“TI ASCOLTO: I GIOVANI PROTAGONISTI NELLA CHIESA E NELLA SOCIETÀ”

Introduzione

Buonasera a tutti e benvenuti al decimo convegno internazionale del Movimento Apostolico, a questo evento che è una dedica ai giovani nella promessa “Ti ascolto” e nell’immagine de “I giovani protagonisti nella chiesa e nella società”.
Questo convegno si raccorda con continuità alle parole del Santo Padre nei discorsi tenuti in occasione del Sinodo. Tre discorsi, tre parole-chiave: memoria, cammino ma soprattutto ascolto.

Memoria e quindi atto del ricordare e del significato più stretto del ri-chiamare al cuore quella Parola che salva, e che, sotto la guida dello Spirito, continua a essere viva e tangibile al di là dell’epoca storica. Memoria e quindi rinnovo della “capacità di sognare e sperare” perché è questo l’entusiasmo che ci caratterizza, è questa la nostra anima.

Poi cammino, cammino di preparazione di due anni della Chiesa verso il Sinodo dedicato a noi giovani e quindi cammino della Chiesa direttamente verso noi che oggi siamo veri protagonisti.

 

E infine ASCOLTO, fulcro di questo convegno. Perché in effetti “non possiamo parlare finché non ascoltiamo” (come diceva Santa Madre Teresa di Calcutta); perché è proprio nell’ascolto dell’altro che ci mettiamo in discussione mettendo in discussione le nostre idee; perché senza ascolto non siamo concreti, mentre nell’ascolto, e NON nel vuoto sentire, un pezzetto dell’anima di chi ci è davanti ci viene donata e da quel momento non solo le nostre considerazioni acquistano credibilità ma in quel conoscersi, parola dopo parola, impariamo a conoscere noi stessi e a ri-conoscere Cristo in chi ci circonda.

È dunque un momento di fondamentale importanza per noi, perché siamo chiamati a intervenire, perché vogliono ascoltarci, perché i nostri sogni saranno ascoltati.

Il Movimento Apostolico ha sempre mostrato con i fatti, oltre che con le parole, di essere costantemente con l’orecchio, ma soprattutto col cuore, proteso ad ascoltarci, ad ascoltare noi che siamo il suo Piccolo Gregge, e dunque lascio la parola al delegato del presidente del Movimento Apostolico, Cesare Rotundo, che è oggi impossibilitato a partecipare e che salutiamo affettuosamente.

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Ringraziamo il presidente per aver manifestato nel suo messaggio il desiderio del Movimento Apostolico di contribuire a questo momento così delicato e al contempo così forte per la nostra entrata in scena, prestando sempre attenzione alle parole del Santo Padre, per essere in comunione vera con la Chiesa tutta.

 

 

E per prendere pienamente parte all’anima della Chiesa cominciamo accogliendo il nostro arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone. Siamo particolarmente felici di averlo qui tra noi. Gli siamo grati per aver voluto ancora una volta essere presente a uno dei nostri Convegni ma, in particolare, per l’amore paterno con il quale, sin dal suo arrivo in mezzo a noi, accompagna l’opera del Movimento Apostolico, sostenendoci, incoraggiandoci e spronandoci a perseverare sui sentieri della missione evangelizzatrice.

[…]

Ringraziamo il nostro Vescovo per aver predisposto i nostri animi all’ascolto vero, entrando nel vivo di questo Convegno e per aver sottolineato la necessità di creare un ponte tra la Chiesa e i giovani, un dialogo concreto, una condivisione sincera della vita cristiana, chiamata all’obbedienza e alla fede. È un ascolto reciproco: fede e audacia in direzione della Verità.
Nella contrapposizione tra la complessità del nostro organismo e la semplicità di un sorriso in cui ci sentiamo ascoltati e accolti per ciò che siamo, ci prepariamo ad ascoltare il primo relatore, non prima di aver riportato qualche informazione del suo curriculum.

