E anche a te una spada trafiggerà l’anima
La Vergine Maria, la Madre di Gesù, dovrà essere perfetta discepola del Figlio suo. Il discepolo è colui che cammina dietro il Maestro. Osserviamo bene. Gesù deve portare lo Spirito Santo nella casa di Zaccaria. Gesù si mette in cammino nel grembo della Madre e la Madre lo segue. Gesù deve nascere in Betlemme. Ancora una volta si mette in cammino e Maria lo segue. Cammina dietro di Lui. Nel tempio di Gerusalemme Simeone Le dice che Lei il Maestro lo dovrà seguire fino al Golgota. Non però come Madre, ma come vera discepola, anche Lei cioè dovrà essere crocifissa come il Figlio, non nel suo corpo, ma nella sua anima, nel suo spirito, nel suo cuore. Le parole di Simeone sono purissima rivelazione per la Vergine Maria: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Da quale istante la Vergine Maria dovrà camminare dietro il Figlio? Fin da subito. Iniziando dal momento del suo concepimento. Dove va il Figlio lì dovrà essere la Madre. Questo fino al momento della morte. Poi dovrà iniziare una seconda missione: dovrà accompagnare tutti i figli di Dio generati da acqua e da Spirito Santo nel battesimo. Lei dovrà abitare nella casa di ogni figlio di Dio in Cristo per insegnare ad ognuno come se segue Cristo Signore. Lei, vera discepola di Gesù, dovrà insegnare come si diviene veri discepoli di Gesù. Sappiamo che non sempre Maria comprendeva all’istante quanto avveniva nella sua vita. Un giorno si dimenticò di questa verità. Lei ancora pensava che dovesse essere Gesù a seguire Lei e non invece che fosse sempre Lei a dover Gesù. Prese la via del ritorno a casa, credendo Gesù dietro di Lei. Invece Gesù era stato mandato dal Padre nel tempio di Gerusalemme e furono per la Madre tre giorni di grande angoscia. Questo sempre avviene quando la Parola della profezia ancora non riesce a divenire nostro cuore, nostra carne, nostra anima. nostro spirito, nostra mente. Nostra volontà, a causa del suo altissimo mistero in essa contenuto. Un’altra seconda volta la Vergine Maria, sempre per non perfettissima comprensione della sua vocazione, avrebbe voluto vedere Gesù. Gesù ancora una volta ricorda a Lei e agli altri che chi vuole essere suo fratello e sua Madre, deve porsi in ascolto della Parola del Padre suo. Chi ama Lui, deve seguire Lui, senza alcuna pretesa. Si segue e basta, Poi sa il Maestro cosa dire, fare, come parlare, a chi parlare. Il discepolo segue, segue sempre, sta dietro.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui (Lc 2,22-40).
Se la Vergine Maria, Donna Immacolata, Purissima, Piena di Spirito Santo, deve custodire ogni cosa nel cuore, meditandola giorno e notte, al fine di poterla comprendere nello splendore della sua verità piena, possiamo noi, persone distratte, indaffarate, sempre occupate nelle faccende della terra, sperare di conoscere subito le cose di Dio? Può un presbitero meditare, studiare le cose del Signore, se è tutto immerso nelle cose della terra? Ma se un presbitero non conosce le cose di Dio, le potrà mai insegnare agli uomini? Se lui non ha tempo neanche per leggere una pagina di Scrittura, perché consumato nell’umano, potrà mai manifestare la bellezza del soprannaturale alla quale ogni uomo è chiamato in Cristo Gesù? Se il presbitero vuole che l’uomo guardi verso Cristo, Lui mai dovrà distogliere lo sguardo da Cristo Crocifisso. Qualcuno potrebbe obiettare: ma l’uomo è anche terra. Lo si deve servire anche dalla terra come terra. Si risponde che nel corpo di Cristo vi sono molti doni, molti carismi, molti ministeri. Quelli che devono servire l’uomo dalla terra, lo servano dalla terra. Chi lo deve servire dal cielo, lo serva dal cielo. Il presbitero lo deve servire dal cielo. Questa la sua missione, la sua vocazione.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci veri discepoli di Gesù, ognuno secondo il suo ministero.