Il regno di Dio è in mezzo a voi!
Gesù è vero regno di Dio, perché interamente, in ogni cosa “sotto il “governo” o “nella volontà” del Padre suo. Chi vedeva Lui agire, Lui parlare, Lui dialogare, Lui annunziare e predicare, sapeva di trovarsi dinanzi ad un uomo nel quale il Signore abitava con tutta la sua ricchezza di verità, amore, misericordia, compassione, giustizia. Veramente Lui può dire: “Il regno di Dio è in mezzo a voi!”. Lui è perfetta attuazione del regno di Dio e di conseguenza perfetta sua manifestazione. Quanto è Gesù, deve essere tutto il suo corpo, la sua Chiesa. Quanto è tutta la sua Chiesa, deve essere ogni suo figlio. Ogni discepolo di Gesù deve essere realizzazione perfetta del regno di Dio e anche sua perfetta manifestazione, rivelazione. Poiché l’appartenenza al corpo di Cristo è differente per ogni sacramento ricevuto, la manifestazione del regno deve sempre corrispondere alla particolare conformazione a Cristo Signore. Con il Battesimo il cristiano deve manifestare il regno vivendo da vero figlio adottivo del Padre. Con la Cresima il regno di manifesta come veri testimoni di Gesù Signore. Con l’Eucaristia si rivela facendo della nostra vita un olocausto di amore per l’espiazione del peccato del mondo. Con la Penitenza, attestando al mondo intero disgusto per ogni peccato commesso e aiutando i fratelli a non peccare. Con l’Ordine Sacro agendo da veri Pastori del gregge del Signore, conducendo ogni pecore alle sorgenti limpide della verità e della grazia. Con l’Unzione degli Infermi imitando Cristo Crocifisso che si consegna volontariamente alla passione e alla sofferenza. Con il Matrimonio mantenendosi e conservandosi nella fedeltà all’amore promesso, così come il Padre sempre si conserva fedele al suo amore eterno giurato per l’umanità intera. Senza la vita in conformità al sacramento ricevuto il regno non si manifesta ed esso non è reso presente nel mondo. Ma se il regno non è reso presente, neanche ci si può convertire ad esso. La visibilità è necessaria alla conversione ad esso, scegliendolo come forma ed essenza della propria vita.
I farisei gli domandarono: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione. Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi» (Lc 17,20-37).
La conversione al regno mai potrà avvenire se il discepolo di Gesù non diviene lui perfettamente regno di Dio. Questo significa che un Papa dovrà manifestarsi sempre come vero Papa, un Cardinale come vero Cardinale, un Vescovo come vero Vescovo, un Presbitero come vero Presbitero, un Diacono come vero Diacono, un Cresimato come vero Cresimato, un Battezzato come vero Battezzato. Ognuno deve vivere la sua verità secondo la grazia e il carisma che sono la sua vera nuova essenza. Ogni cristiano è obbligato a manifestare la sua particolare, personale incorporazione in Cristo Gesù. È un vero obbligo di giustizia verso quanti hanno il diritto di incontrarsi con il regno di Dio per poter aderire ad esso. Se il cristiano non manifesta il regno, l’altro mai potrà convertirsi al regno. Rimarrà escluso da esso non per cattiva volontà o per una scelta personale, ma perché a lui il regno non è stato manifestato. Gesù non annunzia solamente al regno, non chiede solamente la conversione ad esso, lo manifesta con le parole e le opera, ad esso ha consacrato tutta la sua vita. Il regno non va mai manifestato secondo la nostra volontà o i nostri desideri, ma sempre nel più alto rispetto del sacramento, del carisma, del ministero, della vocazione personale. Un Papa non può manifestare il regno da battezzato. Né il battezzato lo potrà manifestare da Papa. Così dicasi di un fedele laico e di un presbitero. Il presbitero lo dovrà manifestare sempre come capo e pastore del gregge di Cristo. Il fedele laico come parte del gregge di Cristo che si lascia condurre dal pastore alle purissime sorgenti della verità e della grazia. Un regno di Dio manifestato fuori del sacramento ricevuto, non è vero regno di Dio, perché il sacramento è essenza, sostanza, verità del regno di Dio. Il caos sacramentale mai manifesterà il regno di Dio. Senza manifestazione storica non c’è regno.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fate vera parola e vita del regno di Dio.