Prendete, mangiate: questo è il mio corpo

Il cristiano, se vuole essere cristiano, deve perenne obbedienza a questo comando di Cristo Signore. Le sue parole non sono un consiglio e neanche un suggerimento o una esortazione. Sono un comando che mai verrà meno. Esso rimarrà valido finché il sole e la luna brilleranno nel cielo. Quando il sole perderà il suo splendore e la luna di annebbierà, solo allora il comando di Gesù Signore non sarà più comando perché si entrerà nel regno eterno. Traduciamo questo comando di Cristo Gesù, questo vero imperativo: Prendete, mangiate: questo è il mio corpo. Se tu, discepolo, vuoi seguire me secondo la mia volontà, devi mangiare la mia volontà. Ti devi nutrire ininterrottamente di essa. Se tu, discepolo, vorrai amare secondo il mio cuore, deve mangiare il mio cuore perché diventi il tuo cuore. Se tu vuoi avere la mia sapienza, devi nutrirti del mio spirito, altrimenti la stoltezza ti consumerà. Se tu vuoi portare il Vangelo per terra e per mare, devi mangiare i miei piedi. Con i tuoi piedi non andrai da nessuna parte, Ti stancherai, ti addormenterai come Elia, ti coricherai sotto un ginepro. Se tu vuoi dire la mia Parola, devi mangiare la mia bocca. Altrimenti con la tua dirai parole vane, dannose, che mai saranno di vita eterna. Se tu vuoi essere persona dalla grande misericordia, dovrai mangiare le mie mani. Altrimenti le tue le userai sempre per prendere e mai per dare. Se vuoi essere me, devi mangiare la mia anima e così se ti vuoi divinizzare deve nutrirti della mia divinità. Se vuoi essere vero figlio della Padre, ti devi nutrire del Padre che è tutto nel mio corpo. Se vuoi produrre veri frutti di vita eterna ti deve nutrire dello Spirito Santo, anche Lui tutto ne mi corpo. Se quanto sto dicendo è vero, quanti si sono distaccati dall’Eucaristia per aver creato un Vangelo senza Eucaristia o una Cena del Signore senza Vangelo, allora dovrebbero seriamente riflettere, meditare. Lo esige la loro vocazione e missione. Senza Eucaristia non possono manifestare la vita del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Senza Eucaristia non possono esprimere tutta la divina potenzialità che è nel corpo di Gesù Signore. Quanti invece hanno l’Eucaristia, ma stanno lontano da essa, sappiano che la loro vita morale sarà sempre carente. Manca della forza per vivere la Parola, per manifestare la stupenda bellezza della vocazione cristiana. Quanti si accostano all’Eucaristia perché, per principi ideologici, non vogliono che vi sia una qualche differenza nella Chiesa tra chi si può accostare alla Cena del Signore, vedendo la non possibilità come discriminazione, sappiamo che il fine dell’Eucaristia è uno solo. Non quello di abolire le differenze tra santità e peccato, ma quello di togliere per sempre ogni peccato dal nostro cuore, dal nostro spirito, dalla nostra anima. Accostarsi all’Eucaristia come veste per dichiarare nulle le differenze morali, è vero fatto umano, non cristiano, non cristico, non cristologico e neanche sacramentale. È un fatto della terra.

Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto». Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio» (Mt 26,14-29).

L’Eucaristia è il sacramento della deificazione, cristificazione, spiritualizzazione del discepolo di Gesù. Chi riceve l’Eucaristia è obbligato a vivere tutto l’amore del Padre, tutta la grazia di Cristo, tutta la comunione dello Spirito Santo. Deve vivere come vero figlio del Padre, vero corpo di Cristo, vero tempio dello Spirito Santo. Purtroppo per molti oggi è divenuta spettacolo. Per altri un riempitivo. Per molti una ritualità necessaria. Per altri ancora un’abitudine storica che serve solo per farci sentire appartenenti ad una storia. Essa è svuotata del suo reale, vero significato, vero, reale fine. Chi ancora crede nell’Eucaristia deve impegnare tutte le sue energie per la messa in luce della verità e difesa di essa. L’Eucaristia è il bene dei beni, la grazia delle grazia. Se la sua verità si perde, tutto si perde. L’Eucaristia per il cristiano è più necessaria della sua stessa anima. Come un corpo non può vivere con un’anima ammalata, così il cristiano non può vivere con una fede ammalata o falsa nell’Eucaristia. Urge convertirsi presto, anzi subito.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettete che l’Eucaristia sia privata della sua reale verità.