Comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono
Il “mare” è l’ingovernabilità. Non è in potere dell’uomo dominarlo. Giobbe ci rivela che solo il Signore lo governa. Esso è tutto nelle sue mani. Dio gli ha posto dei limiti e lui non li oltrepassa. Non solo del mare, ma anche di ogni evento della natura Lui è il Signore, il Creatore, il Dominatore. È sufficiente che Lui dica una parola, doni un ordine e la creazione gli obbedisce.
«Chi è mai costui che oscura il mio piano con discorsi da ignorante? Cingiti i fianchi come un prode: io t’interrogherò e tu mi istruirai! Quando ponevo le fondamenta della terra, tu dov’eri? Dimmelo, se sei tanto intelligente! Chi ha fissato le sue dimensioni, se lo sai, o chi ha teso su di essa la corda per misurare? Dove sono fissate le sue basi o chi ha posto la sua pietra angolare, mentre gioivano in coro le stelle del mattino e acclamavano tutti i figli di Dio? Chi ha chiuso tra due porte il mare, quando usciva impetuoso dal seno materno, quando io lo vestivo di nubi e lo fasciavo di una nuvola oscura, quando gli ho fissato un limite, e gli ho messo chiavistello e due porte dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”? Da quando vivi, hai mai comandato al mattino e assegnato il posto all’aurora, perché afferri la terra per i lembi e ne scuota via i malvagi, ed essa prenda forma come creta premuta da sigillo e si tinga come un vestito, e sia negata ai malvagi la loro luce e sia spezzato il braccio che si alza a colpire? Sei mai giunto alle sorgenti del mare e nel fondo dell’abisso hai tu passeggiato?
Ti sono state svelate le porte della morte e hai visto le porte dell’ombra tenebrosa? Hai tu considerato quanto si estende la terra? Dillo, se sai tutto questo! Qual è la strada dove abita la luce e dove dimorano le tenebre, perché tu le possa ricondurre dentro i loro confini e sappia insegnare loro la via di casa? Certo, tu lo sai, perché allora eri già nato e il numero dei tuoi giorni è assai grande! Sei mai giunto fino ai depositi della neve, hai mai visto i serbatoi della grandine, che io riserbo per l’ora della sciagura, per il giorno della guerra e della battaglia? Per quali vie si diffonde la luce, da dove il vento d’oriente invade la terra? Chi ha scavato canali agli acquazzoni e una via al lampo tonante, per far piovere anche sopra una terra spopolata, su un deserto dove non abita nessuno, per dissetare regioni desolate e squallide e far sbocciare germogli verdeggianti? Ha forse un padre la pioggia? O chi fa nascere le gocce della rugiada? Dal qual grembo esce il ghiaccio e la brina del cielo chi la genera, quando come pietra le acque si induriscono e la faccia dell’abisso si raggela? (Gb 38,1-30).
Dinanzi alla bonaccia che avviene dopo il comando di Gesù, i discepoli di chiedono: “Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?”. La risposta è data da Giobbe. Gesù è il Signore, il Creatore, il Dominatore della Creazione perché Lui è Dio. È vero uomo e vero Dio. Il vero Dio è nascosto nel vero uomo, ma è manifestato dal vero uomo. Gesù è perfetto nella divinità ed è perfetto nell’umanità. Il vero Dio opera nel vero uomo.
E avvenne che, uno di quei giorni, Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: «Dov’è la vostra fede?». Essi, impauriti e stupiti, dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli obbediscono?» (Lc 8,22-25).
Anche Gesù pone una domanda ai discepoli, che esige da noi una risposta: “Dov’è la vostra fede?”. Non è forse fede svegliare il Maestro, chiedendo a Lui di fare qualcosa? Gesù non vuole questa fede. Dai suoi vuole la stessa fede vissuta da Lui sulla Croce. Vuole una fede che sia capace di totale affidamento a Dio, non chiedendo di calmare la tempesta ma di darci la vita nella tempesta, nonostante la tempesta. Non sempre le tempeste potranno essere calmate. A volte vanno attraversate. Altre volte, come è il caso del martirio, è necessario lasciarci travolgere da esse. Ci lasceremo travolgere se abbiamo la stessa fede di Gesù sulla Croce.
Sulla Croce Gesù non chiede al Padre che lo faccia scendere, gli chiede che lo sostenga perché la possa vivere tutta. Gli chiede di sostenerlo perché il suo sacrificio sia perfetto. Lui lo sa. La tempesta della Croce lo travolgerà, lo ucciderà, lo condurrà nel sepolcro. Ma il sepolcro, la morte non sono la fine della vita, ma il suo inizio. Sarà l’inizio della vera gloria di Cristo Gesù. Per ogni tempesta che si affronta e si attraversa con la fede di Gesù sulla Croce, sempre nasce un uomo nuovo, vero, un uomo che sa che solo Dio è la sua vita, perché solo in Lui sono le sorgenti della sua eternità. La fede dei discepoli è piccola. Grande però diviene la loro fede in Cristo Signore. Ora essi sanno che Gesù possiede in sé tutta la divina onnipotenza. Lui può comandare ad ogni elemento della natura ed esso dovrà obbedirgli. Dovrà riconoscerlo come il suo Signore, il suo Creatore, il suo Dominatore. Dinanzi a Lui la creazione si inchina e adora.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di vera fede in Cristo Crocifisso.