Non anteporre nulla all’amore di Cristo

 

Don Nicola De Luca, parroco e docente di teologia, ci offre oggi una bella riflessione sulle esigenze della sequela di Cristo

 

Passeggiando per i nostri paesi, spesso tessuti d’incanto per la bellezza dei loro centri storici molto caratteristici, ci si imbatte in strutture nuove, mastodontiche mai portate a compimento da decenni. Non solo deturpano il paesaggio meraviglioso che si intravede ma viene spontaneo pensare: sono stati spesi così tanti soldi per una casa di questo genere e mai è stata realizzata.
La stessa cosa vuol farci comprendere Gesù a proposito della sua sequela. Essa non è un’opera valida per un giorno, un mese, un anno. Essa comporta l’impegno di tutta una vita. Chi decide in cuor suo di essere discepolo di Cristo deve mettere in conto quat’elementi: l’amore; la croce; la rinuncia; la perseveranza.


Gesù non è uno dei tanti uomini
del nostro tempo che promette
felicità illusorie


Spesso nel vangelo ci viene presentata una folla numerosa che va dietro Gesù e Lui non vuole illudere o deludere nessuno. La folla deve sapere a cosa va incontro seguendolo. Gesù non è uno dei tanti uomini del nostro tempo che promette felicità illusorie a tempo indeterminato pur di avere un seguito dietro di sé o per rendere il calco della sua immagine ancora più imponente. Gesù viene nel mondo per donarci la verità del Padre suo e la verità comporta le quattro realtà o dimensioni a cui abbiamo appena accennato.
L’amore innanzitutto. Chi vuol essere vero cristiano, genuino e autentico non deve anteporre niente e nessuno all’amore di Cristo. L’amore per Gesù deve essere assoluto, esclusivo, unilaterale; deve sorpassare il cielo e la terra; deve librarsi alto aldilà di affetti, averi, pensieri, possedimenti propri. Tutto il resto o lo si ama in Cristo o non si ama Cristo.

 


La Parola è il giogo soave che il
Signore pone sulle nostre spalle


E’ necessario, poi, saper portare la propria croce che per il credente è la Parola di Cristo. La Parola la si conosce, ci si forma e informa in essa, la si mette nel cuore e la si vive quotidianamente. La Parola è il giogo soave che il Signore pone sulle nostre spalle.
La rinuncia a tutto ciò che si frappone tra noi e l’amore di Dio e non ci fa camminare speditamente dietro di Lui. E la prima vera grade rinuncia è il peccato che vive nella nostra carne che è come una immensa zavorra sulla mongolfiera della nostra vita cristiana.
Ma tutta questa edificazione non può compiersi fino alla fine se non grazie alla perseveranza che è dono di Dio da chiedere costantemente nella preghiera. Solo chi persevera fino alla fine può testimoniare al mondo che la sua opera iniziata nel tempo ha ottenuto il suo pieno compimento e realizzazione. La nostra salvezza è nella nostra perseveranza.

 


La nostra salvezza è nella nostra
perseveranza


Vergine Maria, Madre della Redenzione e madre nostra, l’amore di Dio in te è stato pane quotidiano ed ogni parola, gesto, azione generato dal tuo cuore Immacolato, è stato sempre frutto di questo amore purissimo intessuto nella tua mente, nel tuo spirito, nel tuo cuore e nel tuo corpo. Sostienici con la tua preghiera e la tua potente intercessione affinchè la torre della nostra fede sia ben fondata, edificata, consolidata, perfezionata e conclusa sulla roccia della Parola del tuo Figlio Gesù. Solo così daremo vera gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo di cui tu sei eterna dimora.