Sulla tua parola getterò le reti

Il Signore chiama Abramo e gli dice: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le tribù della terra”. Umanamente è promessa impossibile non solo da pensare, ma anche da immaginare. Come può un uomo immaginare che nella sua discendenza tutte le famiglia della terra saranno benedette? Quale condizione pone il Signore? Una sola: camminare alla sua presenza, ascoltare la sua voce. Dio parla e Abramo obbedisce. Non vi sono altre condizioni. Il Signore chiama Mosè e lo costituisce il liberatore del suo popolo. Un umile, povero pastore di gregge da deserto, deve trarre dall’Egitto, allora la potenza più potente di tutta la terra, i figli d’Israele. Qual è la condizione che il Signore gli pone? Andare, ascoltando di volta in volta ciò che Lui gli dirà. A Lui chiede solo l’obbedienza ad ogni sua Parola. Non chiede altro. Il Signore chiama i suoi profeti. Li manda in mezzo ad un popolo divenuto ormai sordo ad ogni sua Parola. Cosa dovranno fare i profeti? Dire solo le parole che il Signore metterà sulla loro bocca. Compiere le opere che Lui comanda loro di fare. Non vi sono altre condizioni. Loro ascoltano e riferiscono. Ogni altra cosa non compete loro. Il Signore chiama Giona e lo manda a Ninive. Nella grande città lui dovrà dire solo sette parole: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta”. Non dovrà né dire né fare altro. Deve solo riferire quanto il Signore ha messo sulle sue labbra. Nulla deve aggiungere e nulla togliere. Sette sono le parole e sette resteranno.

Nella storia sacra tutto è umanamente impossibile, inimmaginabile. Neanche per fantascienza certe cose si possono pensare. Gesù chiama i suoi apostoli. Sono gente semplice, umile, piccola, povera, senza alcuna forza terrena. Li manda a fare discepoli tutti i popoli della terra. Non per costrizione, ma per attrazione, convincimento, per solo annunzio della Parola. Si comprende subito che qui l’umano non c’entra. Siamo in un ordine soprannaturale, divino. Qual è la condizione che Gesù pone perché la missione produca molto frutto? L’obbedienza a due comandi di Cristo Gesù: vivere essi tutto il Vangelo. Annunziare tutto il Vangelo ad ogni uomo. Obbedendo a questi due comandi con obbedienza perfetta, ininterrotta, essi potranno condurre molti cuori a Cristo Signore, li potranno battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Potranno farli suoi discepoli. Li potranno costituire missionari assieme a loro per la redenzione, la conversione, la salvezza di molti altri cuori. Gesù non chiede altro: andare, fare discepoli, predicare il Vangelo, battezzare, insegna come il Vangelo si vive, mostrare visibilmente come opera, parla, pensa, agisce un discepolo di Cristo Gesù. Non si deve fare altro. Altro non è stato chiesto. A loro è stata consegnata una via semplicissima. È una via che non richiede alcun’altra cosa. Cosa chiede Gesù a Pietro quando lo manda nel mare a pescare?  Che ritorni al largo e che getti la rete. Nient’altro. Altro non serve. Altro è inutile.

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono (Lc 5,1-11).

Oggi molti pastori vedono che il gregge si assottiglia e ne inventano di tutti i coloro al fine di far rimanere qualche pecora nel loro ovile. Ma sono tutte invenzioni di disobbedienza. Gesù ha dato solo alcuni piccoli, facili comandi: Andare, predicare il Vangelo, fare discepoli tutti i popoli, battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnare e mostrare al mando intero come il Vangelo si vive in ogni momento della nostra quotidianità. Sono comandi che tutti possono osservare. Non si richiede alcuna potenza né militare, né economia, né di qualsivoglia altra natura. Per fare questo occorre la fede nei comandi e una obbedienza ad essi senza alcuna interruzione. Fede e obbedienza ai comandi di Cristo. Fede è obbedienza alla missione ricevuta. Ogni altra cosa è il Signore che la compie. Il contadino deve gettare il seme alla terra. poi sarà il Signore a farlo crescere, maturare, produrre molto frutto. Il missionario di Gesù dovrà affidare il seme della Parola ai cuori. Poi sarà lo Spirito Santo a farlo germogliare, crescere, produrre molto frutto. Se oggi c’è allontanamento dell’ovile del Signore, se non ci sono più pecore che bussano all’ovile della Chiesa, la causa è una sola: non c’è fede nei comando del Signore. Non c’è obbedienza fedele e permanente al comando ricevuto. Ma sempre quando non c’è fede, neanche c’è obbedienza. Fede e obbedienza dovranno essere un cosa sola per sempre. Chi vuole la sua rete piena, deve avere il suo cuore ricco di fede e di ascolto.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cuore dei discepoli sempre obbedisca a Cristo Gesù.