Riferirono ciò che del bambino era stato detto loro
Non si può parlare di Cristo se non ci si lascia parlare di Lui. Nessuno può essere autodidatta di Cristo. Ogni autodidatta di Dio e di Cristo Gesù è un idolatra. Per parlare bene di Cristo dobbiamo frequentare due Maestri in contemporanea: Gli Apostoli di Cristo Gesù e lo Spirito Santo di Cristo Gesù. Né gli Apostoli di Gesù senza lo Spirito di Gesù. Né lo Spirito di Gesù senza gli Apostoli di Gesù. Ma anche gli Apostoli di Gesù devono frequentare la scuola degli Apostoli di Gesù e lo Spirito di Gesù. Se l’Apostolo di Gesù o il ministro della Parola chiude la scuola dove si insegna la conoscenza di Cristo Signore, lo Spirito Santo è privato della sua voce umana e la sua voce di ispirazione o di mozione potrebbe essere confusa con ogni altra voce proveniente dal proprio cuore o dal mondo o addirittura da Satana. È quanto sempre può succedere e sempre succede, quanto l’Apostolo chiude la scuola della conoscenza di Cristo e ne apre una per suo conto. In questa scuola lo Spirito del Signore non entra e il mondo viene privato della vera luce del suo Salvatore, Redentore, Signore, Dio.
Ma anche chi frequenta queste scuole umane di pseudo-dottrina e di pseudo-scienza teologica, rimarrà con il cuore vuoto di sapienza. Mai lo Spirito del Signore potrà trasformare la falsità dei maestri in nutrimento di salvezza o di redenzione o di vita eterna. Le menti possono rimane anche imbevute delle nostre menzogne e falsità, ma il cuore rimane asciutto, vuoto, arido di ogni verità soprannaturale. L’Apostolo del Signore, il ministro della Parola, non è mandato da Cristo nel mondo per dire i pensieri del suo cuore, i rumori della sua mente, neanche è mandato per discutere, dialogare, trovare un compromesso col mondo. Lui è mandato come messaggero. Il messaggero è obbligato a trasmettere e a consegnare solo il messaggio ricevuto. Non ha altri compiti. Ma se il messaggero non riceve il messaggio, anzi si rifiuta di riceverlo, potrà anche andare dal mondo, ma porterà un messaggio che non è di Dio, di Cristo Gesù, dello Spirito Santo. Porterà la sua parola vana, inutile, vuota, priva di qualsiasi vera speranza, incapace di creare autentica fede, di colmare i cuori della verità carità di Cristo, di aprire lo spirito alla grande speranza che il Signore ci ha fatto conoscere in Cristo Gesù.
L’amore del messaggero di Gesù, del suo Apostolo, del ministro della Parola, ha un solo nome: fedeltà al mandato ricevuto. Per ogni messaggero vale l’ammonimento rivolto all’Apostolo Giovanni alla fine della rivelazione a lui fatta: “E aggiunse: «Non mettere sotto sigillo le parole della profezia di questo libro, perché il tempo è vicino. Il malvagio continui pure a essere malvagio e l’impuro a essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io vengo presto e ho con me il mio salario per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omèga, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per avere diritto all’albero della vita e, attraverso le porte, entrare nella città. Fuori i cani, i maghi, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! Io, Gesù, ho mandato il mio angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle Chiese. Io sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino». Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda gratuitamente l’acqua della vita. A chiunque ascolta le parole della profezia di questo libro io dichiaro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio gli farà cadere addosso i flagelli descritti in questo libro; e se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio lo priverà dell’albero della vita e della città santa, descritti in questo libro” (Ap 22,10-19). Il ministro della Parola è servo di essa, non padrone, non signore, non despota, né tiranno. Lui sarà ministro della Parola se senza alcuna interruzione frequenta la scuola della Chiesa e dello Spirito Santo.
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo (Lc 2,15-21).
Gesù nasce in Betlemme. Nessuno dei presenti però sa che quel Bambino è il Figlio di Dio, il suo Messia, il Salvatore e il Redentore dell’uomo. Il Signore manda i suoi Angeli ad evangelizzare i pastori. I pastori evangelizzati recano a Betlemme e divengono evangelizzatori. Non sono autodidatti, non si sono creati da sé la verità. È questo il peccato del cristiano oggi. Ognuno vuole essere autodidatta. Anche se frequenta qualche scuola, lo fa solo con il corpo. Il suo spirito è altrove. Si sente l’omelia con il solo corpo, la catechesi con il solo corpo, ogni altro insegnamento con il solo corpo. Il cuore è chiuso in se stesso. È segno che non è alla scuola dello Spirito né chi insegna, né chi ascolta. Se vi è presente lo Spirito Santo, i cuori sussultano.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ministri della Parola e ascoltatori siano nello Spirito Santo.