Se non me ne vado, non verrà
Il Signore ha stabilito nella sua scienza e sapienza imperscrutabile che alcune cose debbano essere operato solo dal Figlio suo, mentre altre dovranno essere opere dallo Spirito Santo, ma come frutto di Cristo. Ha deciso altresì che la salvezza dell’uomo sia il frutto del sacrificio di Gesù sulla croce, ma venga offerta e realizzata in ogni uomo per mezzo del corpo del Figlio suo, con l’assistenza ininterrotta, perenne dello Spirito Santo. Tutto questo potrà avvenire solo se Cristo si offrirà al Padre sulla croce e risusciterà con un corpo glorioso, incorruttibile, spirituale, immortale, di purissima luce. Per questo Gesù può dire ai suoi discepoli: “Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito”. Se io non muoio non posso far sgorgare dal mio corpo lo Spirito Santo e la grazia della salvezza. Se io non risorgo non posso fare di ciascuno di voi il mio corpo, il corpo che dovrà andare per il mondo ad annunziare il Vangelo e formare il mio corpo nel quale è ogni grazia, redenzione, salvezza, verità, vita. Cristo muore. Produce come frutto lo Spirito Santo e ogni grazia. Cristo risorge. Può fare di ogni uomo il suo corpo, a condizione che il suo Vangelo venga annunziato e gli uomini siano chiamati a conversione, si lascino battezzare, ottengano la nuova nascita, siano rigenerai in Cristo, diventino anche loro corpo di salvezza e di redenzione, facendo dell’obbedienza e della guida dello Spirito la loro stessa vita. Se il Padre ha stabilito questa via divina per la salvezza dell’umanità: Cristo, lo Spirito Santo, la Chiesa, nel corpo di Cristo ogni suo discepolo, possiamo noi distruggere questa volontà eterna del nostro Creatore, Signore, Dio, Padre, in nome di un nostro pensiero che rivela la nostra accidia spirituale, la nostra pigrizia missionaria, la poca fede nel divino comando, la non curanza per la salvezza dei fratelli, il pieno disprezzo per questa sua decisione e decreto immutabile? Che i nostri pensieri che si oppongono a questa divina volontà e statuto siano falsi, lo attesta la non salvezza e la non redenzione del mondo. Se è vero che Cristo e la Chiesa non sono necessari per la salvezza, se è vero che ogni uomo può salvarsi per vie personali che possano prescindere dal decreto di Dio, perché la salvezza non si opera? Perché la redenzione non produce i suoi frutti? Noi abbiamo lasciato la via stabilita da Dio e la terra non si sta elevando in umanità, si sta inabissando in tenebre morali che mai aveva conosciuto prima d’ora. Di certo non è salvezza più di cinquanta milioni di aborti ogni anno nel mondo. Non è redenzione la distruzione della natura umana nella sua essenza creata. Non è redenzione l’abbattimento della famiglia. Non è salvezza la perdita dei fini primari sostituiti con fini vani, effimeri, falsi, carichi di sola menzogna. Le mie vie, dice il Signore, non sono le vostre vie.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto. Non ve l’ho detto dal principio, perché ero con voi. Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà (Gv 16,1-15).
Il Padre nostro celeste, anche per noi ha stabilito che alcune cose debbano essere fatte da noi stessi e altre invece devono essere un nostro frutto offerto al suo corpo, da mettere a beneficio dell’umanità. Come Cristo conosce ciò che lui personalmente deve fare e ciò che deve produrre perché sia dato ai suoi discepoli, così anche ogni cristiano deve avere questa scienza perfetta. Quest’opera deve essere compiuta da me direttamente. Quest’altra opera va fatta perché attraverso di essa si produce un frutto da porre a beneficio del corpo di Cristo per la redenzione dell’umanità. È evidente che l’una e l’altra opera sono indispensabili, necessarie, obbligatorie. Se Cristo Gesù non avesse formati i suoi Apostoli, nella Spirito Santo, la morte in croce a nulla sarebbe servita. Mancavano gli Apostoli sui quali versare il suo Santo Spirito e ai quali affidare la missione della salvezza e della redenzione del mondo. Oggi molti si perdono in questa prima opera. Perdendosi nella prima, necessariamente si perdono nella seconda. A che serve un cristiano che non fa sorgere altri cristiani? Anche se lui dovesse fare o produrre frutti grandiosi per gli altri – questo è impossibile perché l’albero è uno e non due – se poi non vi è nessuno a cui consegnare i frutti? Noi cristiani stiamo celebrando le esequie della Chiesa a causa dei nostri falsi pensieri. A che serve fare l’Eucaristia o studiare il Vangelo? A chi vanno dati?
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il decreto eterno del Padre sia vissuto con vera fede.