E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia

Un uomo non è solo corpo, fascio di muscoli da addestrare allo sport, alle varie arti, anche nobilissime, o alla guerra o ad imprese spettacolari. L’uomo è prima ancora spirito, che deve prendere in mano il corpo dell’uomo e condurlo verso la sua meta eterna, che è la risurrezione gloriosa in Cristo Gesù, nel suo corpo risorto, immortale, spirituale, incorruttibile. Lo spirito necessità di un’anima forte, robusta, piena della grazia di Dio. Se l’anima è debole oppure morta a Dio e alla sua grazia, lo spirito dell’uomo manca di ogni forza, luce, sapienza, intelligenza saggezza. Un’anima senza vita rende lo spirito senza vita. Uno spirito senza vita abbandona il corpo ai vizi, al peccato, alla depravazione, ad ogni immoralità.

Osserviamo oggi la vita dell’uomo. Di che cosa ci si lamenta ogni giorno? Che l’uomo è governato da bramosia, concupiscenza, lussuria, orgoglio, superbia, presunzione, arroganza, prepotenza. L’immoralità è il nuovo dio dell’uomo, il suo nuovo padrone. Tutti si lamentano dell’immoralità degli altri, nessuno condanna la propria. Si è giunti – assurdo degli assurdi e stoltezza che supera ogni stoltezza – a dichiarare l’immoralità legge degli Stati, regola di vita. Si grida ogni giorno allo scandalo – ed è ben giusto gridare – delle vittime del mare in questo esodo biblico. Nessuno però grida che il mare non fa vittime. Il mare obbedisce alle sue leggi. È l’uomo che non obbedisce alle leggi della sua natura, a causa della stoltezza e insipienza che governa il suo spirito. Da un lato la sua insipienza genera queste infinite catastrofi, e dall’altro con la stessa insipienza vuole risolvere il male che la sua stessa stoltezza ogni giorno produce. La moderna società è simile a quell’uomo che incendia la sua casa e poi vorrebbe spegnerla soffiando sulle fiamme. Non vi è alcuna possibilità di risolvere i problemi che la stoltezza crea lasciandosi guidare e ammaestrare dalla stessa stoltezza che li ha creati.

Tutto questo male – e più si andrà avanti e più la stoltezza aumenterà, non diminuirà – è il segno della morte dell’anima nell’uomo. Non solo l’anima non viene più alimentata, neanche si pensa di averne una. Ormai viviamo in un mondo in cui l’odio contro Dio ha raggiunto il punto del non ritorno. Ma l’odio contro Dio all’’istante diviene odio contro l’uomo. Quando un uomo diviene dio, si fa dio da se stesso, per essere dio, deve eliminare gli altri uomini. Non può tollerare che qualcuno possa pensare differentemente da lui. L’odio contro Dio genera quella lotta infinita dell’uomo contro l’uomo che è la causa di tutti i mali della terra. Tolto Dio, il vero Dio dall’anima, lo spirito è privo di sapienza, saggezza, si ricolma di stoltezza e ciò che con la sapienza si potrebbe risolvere in un istante, con la stoltezza non solo non lo si risolve, la soluzione che si prende, genera più difficoltà di quelli che si vorrebbero risolvere. Si dice che le leggi non vanno, le strutture non funzionano, i soldi non bastano, tutto ciò che è fuori dell’uomo si vuole venga corretto. Nessuno ha il coraggio di gridare che l’unico che oggi non va è proprio l’uomo. Si cambia tutto, ma non si cambia il solo che dovrebbe essere cambiato. Ma l’uomo da sé non si può cambiare. Né lo possono cambiare altri uomini. Solo uno può cambiare l’uomo: quel Crocifisso tanto odiato, maltrattato, schifato da tutti. Solo Lui, nessun altro.

I suoi genitori si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,41-52).

L’armonia di Gesù è perfetta. Lui cresce in età, sapienza e grazia. Con l’età sviluppa il suo corpo e lo rende idoneo per la Croce. Con la sapienza alimenta il suo spirito e lo prepara alla missione di salvezza. Con la grazia rende viva e forte l’anima, in modo che essa possa governare sempre lo spirito nella volontà del suo Dio e Signore. Crescendo in grazia dona all’anima il governo sullo spirito. Crescendo in sapienza dona allo spirito il governo sul suo corpo. Avendo un corpo sempre temprato da ogni virtù, Gesù è l’uomo così come il Signore lo ha pensato fin dall’eternità: un’armonia, una sinfonia di luci tutte orientate al raggiungimento del suo sommo ed eterno bene. Portato il corpo sulla croce, corpo santissimo, da esso è sgorgato lo Spirito Santo e ogni altra grazia per dare ad ogni uomo la sua eterna verità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri uomini in Cristo Gesù.