se abita e dimora nella Parola di Gesù. Erodìade è donna malvagia. Ha deciso la morte di Giovanni il Battista. I suoi pensieri di morte non trovano appoggio su Erode. Questi ha timore di privare della vita un profeta di Dio. Lei sa attendere. Di certo Satana le darà una forte mano perché il suo desiderio di morte venga saziato. Il giorno propizio viene. Erode si lascia perde il lume della ragione dinanzi alla figlia di Erodìade, che esegue una danza impura e lasciva. Tra i fumi dei desideri concupiscenti e cattivi, le fa un giuramento stolto e insipiente. Le promette di concederle qualsiasi cosa gli avrebbe chiesto. Anche la metà del suo regno. Satana orienta la figlia perché si lasci consigliare dalla madre. La madre le consiglia di chiedere la testa di Giovanni il Battista. Con questa richiesta anche la figlia rivela tutta la sua stoltezza. Avrebbe potuto avere metà del regno, ma si accontenta di una testa di un morto che non le servirà a nulla, se non a soddisfare la sete di odio della madre. Come lo Spirito Santo è il Creatore della comunione nel bene, nella verità, nella giustizia, nella santità. Così Satana è il fomentatore della concordia nella malvagità, nell’odio, nella concupiscenza, nel vizio, in ogni sorta di male. Quando c’è concordia nel male, allora lì Satana manifesta il suo governo.
Il re Erode sentì parlare di Gesù, perché il suo nome era diventato famoso. Si diceva: «Giovanni il Battista è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi». Altri invece dicevano: «È Elia». Altri ancora dicevano: «È un profeta, come uno dei profeti». Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: «Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, è risorto!». Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Ci si può sottrarre dall’influsso di Satana? Ci si può sottrare al suo governo che dirige i nostri pensieri a cercare l’accordo nel male con ogni altro uomo? Ci si può sottrarre ad una sola condizione: che si esca dal suo regno, dal suo dominio, dal suo impero, che è il regno del peccato e del vizio e ci si consegni interamente al regno di Cristo nei pensieri, nella volontà, nei sentimenti, nel corpo, nell’anima, nello spirito. Ci si consegna al regno di Cristo Signore, dimorando nella sua Parola. È nella Parola del Vangelo che Satana non ha alcun potere. Ha però il potere di tentarci perché usciamo dalla Parola. Se cadiamo nella sua tentazione, è la fine per noi. Lui farà di tutto, metterà tutta la sua scaltrezza, per renderci concordi nella falsità, nel male, nell’ingiustizia, nell’odio, in ogni altro male. La nostra vita o governata dallo Spirito Santo nella verità e giustizia. O è governata da Satana nella falsità e ingiustizia.
Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che usciamo dal Vangelo. È la nostra fine.