Come è scritto nella legge del Signore
Vi sono delle cose che sono così semplici, da risultare incomprensibili ad ogni mente umana. Oggi si parla di umanesimo, nuovo umanesimo, umanesimo integrale, umanesimo filosofico, teologico. Su questo argomento si dicono mille cose. Nessuno però pensa che sarebbe sufficiente questa semplice frase del Vangelo secondo Luca, per risolvere alla radice ogni problematica: “Come è scritto nella legge del Signore”. “Come è scritto nel Vangelo di Cristo Gesù”. Vi è semplicità più semplice? Eppure quanta complessità sulla parola del Signore!
Giuseppe e Maria sono persone povere. Vivono del modesto e umile lavoro di Giuseppe. Lui è falegname di un piccolo paese della Galilea. Maria nulla fa mancare del suo amore e della sua sapienza nelle faccende domestiche. Sono poveri. La loro povertà è la loro ricchezza, perché vissuta nella piena osservanza della Legge del Signore. Il Bambino deve essere offerto a Dio e riscattato. Così prescrive la legge dell’Esodo. Il Signore aveva risparmiato tutti i primogeniti degli uomini e degli animali. Li aveva dichiarato suoi per sempre e a Lui andavano offerti. Gli animali puri venivano sacrificati. I figli degli uomini invece venivano offerti e subito riscattati.
Se noi provassimo ad osservare tutte le prescrizioni del Vangelo, manifesteremmo al mondo il vero uomo secondo Dio. Sapremmo tutti cosa è la vera misericordia. Essa è vita nella Parola del Signore. È osservanza del suo Vangelo. È obbedienza al Comandamento Nuovo di Cristo Gesù. Non sono le nostre vie che fanno il vero uomo. Sono invece le leggi del Signore da osservare per tutti i giorni della nostra vita. Si pensi per un solo istante se tutti osservassimo i comandamenti. Non vi sarebbero aborti, omicidi, furti, false testimonianza, frodi, inganni, bancherotte fraudolente, speculazioni, divorzi. Se poi mettessimo in pratica il Vangelo, non vi sarebbero liti, contrapposizione, divergenze per le cose di questo mondo. Nella Parola di Dio osservata tutto diviene semplice. Fuori della Parola vi è complessità.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (Lc 2,22-40).
Simeone è uomo giusto, timorato del Signore. Cammina nella sua Legge. Lo Spirito Santo gli promette un grande dono: lui non sarebbe morto prima di aver veduto il Messia del Signore. Vede il Messia e qual è la sua preghiera? Chiede al Signore di lasciare questa terra. Ha visto il suo Dio. Non devi. Il suo cammino è finito. E Anna, la profetessa, come vive? Di digiuni e di preghiere. È una portatrice di vera speranza. Essa presta la voce al Signore per dire ad ogni uomo che la redenzione di Gerusalemme si sta per compiere. Amore, misericordia, speranza possono essere fondate solo sulla Parola del Signore, sulla fede nella Parola. Se la fede viene meno, anche la vera carità e la vera misericordia assieme alla speranza svaniscono. L’umanesimo semplice, perché vero, viene solo dalla Parola vissuta, predicata, accolta, trasformata in nostra carne e sangue. Se la Parola di Dio e il Dio della Parola vengono taciuti, anche la vera misericordia, la vera carità, il vero umanesimo mai si vedranno sulla nostra terra. Speranze e misericordie senza Parola di Dio sono semplicemente umane.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci creatori di vero umanesimo.