Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato

Chi sceglie Cristo Gesù non sceglie Cristo Gesù, sceglie di consegnare tutto se stesso a Cristo, nel suo corpo, nella sua anima, nel suo spirito, nella sua volontà, nei suoi pensieri e desideri. Nulla che è suo potrà dirsi più suo, perché tutto è stato donato, offerto a Gesù Signore. Questo dono non deve rimanere nel segreto, deve essere pubblico. Ogni uomo deve sapere che lui ha scelto di dare tutto se stesso a Cristo. “Io sono di Cristo”: questa è la sola frase che ogni altro uomo dovrà leggere sulla sua fronte. Non deve leggere: “Io sono cristiano”. “Io sono cristiano”, significa che si segue la dottrina di Cristo. Cristo è il Maestro ed io sono un suo discepolo. Lui parla e io seguo il suo insegnamento. “Io sono di Cristo”: si carica di un significato molto più forte. Significa che Cristo è il Signore e io sono il suo servo, la sua proprietà. Significa che lui può fare di me l’uso che vuole, quando vuole. Significa che solo la sua volontà potrà governare la mia vita, dal momento che “Io sono suo, gli appartengo, per dono a Lui fatto”. Qual è la sua prima volontà su di me, che sono suo, che gli appartengo? Che attesti al mondo intero che è Lui il mio unico solo Signore, è Lui il mio Padrone, da Lui, dalla sua Parola, dalla sua volontà è tutta la mia vita. Oggi è questa “pubblicità” che si è rinnegata nei palazzi della scienza, del sapere, della politica, dell’economia, delle finanze, dello sport, del tempo libero, sia nei giorni feriali che nel giorno del Signore. Si vuole un discepolo di Gesù “privato”. Può essere di Gesù ma esclusivamente quando è solo con se stesso, in qualche grotta preistorica. Nel momento in cui entra in relazione con qualsiasi altra persona, deve svestirsi del suo essere di Cristo e dichiararsi del mondo, pensare come il mondo, agire come il mondo, relazionarsi con tutti come il mondo, senza alcuna differenza. Deve passare dall’essere di Cristo all’essere del mondo, dal seguire la volontà di Cristo e camminare secondo la volontà del mondo. Gesù non ama questo ”squartamento” in due del cristiano. Non vuole un cristiano diviso a metà, con Lui quando è nelle grotte, con il mondo quando è con gli altri. O lui è sempre di Cristo, oppure sarà sempre del mondo, dal momento che le scelte di essere con Cristo si fanno sempre dinanzi al mondo. Da soli non c’è alcuna scelta di Cristo. Da soli non si è di Cristo. Di Cristo si è con gli altri, dinanzi agli altri, quando si deve scegliere Cristo e lasciare sul campo anche il proprio corpo.

Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri! Io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. Chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato. Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire, perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire» (Lc 12,1-12).

Se il cristiano vuole essere cristiano, può esserlo in ogni momento, ma solo come frequentazione, pura frequentazione di una scuola. Sempre si può dire: “Io appartengo alla scuola di Gesù”. Che poi traggo profitti o meno, questo è tutt’altro discorso. Ma oggi si è cristiani così. Invece Gesù non ci vuole cristiani così, ci vuole cristiani di Cristo, cristiani con una identità forte e questa identità la esprime solo la frase: “Io sono di Cristo”. “Sono suo servo fedele”. Lui comanda e io obbedisco. Lui parla e io ascolto. Lui ordina e io eseguo. Lui mi dice di dare il mio corpo per essere reso olocausto per il Signore ed io gli consegno il mio corpo. Vuole che gli renda testimonianza dinanzi a re, governatori, tribunali ed io mi lasco condurre per dire ad ogni uomo: “Cristo Gesù, solo Lui, è il mio Signore”. Non è solo il mio Maestro, è il mio Signore e solo perché è il mio Signore, è anche il mio Maestro. Non è però il mio Maestro che solo insegna, è il Maestro che prima mi mostra come si vive di obbedienza al Padre e poi mi chiede che anch’io viva la sua stessa obbedienza. Non è Gesù un maestro di pensieri, è un vero Maestro di obbedienza fino alla morte di croce. Se Gesù è il Maestro di obbedienza, vuole che anch’io dinanzi al mondo sia un maestro di obbedienza fino alla morte di croce. Solo così il mondo potrà fare la differenza tra il Maestro Cristo e tutti quei maestri di pensiero che lavorano per togliere l’uomo da ogni obbedienza alla croce, anzi che insegnano ai loro discepoli come caricare croci pesantissime sulle spalle degli altri. Gesù questo chiede a chi vuole la vita eterna, nella sua gloria: confessare dinanzi ad ogni uomo, nel mondo, che Lui è il solo suo Signore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci essere di Cristo, solo di Lui.