Il prof. Antonio Cerasa è docente presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro, nel campo delle neuroscienze cliniche e del comportamento. È senior researcher nell’Unità di ricerca per neuroimaging presso l’Istituto di Bioimmagini e fisiologia molecolare del CNR.Svolge un’intensa attività come autore di conferenze e pubblicazioni scientifiche. È anche molto richiesto dai media, avendo al suo attivo numerosissimi interventi sulla carta stampata e sui canali radiotelevisivi.
Ricordiamo solo le sue due ultime importanti monografie:
– “The expert brain. Come la passione del lavoro modella il nostro cervello”, 2017;
– “Diversamente sano. La libertà di essere folli”, 2018.
Fin qui una piccolissima sintesi tratta dal suo curriculum. Però ci piace aggiungere delle informazioni che i curricula ufficiali non riportano, ma che circolano facilmente nei commenti dei suoi numerosi studenti. E da questa fonte viva apprendiamo di prima mano che il prof. Cerasa è famosissimo tra i suoi allievi per preparazione scientifica, capacità didattica e straordinaria doti di comunicazione ed empatia, tanto che i suoi corsi sono frequentati non solo dal 100 per cento degli iscritti, ma coinvolgono tanti appassionati esterni.

Prima di lasciargli la parola, vorrei far notare che il prof. Cerasa ci ha fatto il dono di preparare specificamente il suo intervento al nostro convegno tramite un’indagine che ha voluto condurre su un ampio campione di giovani, e da cui prenderà dunque le mosse nella sua relazione, che si preannuncia molto coinvolgente, nel titolo “Io ti ascolto”.

[…]

Ringraziamo il prof. Cerasa per aver presentato l’ascolto come viva interazione nel confronto generazionale che porta giovani e adulti allo stesso livello, con le stesse paure e gli stessi desideri. Come ci ha ripetuto più volte il Santo Padre, dobbiamo sognare in grande, ma insieme, lasciandoci guidare per non cadere nell’egocentrismo. Qual è la risposta? La strategia del tu, che sfocia nel sacrificarci per Amore dell’altro.

passiamo alla seconda parte di questo convegno, “I giovani: voce profetica in una Chiesa in uscita”. Il Santo Padre, nella Riunione pre-sinodale e poi nel discorso di apertura del Sinodo, tiene a sottolineare quanto fruttuoso possa essere l’incontro tra le diverse generazioni e ci ricorda, tramite le parole del profeta Gioele, quella che egli chiama la profezia dei nostri tempi: «I vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» e profetizzeranno.
Per addentrarci nell’analisi del ruolo dei giovani nella Chiesa in uscita, presentiamo dunque Monsignor Domenico Battaglia.

Nato a Satriano, provincia di Catanzaro e Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, ha svolto gli studi filosofico-teologici nel Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro. Ordinato Sacerdote da S.E. Mons. Antonio Cantisani, è stato Rettore del Seminario Liceale di Catanzaro, Parroco e Direttore dell’Ufficio Diocesano per la “Cooperazione Missionaria tra le Chiese”. Dal 1992 al 2016 ha guidato il “Centro Calabrese di Solidarietà” (Comunità dedita al trattamento e al recupero delle persone affette da tossicodipendenze), mentre dal 2000 al 2006 è stato Vicepresidente della “Fondazione Betania” di Catanzaro (Opera diocesana di assistenza-carità), ricoprendo infine, dal 2006 al 2015, l’incarico di Presidente Nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (FICT). Eletto alla sede vescovile di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti il 24 Giugno 2016 da Papa Francesco, ha ricevuto la consacrazione episcopale il 3 Settembre 2016, nella Cattedrale di Catanzaro, dall’Arcivescovo Mons. Vincenzo Bertolone.
Tra le sue pubblicazioni, oltre ad articoli per riviste religiose, ha pubblicato Un filo d’erba tra i sassi (2009) Rubbettino Editore; I poveri hanno sempre ragione. Storie di preti di strada (insieme a don Virginio Colmegna) (2010) Cittadella Editrice; Vecchie ciabatte… calzari di angeli. La tenerezza di un prete in cammino con gli ultimi (2012) Edizione Insieme.

Accogliamo con gioia il suo intervento.

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Ringraziamo Monsignor Battaglia per averci ricordato la nostra identità di giovane-luce, sì “fragile per condizione esistenziale” ma “costruttore di presente e futuro”.
Il bene è possibile, insieme, e va costruito partendo dal Vangelo e verso il Vangelo, collezionando quegli appuntamenti che scandiscono la nostra vita riempiendola con la fede. Grazie per averci spronato ad avere il coraggio di chiedere aiuto, di non nascondere lo sguardo e la forza di sostenerci nel dono della vita. Grazie di cuore.